Testaménto

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testamento


testaménto s. m. [dal lat. testamentum, der. di testari: v. testare1]. – 1. Atto giuridico, essenzialmente revocabile, con il quale una persona dispone (salvo ipotesi eccezionali) in forma scritta delle proprie sostanze, in tutto o in parte, per il tempo successivo alla propria morte, e può contenere inoltre disposizioni non patrimoniali (come il riconoscimento di un figlio naturale), del pari giuridicamente efficaci: t. pubblico, quello ricevuto, alla presenza di due testimoni, dal notaio che, messolo per iscritto, lo legge al testatore; t. segreto, quello presentato in busta chiusa al notaio, che la sigilla in presenza di testimoni e stende su di essa atto di riconoscimento; t. olografo, redatto integralmente di mano del testatore e da lui datato e sottoscritto; t. congiuntivo o reciproco, quello che nel medesimo atto accoglie la volontà di due o più persone a favore reciproco o di terzi (considerato però nullo dalla legge); t. speciale, quello che, malgrado rilevanti difetti di forma, è considerato valido dalla legge in considerazione delle circostanze particolari o eccezionali in cui versa il testatore (calamità naturali, epidemie, viaggi per mare, ecc.); t. biologico (ingl. living will), documento con cui una persona, dotata di piena capacità, esprime la propria volontà circa i trattamenti ai quali desidererebbe o no essere sottoposta nel caso in cui, nel decorso di una malattia o per traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso; t. nuncupativo, nel diritto romano (v. nuncupativo); fare testamento (e in senso fig., puoi fare t.!, ormai può fare t., sei condannato a morire, è ormai prossimo alla morte); è morto senza t. o senza far t.; disporre per t. dei proprî beni; lasciare per t. qualche cosa a qualcuno; ricevere, ereditare per t.; apertura, pubblicazione, esecuzione del t.; impugnare, invalidare, annullare un t.; le clausole, i codicilli del testamento. 2. T. spirituale, espressione con cui viene tradizionalmente indicato un complesso di disposizioni, di carattere non patrimoniale ma ideologico o morale, che, incluso come parte nel vero e proprio testamento o steso come documento a sé, costituisce il lascito spirituale del testatore, il quale affida ad altri (discendenti, discepoli, concittadini, ecc.) il compito di continuare l’opera da lui intrapresa in vita o raccomanda di proseguire nel culto dei suoi stessi ideali. In senso fig., l’espressione indica anche scritti e opere (e talora atti, comportamenti, esempî di vita) che, pur senza essere stati coscientemente diretti a questo scopo, costituiscono in realtà il lascito spirituale di una persona importante per i superstiti e per i posteri. 3. estens. a. Gioco di pegni, in uso soprattutto fra ragazzi, talora anche fra adulti: chi deve «pagare il pegno» è invitato da un compagno che, postosi alle sue spalle, fa con la mano, senza essere visto da lui, un determinato gesto (allusivo a una percossa, a una botta in testa, a un calcio, oppure a una carezza, a un bacio, ecc.), a rispondere alle sue domande: «quanti di questi?» e «da chi?»; il compagno designato diventa allora l’esecutore della sgradevole o gradevole penitenza. b. Tipo di rappresentazione drammatica del folclore toscano (limitata oggi al contado lucchese), composta, come il contrasto e la zinganetta, affini per intrecci e carattere dei personaggi, in strofe di tre settenarî e un quinario: è in genere una parodia dei testamenti e dei contratti nuziali, e la figura centrale è costituita dal dottore (cioè il notaio). 4. a. Nella Vulgata, il termine (lat. testamentum, che rende il gr. διαϑήκη, traduz. di bĕrīt del testo ebraico) è frequente col sign. di patto, promessa, alleanza; donde, in partic., il patto tra Dio e il suo popolo, e il documento che attesta tale patto, la Bibbia, cioè il Vecchio (o Antico) Testamento, e poi, per analogia, il Nuovo Testamento (ma l’attribuzione del termine alla raccolta dei libri ispirati della Sacra Scrittura è già in s. Paolo): Avete il novo e ’l vecchio Testamento, E ’l pastor della Chiesa che vi guida; Questo vi basti a vostro salvamento (Dante). Per estens., le due espressioni sono spesso adoperate a designare, rispettivam., l’epoca precedente e quella seguente alla venuta del Messia: le vicende degli Ebrei nel tempo del Vecchio T.; il messaggio di carità lasciato da Gesù agli uomini del Nuovo Testamento. b. Con il sign. 1 (o con sign. affine), la parola compare invece nella denominazione tradizionale di alcuni scritti apocrifi del Vecchio Testamento, come il T. di Adamo, il T. di Abramo, il T. di Giobbe, il T. dei dodici Patriarchi.