Tràppola

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trappola


tràppola s. f. [dal franco *trappa, da cui il fr. trappe «trappola»]. – 1. a. Nome generico di dispositivi usati per la cattura di animali. Secondo il tipo di animali e le finalità della cattura (caccia, ricerca scientifica, eliminazione di specie nocive), si distinguono diversi tipi e categorie di trappole: negli studî sulla biologia delle specie vengono per lo più utilizzate trappole disegnate specificatamente per la cattura di animali vivi, che possono o no contenere esche attrattive, come per es. le t. a cassetta per la cattura di mammiferi di piccole o medie dimensioni, o le t. a laccio per la cattura dei carnivori; per la cattura e l’uccisione di mammiferi considerati nocivi (topi, arvicole, volpi, ecc.) si usano generalmente t. a scatto o tagliole, mentre nella ricerca entomologica si adoperano per lo più trappole atte alla raccolta di un elevato numero di esemplari, come le t. a caduta, diversi tipi di trappole luminose o di trappole di rete metallica con esche di varia natura (carne in putrefazione, secrezioni zuccherine, ecc.). Nella pesca, il termine viene occasionalmente usato come sinon. di nassa. b. fig. Tranello, insidia, agguato: stai attento, è una t.; predisporre, ordire una t.; com. soprattutto le espressioni tendere una t. a qualcuno; cadere o restare in t., nella t.; essere in t., essere caduto in un tranello, restare intrappolato, ingannato o senza via d’uscita: il ladro è caduto in t., è stato catturato dalla polizia. Con sign. più concreto, e con riferimento a periodi o situazioni di guerra, qualsiasi dispositivo o materiale, solitamente munito di punte acuminate o di esplosivo (t. meccaniche, t. esplosive), concepito e costruito in modo che il nemico, toccando un oggetto apparentemente inoffensivo oppure nascosto dove la vegetazione è più fitta, ne rimanga ferito o ucciso; tra quelle meccaniche, le t. discendenti, che, collocate sugli alberi, vengono fatte cadere urtando con un piede il cavetto di arresto celato al suolo, e le t. a leva, messe in azione dal piede che, schiacciando un tavolone interrato, fa scattare all’indietro il terminale irto di punte, oppure da una mano che scosta un ramo controbilanciato da un altro irto di aculei; sono trappole esplosive, in partic., le mine antiuomo (v. mina1, n. 3 a). c. region. e fam. Fandonia, racconto non vero che si dà ad intendere a qualcuno, per trarlo in inganno o per celare comunque la verità: non raccontare trappole; sarà una t. come tante altre che ci ha voluto dar da bere. d. scherz. Arnese, dispositivo, macchina che non funziona o funziona male: questo accendigas è una t.; con quella t. di auto rimarrai per la strada; sono delle t., questi vecchi bastimenti. 2. In botanica, fiori (a) trappola, quelli che presentano adattamenti morfologici idonei a trattenere temporaneamente i pronubi, soprattutto insetti, fino a quando non sia avvenuta l’impollinazione; ne sono un esempio i fiori dell’aristolochia: la fauce del perianzio tuboloso è rivestita di peli rivolti in basso che non ostacolano l’entrata dei pronubi, ma ne impediscono l’uscita fino a quando non siano appassiti, ciò che avviene solo dopo l’impollinazione. 3. In pollicoltura, nido trappola, cassetta che si chiude quando la gallina è entrata, e serve per controllare la deposizione delle uova di ogni singola gallina. 4. In marina, fanale portatile per segnalazioni a lampi, simile a una lanterna cieca, che si usava per le comunicazioni tra navi durante le navigazioni a fanali oscurati. 5. Nella geologia del petrolio, t. petrolifera, particolare disposizione degli strati di roccia porosa e roccia impermeabile, tale da arrestare la migrazione degli idrocarburi, favorendone così l’accumulo; se è dovuta a fenomeni tettonici, prende il nome di t. tettonica o strutturale. 6. a. In elettronica, t. ionica (v. ionico3), piccolo magnete deflettore che, disposto opportunamente sul collo di tubi a raggi catodici, serve a trattenere gli ioni presenti nel tubo stesso, eliminando così il loro effetto dannoso. b. Nella tecnica, t. di luce, dispositivo ottico atto ad assorbire radiazioni luminose o, in generale, elettromagnetiche, per lo più costituito da una superficie resa scabra e annerita in modo da risultare fortemente assorbente per le radiazioni incidenti su essa. c. Negli impianti termici, t. di vapore, lo stesso che scaricatore di condensa (v. scaricatore). d. Negli impianti ad alto vuoto, dispositivo (essenzialmente un manicotto immerso in aria liquida o in azoto liquido) atto a rimuovere, per condensazione, qualsiasi impurità (soprattutto vapori di olio) prima che essa raggiunga la pompa a diffusione; per lo stesso scopo si impiegano anche trappole in cui la rimozione delle impurità avviene per adsorbimento. ◆ Dim. trappolétta, trappolina; accr. trappolóna, e trappolóne m.; pegg. trappolàccia.

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