Trasfigurare

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trasfigurare


(ant. transfigurare) v. tr. [dal lat. transfigurare, comp. di trans- «trans-» e figurare «foggiare, dare forma»]. – 1. Far cambiare di figura, d’aspetto, o anche solo di espressione (come effetto, per es., di una intensa emozione): le privazioni e i patimenti della prigionia lo avevano trasfigurato; forse che la malinconia e il lungo dolore ... m’ha sì trasfigurato, che ella non mi riconosce (Boccaccio); l’esecuzione al piano della musica di Mozart aveva il potere di trasfigurarlo (con questa accezione è più com. l’intr. pron. e il part. pass.). Con altro sign., letter., trasformare, far apparire diverso, e, insieme, nobilitare: l’arte riesce a t. la realtà. 2. a. rifl., non com. Mutare volontariamente aspetto, mascherandosi o alterando altrimenti la propria figura: se n’andò a casa della donna, e in quella entrato, con sue frasche [= cianfrusaglie o altro] che portate aveva, in agnolo si trasfigurò (Boccaccio). b. intr. pron. Assumere un aspetto diverso da quello normale e consueto, per lo più illuminandosi in viso, come effetto di una emozione intensa o di uno stato estatico (meno spesso, al contrario, abbuiandosi o alterandosi quasi bestialmente): trasfigurarsi per la gioia; il suo volto si andava trasfigurando; trasfigurarsi nella contemplazione dell’arte; e invece, meno com., trasfigurarsi per la rabbia. Non com., riferito a luoghi o ambienti, con sign. generico: le stanze, illuminate dal sole, assumevano durante il giorno aspetto gaio. Ma la sera, dopo il tramonto, sembrava si trasfigurassero (Capuana). ◆ Part. pass. trasfigurato, frequente come agg.: essere, apparire trasfigurato; con immenso amore e come trasfigurata guardava il suo bambino.

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