Uòvo

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uovo


uòvo (pop. òvo) s. m. [lat. ōvum, lat. volg. ŏvum] (pl. le uòva). – 1. In biologia, il gamete femminile costituito da una cellula di varie dimensioni (detto perciò anche cellula uovo), di forma per lo più sferica, ellissoidale o cilindrica, che si origina generalmente nell’ovario e ha accumulati, nel suo citoplasma, materiali nutritizî di riserva (tuorlo o vitello o plasma nutritivo) per lo sviluppo dell’embrione. Sono riconoscibili un’area superiore o polo animale, e una inferiore o polo vegetativo (o nutritivo o vitellino), ricca di tuorlo: in molti vertebrati l’asse che congiunge i due poli corrisponde all’asse antero-posteriore del futuro corpo. A seconda delle modalità di segmentazione della cellula uovo, si distinguono uova oloblastiche (v. oloblastico) e meroblastiche (v. meroblastico); in base al contenuto in tuorlo, l’uovo è classificato come microlecitico (tipico dei mammiferi), mesolecitico o macrolecitico (tipico, rispettivam., di anfibî e uccelli); a seconda del modo con cui il vitello si dispone nel citoplasma, l’uovo è detto isolecitico (sinon. omolecitico e oligolecitico), con vitello uniformemente distribuito, telolecitico o, invece, centrolecitico, quando il vitello sia concentrato in prossimità del polo vegetativo oppure uniformemente distribuito attorno al citoplasma interno. Con le denominazioni uova estive e u. durature si distinguono differenti tipi di uova prodotte da molti invertebrati d’acqua dolce (rotiferi, cladoceri, afidi, ecc.): le prime si schiudono in tempi relativamente brevi, mentre le seconde, deposte in autunno, sono capaci di resistere al congelamento e al disseccamento estivo per schiudersi al ritorno delle piogge. Con riferimento agli uccelli, ma anche ad altri vertebrati e invertebrati, deporre l’uovo (e deposizione dell’uovo), l’atto con cui l’uovo fecondato viene deposto in strutture atte ad accoglierlo e costruite appositamente (nido) o presenti nei genitori (come, per es., il marsupio dei cavallucci marini o dei cladoceri) oppure lasciato libero nell’ambiente naturale. 2. Nell’uso com.: a. Uovo di animali ovipari (per es., gli uccelli) che viene espulso prima che l’embrione si sviluppi: u. di struzzo, u. di tacchina, u. di gallina, u. di piccione, u. di storione, ecc; prima di aprirsi, le uova sono tutte uguali, poi da un u. esce un pollo, da un altro un falco, un altro va in padella a friggersi, un altro cade a terra (Marco Lodoli). b. Assol., uovo di gallina, variamente utilizzato come cibo, di alto potere nutritivo: la gallina ha fatto l’u.; comprare, vendere una coppia d’uova, due dozzine d’uova; u. fresco, u. da bere, u. di giornata (prodotto dalla gallina nella stessa giornata); u. stantìo, u. marcio; il guscio dell’u.; la chiara o il bianco dell’u., l’albume; la pelle dell’u., membrana bianca (propriam. detta membrana testacea), sottilissima, che riveste internamente il guscio (per traslato è chiamata pelle d’u. una specie di tela molto fine da biancheria); il rosso dell’u., il tuorlo. Con riferimento ai varî modi in cui possono essere messe in commercio, cucinate o mangiate: uova fresche, conservate, congelate, in polvere; uova à la coque, fatte cuocere per uno o due minuti entro l’acqua bollente con tutto il guscio; uova bazzotte, cotte in acqua bollente un po’ più a lungo; u. sode, lasciate cuocere nell’acqua bollente per una decina di minuti, così che albume e tuorlo risultino completamente assodati; uova nel o al tegame (o tegamino), cotte nel tegame con burro od olio dopo averle liberate dal guscio; uova al pomodoro, alla mozzarella, uova nel tegame con aggiunta di pomodoro, di mozzarella; uova affrittellate, nel tegame col tuorlo coperto da alquanta chiara; uovo all’ostrica, il solo tuorlo, crudo, condito con sale e limone; uova strapazzate, sbattute e fritte in tegame; uova affogate o in camicia, lasciate cuocere senza guscio in acqua bollente per tre o quattro minuti; fare una frittata con due, con tre uova; frullare, sbattere le u. per fare uno zabaione, per mezzo dello strumento apposito detto frusta o frullino; bere un uovo frullato, un uovo sbattuto; rompere (o schiacciare) un u., infrangerne il guscio; sgusciare (o mondare) un u. sodo. In varî modi di dire ed espressioni proverbiali: l’u. di Colombo, di cosa o trovata semplice per risolvere un problema ritenuto insolubile (così come C. Colombo, secondo una tradizione, riuscì a far stare in piedi un uovo, ciò che altri non erano riusciti a fare, solo schiacciandolo un po’ a una delle due estremità); camminare sulle uova, procedere con grande cautela; essere pieno come un u., satollo, sazio; è come bere un u., di cosa molto semplice e facile a farsi; guastare, rompere le uova nel paniere a uno, turbare i suoi piani, i suoi disegni (meno com. accomodare le u. nel panierino, disporre le cose in modo da averne vantaggio a scapito di qualcun altro); cercare il pelo nell’u., fare un’indagine, una ricerca, una critica pedante, minuziosissima; con riferimento alle dimensioni ben note delle uova, sono in uso in varie località dell’Italia centr., come termine di confronto, le espressioni al di sotto dell’u. di gallina e al di sopra dell’u. di gallina (o dall’u. di gallina in su) per indicare, nel commercio delle patate, la grandezza approssimativa di queste, in base alla quale il prodotto può essere accettato o rifiutato dal compratore. Proverbî: meglio un u. oggi che una gallina domani, è meglio avere poco o meno, ma subito, che molto o più in un futuro incerto; quando la gallina canta ha fatto l’u., spesso chi parla troppo per difendere sé o accusare un altro è proprio lui il colpevole. In partic., uova benedette, o uova di Pasqua, quelle che, fatte benedire dal sacerdote (tradizione in uso spec. nel passato), si mangiano nel pranzo o a mezza mattina del giorno di Pasqua (vengono spesso colorate esternamente in tinte vivaci); di qui la denominazione di Pasqua d’uovo data anticamente e ancora oggi localmente alla Pasqua di resurrezione. 3. Per estens., oggetto di forma subsferica, ellissoidale, simile a quella di un uovo: u. di Pasqua o pasquale, o u. di cioccolata, guscio di cioccolata a forma di uovo, di varie grandezze, contenente spesso all’interno una sorpresa, che per tradizione viene regalato nella ricorrenza della Pasqua; u. per rammendare, semplice arnese di legno a forma d’uovo che si mette dentro le calze per rammendarle più agevolmente; u. da tè, piccolo recipiente costituito da due pezzi concavi, di metallo, bucherellati e avvitabili l’uno all’altro: viene riempito di foglioline di tè e poi immerso nell’acqua bollente per preparare l’infuso; uova di Norimberga, nome con cui furono chiamati i primi orologi da tasca; uova di strega, i ricettacoli ancora molto giovani del fungo Phallus impudicus (v. fallo3); uovo dello schermidore, denominazione con cui i vecchi manuali di scherma definivano il vuoto che doveva esistere nel palmo della mano, dopo che si fosse impugnata la sciabola secondo le regole; u. filosofico (o u. degli alchimisti), nel linguaggio alchemico, il contenitore sferico in cui è posta a cuocere la materia di base della pietra filosofale, e la pietra filosofale stessa che, cuocendo, si trasforma e perviene a nuova vita come l’embrione nell’uovo. Come termine di comparazione: teste d’uovo (meno com. teste a uovo), calco dell’ingl. eggheads, denominazione iron. con cui negli Stati Uniti d’America sono definiti gli intellettuali specialisti di teorie politiche ed economiche (v. testa1, n. 7 g); cranio a uovo, denominazione più corrente della conformazione definita, con termine medico più tecnico, oocefalia. Nello sport dello sci, posizione a uovo, la caratteristica posizione raccolta che assume lo sciatore nelle gare di discesa libera per diminuire la resistenza dell’aria: consiste nel piegare il busto in avanti fino a portarlo quasi parallelo alla pista, flettendo le ginocchia e stringendo i bastoncini sotto le ascelle, mentre le mani sono riunite davanti al viso. 4. Olio d’uovo, estratto da tuorli d’uovo cotti, usato nella pittura a tempera per ottenere colori più brillanti. ◆ Nei varî alterati, essendo la prima sillaba fuori d’accento, si ha sempre o- invece che uo-; si vedano quindi nel rispettivo ordine alfabetico ovetto, ovino2, ovone, ovuccio.

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