Volentièri

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volentieri


volentièri (non com. volontièri) avv. [dal fr. ant. volentiers, che è il lat. voluntarie «volontariamente»; la seconda forma si è avuta per raccostamento a volontà, volontario]. – Di buona voglia, di buon grado, con piacere: studiare, lavorare v.; ce ne occuperemo v.; stanno v. insieme; ascolto v. la musica classica; ci verrei v. ma non posso; accetto v. il vostro invito; e non è cosa Che sì volentier pensi, e sì sovente (Petrarca). Come risposta apertamente e cortesemente affermativa a una richiesta o a un invito: «Mi puoi dare una mano?» «Volentieri»; anche (ant.) nel discorso indiretto: la reina, verso la Fiammetta rivolta, che ella seguitasse le comandò; la quale tutta lieta rispose che volentieri (Boccaccio). Nell’uso marin. è voce di comando che serve a meglio qualificare un ordine esortando a far presto e bene, ad accelerare un’operazione già in atto, ecc.: ammaina, fila, ala volentieri. Rafforzato con varî altri avv. che lo precedano: molto, assai v.; ben v. (cfr. malvolentieri): ti ospiterò ben v.; nella locuz. avv. spesso e v. («molto frequentemente») è piuttosto volentieri che rafforza spesso: viene spesso e v. a farci visita; e l’espressione può riferirsi anche a cosa: è un filo spesso e v. si rompe; in quel punto della strada capitano spesso e v. incidenti. ◆ È anche usata la forma del superl. volentierissimo: vi aiuterò volentierissimo; accetto volentierissimo, con piacere, con entusiasmo.