1937 · Paperino

Personaggio di Walt Disney, dalle fattezze di un papero, protagonista di fumetti e cartoni animati. ► Sin.: Donald Duck.

Viene inaugurato, in Italia, il primo periodico interamente dedicato al personaggio.

“Intendo il Paperino di Carl Barks, quello che oggi noi tutti conosciamo, non quello originario creato da Disney, un personaggio isterico che si esprimeva solo con dei quack quack. Il Paperino di Carl Barks invece esprime profondamente inquietudini e passioni dell'America del dopoguerra e Barks è stato il primo che ha raccontato con il fumetto una serie di vicende umane in cui tutti noi possiamo riconoscerci. Senza il suo esempio non sarebbero potuti esistere i personaggi di Jules Feiffer, né i topi di Art Spiegelman, né (scustatemi l'ardire) il mio Bobo”

Sergio Staino

C’era una volta una gallina…

Tutto inizia con una gallinella saggia che nel cortometraggio omonimo (The Wise Little Hen 1934), dovendo seminare e raccogliere il granturco, chiede aiuto ai vicini di casa, un paffuto maiale e un anatroccolo in abito marinaresco. Questi, rispettivamente presidente e vice-presidente di un sedicente “club dei fannulloni”, fingono dolorosissime coliche pur di scansare la fatica e così, al momento di gustare finalmente il raccolto dei campi, la gallinella li ripaga con un bel cestino contenente, al posto di ciambelle e altre leccornie, una grossa bottiglia di olio di ricino!
È questo l’esordio di Donald Duck, che nasce quindi indolente, opportunista e sfrontato. Un personaggio tutt’altro che positivo eppure così immediatamente simpatico da convincere gli animatori dello staff Disney, che lo avevano inizialmente destinato a un’unica apparizione, a riutilizzarlo. Due mesi dopo il papero in casacca da marinaio ricompare a fianco del ben più celebre Mickey Mouse nel cortometraggio Orphans’ Benefit, stavolta nelle vesti di attore di uno show per orfani scalmanati. Provocato dal pubblico, Donald dà nuovamente prova di un carattere poco esemplare rivelandosi permaloso, irascibile e vendicativo. Le basi della sua carriera cinematografica sono ormai gettate, e ben presto il papero lascia il ruolo di comparsa e di spalla comica per diventare protagonista di una serie di cortometraggi. La sua ascesa lo porta alla conquista dell’Oscar, nel 1943, con il cartone animato di propaganda Der Führer’s Face, in cui appare negli insoliti panni di un nazista riluttante.
Se Donald Duck nasce negli USA come personaggio animato, è italiano il primo periodico che lo vede protagonista. Nel 1937 Federico Pedrocchi, un visionario in grado di anticipare gli stessi americani nell’intuire le potenzialità di nuovi personaggi, crea un settimanale dedicato per intero al papero e intitolato Paperino e altre avventure (cfr. Boschi e altri 1990: 26), chiedendo il nulla-osta per la pubblicazione alla Walt Disney e sancendo così la nascita ufficiale dei cosiddetti “Disney italiani” (ibid., pp. 26-27), la cui gloriosa storia continua fino a oggi.


Tanti padri per un papero

Quando, pochi mesi dopo il debutto cinematografico, Donald Duck era approdato sugli inserti domenicali a fumetti dei quotidiani americani, era stato un italoamericano, Al Taliaferro (1905-1969), a fargli da padre accompagnandolo dai primi passi sulla carta stampata fino alla conquista di un comic book a suo nome (cfr. Reichelt e altri 2012: 110). Taliaferro era stato il primo a disegnare Donald Duck in una trasposizione a fumetti della storia della gallinella saggia, seguita, in 38 anni di carriera, da 10.312 strisce quotidiane (cfr. Reichelt e altri 2012: 18) e 2089 tavole domenicali (dal 1936 dedicate interamente a Paperino: cfr. Bono 2014: 45), in entrambi i casi brevi gag autoconclusive a sfondo umoristico. Intanto il papero era apparso anche in storie a puntate di maggior respiro, disegnate da Floyd Gottfredson (1905-1986), ma solo come spalla di Topolino (The Case of the Vanishing Coats, 1935) o come comparsa (Mickey Mouse, Editor-in-Grief, 1935). La prima storia a fumetti in cui Paperino, oltre a vestire i panni del protagonista (liberandosi dall’ingombrante presenza di Mickey Mouse), si cala in un universo avventuroso, d’ispirazione fantascientifica, è Paolino Paperino e il mistero di Marte (1937-1938), ideata dal “padre” delle storie d’avventura del papero: Federico Pedrocchi. Sulla stessa strada s’inoltra il Paperino più famoso, quello di Carl Barks, cui dobbiamo la fisionomia definitiva del personaggio dal punto di vista fisico e caratteriale  (cfr. Favari 1996: 78-80).
Tra gli elementi alla base del successo di Donald Duck fin dai suoi esordi c’è indubbiamente il suo inconfondibile starnazzare, dovuto al talento del doppiatore Clarence Nash che, per cinquant’anni, gli ha fornito la voce non solo in americano ma anche, con effetti ancor più esilaranti, in molte altre lingue (cfr. Robertson 1980/20042: 304). Poco importa che Paperino risulti il più delle volte quasi incomprensibile: la sua voce, divenuta proverbiale, è citata così in romanzi di autori sia italiani («“Sei pronto?” gli disse suo padre con la voce di Paperino asciugandosi la faccia»: Niccolò Ammaniti, Come Dio comanda, 2006, Milano, Arnoldo Mondadori, p. 162) sia stranieri («aveva il volto coperto da un cappuccio e parlava, quando parlava, con la voce deformata da un meccanismo che la rendeva identica a quella di Paperino»: Eduardo Mendoza, Il tempio delle signore, 20042, Milano, Feltrinelli, p. 180; prima ediz.: 2001; orig. spagn.: 2001).


Paperini tutt'intorno...

Vittima di uno zio ricchissimo e taccagno, Paperino non è certo un eroe positivo (è pigro, fifone, opportunista, bugiardo e vanesio, irascibile e imbranato) salvo quando incarni tanti personaggi della letteratura mondiale; già dalle prime storie “made in Italy” gli autori nostrani lo hanno calato negli scenari di originali parodie in cui passato e presente si sono mescolati con risultati spesso surreali.
Dopo aver fatto la comparsa nell’Inferno di Topolino (1949-1950), come bugiardo dalla personalità dissociata («Perché sempre così fa Paperino: / Talvolta è dispettoso e invelenito, / Talvolta è dolce come un cherubino!»), veste i panni di celeberrimi cavalieri più o meno erranti (Don Chisciotte, 1956; Paperin Meschino, 1958; Paperopoli liberata, 1967, ecc.) o perde il senno (Paperin Furioso, 1966); come Paperenzo Strafalcino si salva a malapena dal matrimonio con Gertruda, la “scocciatrice di Monza” (I Promessi Paperi, 1976), e come Papergulliver è il “papero-montagna” che salva dai Lillibass un lillipuziano Paperon de’ Paperilli (I viaggi di Papergulliver 1984); impersona Romeo nell’Amorosa istoria di Papero Meo e Gioietta Paperina (1979), uno sfortunato Cyrano dal becco troppo pronunciato in Paperin de Paperac (1967), un Amleto eternamente indeciso in Paperino e il principe di Dunimarca (1960), il re della giungla adottato da un gorilla in Paperino e l’intrepido Paper-Tarzan (1978). Con il suo alter ego più celebre ha oltrepassato la singola storia per divenire parte integrante dell’universo dei paperi: nel 1969 Guido Martina e Giovan Battista Carpi, da un’idea di Elisa Penna, creano Paperinik, alias Paperino in versione supereroe mascherato; il nuovo personaggio, che riscatta le piccole e grandi sfortune di Paperino combattendo contro le prepotenze in nome della giustizia privata e dell’ordine pubblico (cfr. Bono 2014: 158-160), sarebbe diventato una leggenda.  
Perennemente al verde, Paperino è perseguitato dalla cattiva sorte al punto tale da farsi quasi simbolo della sfortuna: «C’è chi nasce come Paperino: / Sfortunato e sempre pieno di guai» (Eugenio Finardi, Vil Coyote, 1989). Lo stesso dicasi per la sua goffaggine, che ha portato addirittura a ribattezzare Paperino il primo e un po' rozzo prototipo della Vespa, la Moto Piaggio MP5, realizzato nel 1943 e mai entrat0 in produzione (cfr. AA. VV. 2003: 30). Testimoniano la sua fama anche i tanti oggetti che da lui prendono il nome: l’asteroide 12410 Donald Duck; il gruppo musicale punk Paolino Paperino Band; il mitico dentifricio per bambini Paperino’s (cfr. Sonz 2007), degli anni Settanta, con il corrispondente spazzolino citato persino da Giuseppe Culicchia (A spasso con Anselm, Milano, Garzanti, 2001, p. 85).
Sembra insomma che il tempo dia ragione a Dino Buzzati:

Dio mio, quanti Paperini vivono, lavorano o fanno i lavativi intorno a noi. Anche lui è un miracolo, creativamente parlando. Possiede tutti i peggiori difetti di questo mondo. […] Artisticamente, ottiene tuttavia questo meraviglioso risultato: che noi, specchiandoci in lui, nel segreto del nostro animo ci riconosciamo, ma nello stesso tempo ci sentiamo migliori. (Buzzati 1968/19729: 7 sg.) .

Daniela Petrini
 

Bibliografia

AA.VV., 2003, Vespa: un’avventura italiana nel mondo, Firenze, Giunti.
Bono Gianni, 2014 (a cura di), Paperino. Una vita a fumetti, Milano, Walt Disney Company Italia.
Boschi Luca, Gori Leonardo, Sani Andrea, 1990, I Disney italiani, Bologna, Granata Press.
Buzzati Dino, 1972, Prefazione, in Buzzati 19729: pp. 5-8.
Buzzati Dino, 19729, Vita e dollari di Paperon de’ Paperoni, Milano, Arnoldo Mondadori (prima ediz.: 1968).
Favari Pietro, 1996, Le nuvole parlanti. Un secolo di fumetto tra arte e mass media, Bari, Dedalo.
Reichelt Peter, Havas Harald, Fuchs Wolfgang J., 2012, Gezeichnet Walt Disney? Donald, Micky und ihre Väter, Mannheim, Reichelt & Brockmann.
Robertson Patrick, 20042, I record del cinema. Enciclopedia dei fatti, delle curiosità e dei primati del cinema mondiale, dall’epoca del muto ad oggi, Roma, Gremese (prima ediz.: 1993; orig. ingl.: 1980).
Sonz Matteo, 2007, Paperino’s. Appunti a margine di un dentifricio, www.disneyana.it/filesupload/Dentifricio%20Paperino% 27s.pdf.