1994 · e-book

Versione digitale di un libro stampato, consultabile utilizzando un computer o un apposito lettore. ► Sin.: libro elettronico.

Viene avviato il Progetto Manuzio, la prima biblioteca digitale in italiano.

Una minaccia “galattica”?

Se l'idea di rendere disponibili versioni elettroniche di testi a stampa circolava già dal 1971, quando l’informatico Michael Hart aveva dato avvio al Project Gutenberg (l'obiettivo era di offrire gratuitamente al pubblico testi liberi dal diritto d’autore), il primo tentativo di realizzare un'analoga iniziativa in Italia risale al 1994. Il Progetto Manuzio, la prima biblioteca digitale in lingua italiana, nasce quest'anno. La parola e-book circola in inglese almeno dall'anno precedente, a indicare file di testo caricati su un floppy disc o un cd-rom; in Italia approderà per la prima volta ai quotidiani nel 1998 (Ernesto Assante, La rivoluzione del libro, “la Repubblica”, 27 luglio), mentre in quello stesso anno, in un articolo del “Corriere della Sera” (Andrea Lawendel, L'elettrolibro da sfogliare, 29 giugno), compariranno libro elettronico, elettrolibro ed electronic book .
Nel 1962 Marshall McLuhan aveva accennato alla possibilità che la “galassia Gutenberg” potesse essere minacciata dall’informatica e il libro a stampa potesse essere sostituito dal computer (McLuhan 1962). Oltre vent’anni dopo Enzo Golino osserva con timore: «intanto è alle porte, almeno come sussidio scolastico, il libro elettronico» (Golino 1984: 33); intendendo ancora, per libro elettronico, un testo memorizzato su disco magnetico da leggere mediante computer. Nei laboratori scientifici, più o meno contemporaneamente, si inizia timidamente ad affacciare un’altra idea di libro elettronico, quella di un dispositivo, «poco più grande di un opuscolo, capace di leggere, manipolare e catalogare le informazioni» («Il Mondo», XXXIV, 1983, p. 64). Una rivoluzione, ma che necessitava ancora di qualche anno prima di poter irrompere nella “galassia Gutenberg”:

“Roba del 2000” avremmo detto qualche anno fa, invece ora siamo costretti a dire “Roba del 1999” perché il libro elettronico, l’e-book, è una realtà. Quando parliamo di libri elettronici non intendiamo i testi su floppy-disk o su cd-rom che già da alcuni anni sono reperibili sul mercato, ma apparecchi di dimensioni contenute che ci consentono di leggere, dove e quando vogliamo, opere prodotte su supporto informatico (“La Stampa”, 7 maggio 1999).


Quando nasce una stella

A cavallo fra il ventesimo e il ventunesimo secolo la parola e-book diventa di dominio pubblico, anche se si è ancora lontani da quel che sarebbe poi avvenuto:

Siamo ancora al futuribile. In attesa di leggere i libri digitali sull’e-book in metropolitana, o di portarci dietro, in poche decine di centimetri, un’intera biblioteca, al momento l’alternativa resta il computer di casa («La Repubblica», 10 marzo 2000).

A quest'altezza cronologica, com'è evidente, e-book si era ormai specializzata nell’indicare un prodotto differente dal (già obsoleto) libro elettronico su floppy o cd-rom. Non c'era ancora, invece, una netta separazione fra l'e-book inteso come testo elettronico e l'e-book inteso come software per visualizzarlo; non operava ancora, cioè, la distinzione fra quello che era già chiamato e-book e quello che sarebbe presto stato chiamato e-book reader (o, semplicemente, e-reader), ossia ‘lettore di e-book’: «Anche Acrobat ha messo online la versione 2.2 del suo lettore di libri elettronici, chiamato ebook reader» («Corriere della Sera», 17 agosto 2001).
La «prima prefigurazione di un oggetto informatico pensato per leggere i libri fu dell’americano Alan Kay, nel 1972» (Roncaglia 2010: 304); la realizzazione pratica, invece, arrivò soltanto alla fine del secolo: datano al 1998 i primi esperimenti di e-reader (come “Rocket ebook” e “SoftBook”), che affiancano la diffusione dei primi siti commerciali di e-book. Ma la vera rivoluzione si compie con l’introduzione, nel 2006, della tecnologia chiamata e-ink (‘inchiostro elettronico’) o e-paper (‘foglio elettronico’): il sistema, inventato da Joe Jacobson (1996), permette di creare display che riproducono l’effetto dell’inchiostro, su un foglio di carta, senza utilizzare luci posteriori, ma riflettendo la luce ambientale (recentemente sono però stati introdotti dispositivi a retro-illuminazione).
Uno dei primi e-reader a utilizzare questa tecnologia (2007) è il Kindle dell’azienda statunitense Amazon. La sua fortuna non è stata esclusivo merito del progresso tecnologico ma anche del “sistema” realizzato da Amazon, già in quegli anni primo riconosciuto e-book store in grado di offrire ai lettori non solo un contenitore  all’avanguardia, ma anche innumerevoli contenuti fra cui scegliere. È l’inizio di un successo destinato a proseguire con l’introduzione di lettori di e-book sempre più aggiornati (le nuove versioni del Kindle, il Nook di Barnes & Noble, il Cybook Orizon di Bookeen), ma anche di nuovi strumenti tecnologici (il tablet, l’iPad,  gli smartphone di ultima generazione) in grado di supportare la lettura elettronica.


Implosione o espansione?

Il nuovo libro elettronico affascina, fin dalla sua prima apparizione, non solo i lettori ma anche gli scrittori: nel 2000 un autore di best-seller come Stephen King offre in formato digitale il suo Riding the Bullet (Passaggio per il nulla). È un successo senza precedenti: se ne vendono 500 mila copie  in soli due giorni. Ma ai primi entusiasmi subentrano anche i primi problemi, perché il romanzo cade subito vittima della pirateria informatica. La giurisprudenza inizia così a fare i conti con le conseguenze della circolazione dei libri on-line (cfr. Costantini 2004); è soprattutto l’editoria a pagare il prezzo più alto, come testimonia la vasta produzione saggistica volta a comprendere ciò che accade nel settore (cfr. almeno Eletti e Cecconi 2008) o come cambieranno modalità e pratiche di scrittura, lettura, fruizione del libro, cartaceo o elettronico (Nunberg 1996; Cavalli e Solidoro 2008; Cataluccio, 2010). Le trasformazioni nel campo sono rapidissime: nel 2012 Amazon ha dichiarato che, nel suo e-store britannico, si vendevano «più ebook che volumi in formato tradizionale» («Corriere della Sera», 7 agosto 2012).
E se il libro elettronico s'impone su quello cartaceo può allora accadere che questo provi ad adattarsi a quello. Ciò è avvenuto con il flipback, introdotto nel 2009 dalla casa editrice olandese Hodder. È un libro di carta che sembra un e-book, per dimensioni (entra in una tasca, e sta nel palmo di una mano), peso (è fatto di carta leggerissima) e modalità di lettura: si legge in verticale. La “galassia Gutenberg” assorbe in definitiva le nuove tecnologie, al punto da operare una metamorfosi strutturale sui suoi stessi prodotti. Segno di implosione o di espansione?


Francesco Lucioli

Bibliografia

Badaloni Nicola, Bernardini Carlo, Bettelli Giorgio, 1984 (a cura di), Il destino del libro. Editoria e cultura in Italia, Roma, Editori Riuniti.
Cataluccio Francesco M., 2010, Che fine faranno i libri?, Roma, Nottetempo.
Cavalli Nicola, Solidoro Adriano, 2008 (a cura di), Oltre il libro elettronico. Il futuro dell’editoria libraria, Milano, Guerini.
Costantini Federico, 2004, Aspetti editoriali e giuridici legati alla pubblicazione degli e-book, Udine, Forum.
Eletti Valerio, Cecconi Alessandro, 2008, Che cosa sono gli e-book, Roma, Carocci.
Golino Enzo, 1984, La crisi delle collane tascabili, in Badaloni et alii, pp. 29-38.
McLuhan Marshall, 1962, The Gutenberg Galaxy: The Making of Typographic Man, Toronto, University of Toronto Press.
Nunberg Geoffrey, 1996 (a cura di), The Future of the Book, Turnhout, Brepols.
Roncaglia Gino, 2010, La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Roma-Bari, Laterza.