(Esaurito)
L’opera è una sintesi sapiente e raffinata di elementi plastici, pittorici e cromatici. I diversi punti di azzurro e blu, dimensioni della notte e del trascendente, sono felicemente accostati a colori della terra, sostanziosi e sottostanti: il segno della materialità, dell’umanità, quasi di una innocente animalità di cui il presepio è sintesi ed espressione suggestiva e affascinante.
Le macchie di colore, spesso segmentate o ondulate, simboleggiano un ordine della dimensione umana, disciplinata, sottomessa dall’evento straordinario eppure sconvolta nella sua devozione, rapita e consapevole allo stesso tempo. L’asino e il bue sono su un piano quanto meno paritario a quello di un geometrico San Giuseppe, serio e controllato, e tutto ciò si sposa con dolcezza infinita alla commossa maternità di Maria e alla tenerezza persino divertente del Bambinello. La stalla è casa metafisica, la cometa è razionale bellezza, il quadro intero cattura e regala una intensa esperienza estetica.
L’iconografia del presepe, inoltre, si è diffusa in ogni parte del mondo con innumerevoli varianti. L’artista contemporaneo, dunque, si misura, con un tema difficile e complesso che è stato in grado di rielaborare con assoluta libertà interpretativa.
Il presepe (o presepio) è la rappresentazione plastica della nascita di Gesù. Il presepe, allestito nelle chiese, nelle case e più di recente anche nelle strade durante il periodo natalizio, riproduce con figure di materiali vari, in un'ambientazione ricostruita più o meno realisticamente, le scene della Natività e dell'Adorazione dei Magi.
LA PROPOSTA
Treccani presenta in questa occasione un oggetto realmente e totalmente fuori dall’ordinario, una sintesi tra la storia e la capacità di un Maestro e il patrimonio di una delle più antiche botteghe d'arte italiane.
UN BINOMIO SORPRENDENTE
Il Presepe d'artista firmato Treccani è un'opera di Mimmo Paladino, ammaliante nella sue facoltà comunicative, elegante nella capacità di sintetizzare elementi, impulsi, scuole differenti; caratteristica tipica del Maestro e prodotto di una ricerca instancabile, appassionata e particolarmente feconda; e al tempo stesso è un prodotto delle Ceramiche Gatti, sinonimo storico di espressività, prestigio, fascino. Una trasversalità non solo storica, un’esperienza continua, un carisma artigianale, visivo, intellettuale e spirituale.
ORIGINI ED EVOLUZIONE
Il presepe ha origine dalle sacre rappresentazioni che si tenevano nelle chiese in occasione del Natale, alle quali è probabilmente da collegare anche il presepe vivente ricostruito da S. Francesco a Greccio. Con la loro decadenza, dopo il sec. 14° nacquero i primi allestimenti plastici permanenti, spesso di grandi dimensioni, che tendevano a mantenerne lo spirito di realistica rievocazione; caratteristici i presepi lucani e pugliesi, ambientati su un monte. I francescani e i domenicani, e in seguito i gesuiti, diedero impulso alla diffusione del presepe in Italia e in tutta l'Europa centrale. Il più antico presepe italiano conservato, almeno in parte, è quello di Arnolfo di Cambio (1280 circa) in S. Maria Maggiore a Roma, dove dal sec. 7° si venerava la reliquia della culla di Gesù; seguono il presepe di P. e G. Alamanno (1478) in S. Giovanni a Carbonara a Napoli e, nel sec. 16°, il presepe di S. Bartolomeo a Scicli, in Sicilia, e quelli di G. Ferrari a Varallo e a Varese. Nel sec. 17° si diffusero i presepi mobili, allestiti anche nelle case, con composizioni sempre più complesse e ambientazioni dal vivo gusto realistico, raggiungendo nel sec. 18° il massimo sviluppo, specie in alcuni centri, come Napoli o Genova. All'episodio della Natività si aggiunsero scene e personaggi secondari, a sottolineare il contrasto tra la vita mondana e l'evento miracoloso, ma che divennero pretesto per virtuosistiche realizzazioni.
ARTISTI, CENTRI DI PRODUZIONE, MATERIALI
Diversi i materiali usati, come il legno, lo stucco, la terracotta, la cera, il cartone, caratteristici anche dei vari centri di produzione: l'Alto Adige, le Venezie e la Liguria si specializzarono nell'uso del legno, in cui erano spesso sagomate solo le teste e gli arti delle figure, poi rivestite da sarti specializzati; a Roma e Napoli le stesse parti erano plasmate in terracotta, che divenne poi il materiale più diffuso. In Sicilia vennero realizzati inoltre caratteristici presepi in rame e corallo. Per le varie parti della realizzazione, dalla minuscola suppellettile agli sfondi e agli scenari, intervennero artisti e artigiani specializzati; tra gli scultori si ricordano A. de Vivo, i Sammartino, i Bottiglieri, i Celebrano, i Vaccaro. Quasi mai si sono conservati presepi completi, soprattutto per quanto riguarda gli scenari originali, a causa del loro stesso carattere effimero. Ne restano in collezioni private e in alcuni musei pubblici: numerosi nel museo di S. Martino a Napoli, nella Reggia di Caserta, nella galleria di Palazzo Rosso a Genova.