Bouteflika, Abdelaziz

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Uomo politico algerino (Oujda 1937 - Zeralda, Algeri, 2021). Di famiglia originaria dell'ovest dell'Algeria, partecipò alla guerra di liberazione algerina combattendo nelle file del Front de libération nationale (FLN). Ministro degli Esteri dal 1963 al 1979, divenne il braccio destro del presidente H. Boumedienne. Dopo una lunga assenza dalla vita politica, B. si presentò alle elezioni presidenziali del 15 aprile 1999, considerato da più parti il candidato favorito dell'esercito e sostenuto dal FLN, dal Rassemblement nationale democratique dell'ex presidente L. Zéroual, da una parte del partito islamico Ennhada (al-Nahḍa "Rinascita") e dal principale sindacato algerino. A un giorno dal voto, il ritiro a sorpresa degli altri sei candidati alla presidenza spianò la strada al successo di B. che ottenne oltre il 73% dei voti. Sostenitore della necessità del dialogo con tutte le parti in causa nel conflitto che dal 1992 insanguinava l'Algeria, islamisti compresi, nel luglio 1999 B. promulgò una legge sulla "concordia civile", concedendo l'amnistia a tutti quei terroristi che non avessero commesso fatti di sangue e si fossero consegnati alle autorità entro il gennaio 2000. Ma nonostante alcuni successi nella lotta al terrorismo, come gli accordi di pace siglati con l'Armée islamique du salut (AIS), e la sensibile diminuzione della violenza, non sembravano spegnersi le forti tensioni nel paese che tornarono ad acutizzarsi alla fine del 2000 e nel 2001 provocando migliaia di morti tra la popolazione civile. Rieletto nel 2004, B. guidò l'Algeria nella transizione dalla guerra civile degli anni Novanta verso una relativa pacificazione interna e il ristabilimento dei rapporti internazionali, entrambi ottenuti al prezzo di una forte censura sull'informazione e sui movimenti politici indipendenti. Nel 2009 l'uomo politico è stato riconfermato presidente con il 90% dei voti, dopo che l'anno precedente il Parlamento aveva approvato un emendamento per abolire il numero limite ai mandati presidenziali, e alle consultazioni svoltesi nell'aprile 2014 ha ricevuto un quarto mandato ottenendo l'81,5% dei consensi, sebbene il FLN abbia registrato una progressiva perdita di consensi nelle legislative del 2012 e del 2017, pur confermandosi primo partito del Paese. Nel febbraio 2019 l'uomo politico ha ufficializzato la sua ricandidatura alle elezioni presidenziali previste per l'aprile successivo, essendo costretto a ritirarla il mese successivo in ragione delle violente manifestazioni di piazza che hanno agitato il Paese; a seguito della richiesta di impeachment avanzata dall'esercito, e proseguendo le proteste popolari contro la sua persona, nel mese di aprile B. ha rassegnato le dimissioni ritirandosi dalla scena politica, sostituito ad interim da A. Bensalah.

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