Accaffare

Enciclopedia Dantesca (1970)

accaffare


Parasinteto verbale di ‛ callo ', " capo ". Compare una sola volta, messo in rilievo dalla rima, nel grido con cui i diavoli ingiungono al barattiere denominato anzian di Santa Zita di non far soverchio, vale a dire di non sporgersi, sopra la superficie della pece: Coverto convien che qui balli, sì che, se puoi, nascosamente accaffi (If XXI 54). Il verbo, di cui si trovano parecchi esempi nel Sacchetti e che era nell'uso, come nota il Parodi, ha il significato di " afferrare " ed estensivamente di " trafugare ". Spiega il Buti: " caffare, ciò è pigliare: et è uno vocabulo volgare fiorentino et antico ". Si tratta dunque di un termine dialettale e forse gergale, col quale i diavoli alludono ironicamente al losco mestiere del barattiere, " di pigliare occultamente ", come dice ancora il Buti.

Bibl. - Parodi, Lingua 277.