Folico, acido

Dizionario di Medicina (2010)

folico, acido


Sostanza ad attività vitaminica (vitamina B9) presente nelle parti verdi dei vegetali, nei lieviti e in alcuni organi animali come fegato e rene. È detto anche acido pteroilglutammico. È costituito da un derivato della pteridina, da una molecola dell’ammide dell’acido amminobenzoico e da una di acido L-glutammico. È prodotto industrialmente per sintesi. L’acido f. nell’organismo dà origine a una serie di derivati che costituiscono le forme attive della vitamina, tra cui l’acido tetraidrofolico, che agisce da coenzima, e i composti che da esso si originano. Questi derivati partecipano a molte reazioni metaboliche, come la biosintesi di basi puriniche e pirimidiniche, di amminoacidi, ecc. La carenza di acido f. determina alterazioni soprattutto a livello ematico: esso infatti partecipa alla produzione degli eritrociti e dei leucociti, e la sua azione fondamentale, pertanto, è quella antianemica. Da ricordare gli antimetaboliti dell’acido f. (per esempio, l’amminopterina), impiegati come sostanze antineoplastiche. Il fabbisogno minimo di acido f. per l’uomo è di circa 0,4 mg al giorno e viene soddisfatto in parte dagli alimenti ingeriti (ortaggi e cereali) e in parte dalle sintesi batteriche intestinali. Poiché la carenza di acido f. nelle prime fasi della gravidanza aumenta fortemente il rischio di malformazioni del feto, in particolare di difetti del tubo neurale associati a spina bifida o anencefalia, è importante la sua somministrazione in corso di gravidanza.

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