Lisergico, acido

Dizionario di Medicina (2010)

lisergico, acido


Acido monocarbossilico contenente il nucleo eterociclico dell’indolo. Alcuni derivati di sintesi ‒ precisamente la dietilammide e la monoetilammide ‒ si sono rivelati dotati di notevoli proprietà psicomimetiche, perché la loro somministrazione provoca lo sviluppo di stati analoghi a quelli che si osservano nelle psicosi. La dietilammide (o LSD) è stata sintetizzata nel 1938 dal chimico svizzero Alfred Hofmann (1906-2008), che nel 1943 ne individuò i particolari effetti. L’LSD è attivo nella forma destrogira, a dosi minime, con effetti neurologici (iperriflessia spinale), neurovegetativi, per azione sull’ipotalamo e sul bulbo (aumento della pressione arteriosa, del respiro e del metabolismo basale; iperglicemia, oliguria, ecc.), elettroencefalografici (attività elettrica parossistica a livello delle circonvoluzioni dell’ippocampo e dell’amigdala) e psichici. Questi ultimi consistono in variazioni del tono dell’umore, con euforia, che può essere interrotta da crisi di segno opposto (cioè di depressione con ansia), allucinazioni visive e deformazioni delle figure, alterazioni dello schema corporeo, fenomeni di depersonalizzazione e di derealizzazione, rallentamento del pensiero, orientamenti paranoidi interpretativi. L’altro derivato di sintesi dell’acido lisergico, la monoetilammide, induce effetti analoghi, ma risulta molto meno attivo del precedente, determinando soprattutto un rallentamento psicomotorio.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata