ACROLEINA

Enciclopedia Italiana (1929)

ACROLEINA

Luigi Francesconi

È il principio acre dei corpi grassi. Da molto tempo ottenuta fra i loro prodotti di distillazione, si forma non solo nel loro riscaldamento, ma meglio nella loro combustione incompleta. Il lucignolo semispento di una lampada ad olio emette odore irritante dovuto all'acroleina.

Fu studiata da Redtenbacher. È un liquido incoloro, mobile, molto rifrangente, bolle a 52°,4, ha densità = 0,8420. La densità di vap. è = 1,897. Di odore molto irritante, soffocante e nauseabondo, il suo vapore agisce su gli occhi e gli organi respiratorî, tanto che basta spanderne alcune gocce in un appartamento, per rendere l'atmosfera insopportabile. Il suo sapore è bruciante. Essa è solubile in 40 parti di acqua.

L'acroleina è il più semplice rappresentante delle aldeidi non sature della serie grassa, della formula generale CnH2n-2O. Riassume il comportamento delle aldeidi semplici e delle olefine. Come olefina, l'acroleina somma l'idrogeno, l'acqua ossigenata, gli alogeni, ecc., ma insieme può reagire anche il gruppo aldeidico.

Quindi l'acroleina, p. es., con idrogeno nascente, sotto l'influenza di amalgama di Al o con la coppia Zn − Cu in soluzione acetica, può dare i seguenti prodotti:

Come prodotto intermedio si forma l'acropinacone:

Con varî reagenti possono ottenersi derivati diversi, a seconda che agiscono nel legame olefinico o nel gruppo aldeidico o su entrambi; come ad es. H2O2 che può dare:

Con l'acroleina, il bromo dà l'aldeide dibromopropionica:

L'acqua dà l'aldeide idroacrilica:

e l'acido cloridrico dà l'aldeide β-cloropropionica:

la quale, scaldata con KOH o K2CO3, dà la metacroleina; il PCl5 dà il dicloropropilene

Per il gruppo aldeidico dà una serie numerosa di derivati e prodotti di condensazione; così ad es. con l'NH3 dà la acroleinammina, che, distillata, si condensa in picolina, e con l'idrazina dà la pirazolina.

Riduce il liquido di Fehling, non dà bisolfiti, e, abbandonata a sé stessa, dà con il tempo una massa bianca amorfa: il disacrile.

Preparazione. - L'acroleina si ottiene:

1° Mediante la disidratazione della glicerina anidra per riscaldamento con bisolfato potassico a 300°-340°

2. Con eliminazione di alcool dall'etere dialcoolato della glicerina, con acido ossalico anidro. Metodo analogo al precedente e, come i successivi, di interesse teorico.

Il metodo è però generale, poiché dagli omologhi della glicerina si hanno quelli dell'acroleina.

3. Dall'alcool allilico, per ossidazione con K2Cr2O7 e H2SO4 o con il nero di platino.

4. Dal bromuro di acetone con Ag2O.

5. Per trattamento pirogenico del trimetilenglicol (CH2OH−CH2−CH2OH).

6. Per azione diretta dell'ossido di carbonio sull'etilene:

Reazioni cromatiche. - L'acroleina presenta m gran numero di reazioni cromatiche le cui caratteristiche sono: estrema sensibilità, intensità e bellezza delle colorazioni.

Tra le migliori van poste le seguenti, che sono però comuni a molte altre aldeidi e ad altre sostanze:

1. Con nitroprussiato ed alcali, dà una intensissima colorazione rosso-ciliegia.

2. Con nitroprussiato e piperidina, colorazione bleu intenso.

3. Con m. dinitrobenzolo e alcali, colorazione rosso-viola.

Usi. - L'acroleina trovò impiego in guerra, sotto il nome francese di papite, per la sua proprietà di attaccare rapidamente ed intensamente la mucosa nasale ed in seguito anche la parte esterna del globo oculare, tanto da produrre alterazioni permanenti della cornea; e perché, respirata a lungo, produce lesioni polmonari capaci di dare la morte.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Acido cloridrico

Acqua ossigenata

Acido ossalico

Distillazione

Globo oculare