Acuita tattile

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

acuità tattile


Capacità dei recettori del tatto – terminazioni nervose sensitive dette corpuscoli tattili – di distinguere la distanza minima tra due stimolazioni che producono la deformazione meccanica di aree cutanee separate. Il tatto e la pressione derivano dallo stesso stimolo, ossia dalla deformazione meccanica, ma a intensità diverse: il tatto è legato all’attivazione dei corpuscoli di Meissner, mentre la pressione all’attivazione dei corpuscoli di Pacini. I primi sono localizzati maggiormente negli strati più superficiali della cute e possiedono terminazioni nervose circondate da pochi strati di tessuto; ciò spiega perché anche una stimolazione minima riesca ad attivare i corpuscoli di Meissner. I corpuscoli di Pacini sono invece terminazioni nervose più profonde e rivestite di strati di tessuto più spesso. Nell’acuità tattile si distinguono la soglia e la discriminazione delle relazioni spaziali. La soglia percettiva consiste nell’intensità minima che una stimolazione meccanica deve raggiungere per dar luogo a una percezione cosciente; la discriminazione superiore al valore di soglia è proporzionale al numero e al grado di deformazione dei recettori interessati. I punti del corpo a maggiore densità recettoriale per millimetro quadrato di cute (labbra e punte delle dita) sono dotati di maggiore sensibilità. La discriminazione delle relazioni spaziali consiste, invece, nella capacità di percepire deformazioni cutanee in base alla profondità e alla distanza tra due stimoli separati, che nelle zone cutanee a maggiore densità recettoriale può arrivare a percepire deformazioni di solo 1 μm di profondità e a distinguere tra due stimolazioni puntiformi separate solo da 1,2 mm. (*)

Tatto

CATEGORIE