Affetto

Enciclopedia Dantesca (1970)

affetto (agg.)


Dal participio latino affectus del verbo afficio (Papias: " Affectus ab ‛ afficio -cis ' maceratus, caesus, ex ‛ ad ' et ‛ facio ' "). Si trova soltanto, con valore di aggettivo, in Pd XXXII 1 Affetto al suo piacer, quel contemplante/ libero officio di dottore assunse: s. Bernardo (quel contemplante), " fisso con affetto " (cfr. XXXI 141 li suoi [occhi] con tanto affetto volse a lei), " assorto ", " intento " a contemplare Maria (al suo piacer), assunse spontaneamente l'ufficio di dottore. Altri intende " dopo aver goduto a piacer suo del suo contemplare " Maria. Così il Buti: " Affetto: cioè affettuoso fatto e desideroso e dato a la contemplazione de la Vergine Maria... et è la sentenzia: Poi che Santo Bernardo, contemplante la gloria de la Vergine Maria, fu Affetto, cioè innamorato et infiammato della sua visione di lei tanto, quanto li piacque ". Per le varianti testuali al verso, v. Petrocchi, ad l.