AGIDE III

Enciclopedia Italiana (1929)

AGIDE III

Vincenzo Costanzi

. Successe, come re di Sparta, al padre Archidamo III (v.), nel 338. Egli era certo uno dei più irriducibili nemici della Macedonia: tanto che, appena Alessandro Magno ebbe iniziata la marcia nell'Asia Minore, egli cominciò ad intendersi con Farnabazo e Autofradate comandanti della flotta persiana, coi quali ebbe un colloquio a Sifno (sulla fine del 333 a. C.), dove giunse loro la notizia della vittoria d'Alessandro a Isso. Farnabazo si recò a Chio: Autofradate dette ad A. trenta talenti e dieci triremi, che questi mandò al fratello Agesilao per mezzo d'Ippia, con l'ordine che, pagati i marinai, si recasse a Creta. Egli poi andò ad Alicarnasso, dove era Autofradate, dal quale soccorso con denaro poté condurre 8000 mercenarî sfuggiti ad Isso. Gli riuscì così di sollevare l'Elide e una parte dell'Arcadia e dell'Acaia; quindi, avendo battuto Corago, capo del presidio macedonico, assediò Megalopoli. Ma Antipatro, domata una ribellione in Tracia e in Illiria, ebbe facilmente ragione dell'esercito raccogliticcio di A., e in una battaglia combattuta sotto Megalopoli, A. fu battuto e vi lasciò la vita nel 331.

Come si vede, non è quella di A. III una figura emergente sulla mediocrità. Lo stesso tentativo di sollevare contro Alessandro Sparta e il Peloponneso in seguito alla splendida vittoria d'Isso mostra che egli non aveva una percezione esatta della situazione. La superiorità degli ordinamenti militari macedoni doveva lasciare poche illusioni sul successo finale, anche se una parte ben rilevante dell'esercito che aveva vinto a Cheronea era in marcia attraverso l'Asia. Egli non seppe far altro che morire sul campo, trovando nella fine da prode una riabilitazione ai suoi errori politici.

Fonti: Diodoro, XVI, 63, 2; 88, 4; XVII, 48, 62; Plutarco, Agis, 3; Pausania, XlI, 10, 5; Arriano, Anab., II, 13, 4, III, 6, 3; 16, 9; Quinto Curzio, IV,1, 38; VI, 1, 8, 15; Eschine, LII, 165.

Bibl.: A. Schäfer, Demosthenes und seine Zeit, 2ª ed., III, Lipsia 1887, pp. 176, 201 segg.; J. G. Droysen, Gesch. des Hellenismus, 2ª ed., I, Gotha 1877, pp. 273 segg., 391 segg.; B. Niese, Gesch. der griechischen und makedonischen Staaten, I, Gotha 1893, p. 37, n. 1, 103, 107, 497 segg.; II, p. 8, n. 1; J. Beloch, Griech. Gesch., 2ª ed., III, i, p. 631; ii, p. 318; IV, ii, pp. 77, 155.

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