Aglauro

Enciclopedia Dantesca (1970)

Aglauro

Giorgio Padoan

. Figlia di Cecrope, re di Atene, avvedutasi della presenza di Mercurio nella stanza che ella condivideva con le sorelle Erse e Pandrosa, fu dal dio stesso messa confidenzialmente a parte dei segreti convegni d'amore che egli aveva con Erse. Per volontà di Minerva l'Invidia sparse i propri veleni su A.: la quale meditò come ostacolare quell'amore, e tentò quindi di impedire l'ingresso al divino amante tenendo sbarrata la porta; onde fu da Mercurio mutata in sasso (Ovid. Met. II 708-832). Un altro mito (meno diffuso, e che pare ignoto a D., ma che è narrato anche dal Myth. Vat. Lat. II 37) racconta invece che Minerva avrebbe affidato alle tre sorelle una cassa, proibendo loro di aprirla; in essa era rinchiuso il mostro Erittonio, metà serpente e metà uomo. A. ed Erse (secondo altri, Pandrosa) si lasciarono vincere dalla curiosità, e, divenute pazze per il terrore, si precipitarono in mare. La metamorfosi di A. in sasso, giusta la narrazione ovidiana, è citata tra gli esempi di invidia punita gridati agl'invidiosi nella seconda cornice del Purgatorio (Pg XIV 139).

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