STORACE, Agostino

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)

STORACE, Agostino

Daniele Sanguineti

– Nacque a Genova da una delle numerose figlie dello scultore Anton Maria Maragliano e da Giovanni Battista Storace in un momento collocabile, con ogni probabilità, nel secondo decennio del Settecento (Ratti, 1762, 1997; Sanguineti, 1994-1995, p. 141, e 2013, pp. 229, 452).

Venne quindi formato dal nonno e rimase costantemente nella bottega di famiglia, in strada Giulia, come collaboratore. Il suo impiego nella lavorazione delle opere ordinate a Maragliano è evidente in alcuni gruppi, come, ad esempio, la Pietà del santuario della Madonnetta a Genova, scolpita nel biennio 1731-32, e il Battesimo di Cristo della chiesa di S. Giovanni Battista a Vado Ligure, vera e propria replica del gruppo ordinato a Maragliano nel 1731 da parte della comunità di Sassello (Sanguineti, 2012, pp. 365, 382, 400). Ma la documentazione finora nota relativa all’attività dello scultore è posteriore alla morte di Anton Maria Maragliano (marzo 1739). Ciò significa che solo da quel momento Agostino iniziò ad affrontare commissioni in proprio, ereditando, insieme al cugino Giovanni Maragliano, la celebre bottega (Sanguineti, 2013, pp. 227-229).

Una delle prime, come suggerisce la datazione al 1740, dovrebbe identificarsi nel gruppo processionale raffigurante Cristo appare a s. Martino che dona il mantello al povero per la confraternita di S. Martino a Genova Pegli, ove Storace, cui è attribuibile, fu coadiuvato da un ignoto collaboratore (pp. 231, 297 s. nota 693; Zanelli, 2017, p. 110). Nelle opere della prima parte della sua lunga attività – come il S. Giovanni Nepomuceno di S. Maria della Rosa a Santa Margherita Ligure, del 1742 (Sanguineti, 2017), il S. Lorenzo della parrocchiale di Quiliano, realizzato tra il 1745 e il 1750 (Sanguineti, 1994-1995, p. 142, e 2013, pp. 228, 297 nota 690), la Madonna addolorata della parrocchiale di Pieve di Campi presso Albareto, nel Parmense, del 1750 (Sanguineti, 2013, pp. 230, 297 nota 691, e lo scenografico gruppo allestito nella cappella dedicata al beato Girolamo Emiliani nella chiesa di S. Maria Maddalena a Genova, sempre del 1750 (Sanguineti, 1994-1995, p. 143, e 2013, pp. 230, 297 nota 692) – prevale un’interpretazione più minuta che magniloquente del linguaggio maraglianesco, con la progressiva emersione di tipiche sigle, costituite da volumi calibrati e volti caratterizzati da nasi appuntiti, fronti spaziose e occhi allungati. Nel grandioso Martirio dei ss. Nazario e Celso, scolpito per l’omonima confraternita di Genova Pegli tra il 1750 e il 1751 (Zanelli, 2017), Storace ricorse a una complessa composizione piramidale, riprendendo le fortunate macchine approntate da Maragliano all’inizio del secolo.

Datano tra gli anni Cinquanta e Sessanta i lavori più impegnativi, richiesti in particolare dalle committenze delle Riviere: la Madonna del Carmine nella chiesa di S. Siro a Montale di Levanto, del 1751 (Sanguineti, 1994-1995, p. 146, e 2013, pp. 231, 298 nota 694), quella della chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo a Loano, del 1752 (Sanguineti, 1994-1995, p. 146, e 2013, pp. 231, 298 nota 694), il S. Rocco e il S. Sebastiano della parrocchiale di Roviasca di Quiliano, del 1754 (Sanguineti, 2011-12, p. 631), il Crocifisso della chiesa di S. Desiderio a Genova Bavari, del 1756 (Sanguineti, 1994-1995, pp. 143 s., e 2013, pp. 231, 298 nota 695), la complessa Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor nella chiesa del Ss. Salvatore a Valleggia, scolpita tra il 1757 e il 1758 (Sanguineti, 1994-1995, pp. 144 s., e 2013, pp. 231, 298 nota 696), l’Annunciazione nella parrocchiale di Cadepiaggio presso Parodi Ligure, del 1758 (Sanguineti, 1995) e la Ss. Trinità acquistata nel 1764 dalla confraternita della Misericordia di Albenga (Sanguineti, 1994-1995, pp. 146-148, e 2013, pp. 231, 298 nota 698). Nel 1758 gli vennero corrisposte 4 lire «per accomodo di paglij», ossia paliotti lignei, da parte del cancelliere della compagnia di Nostra Signora Assunta affiliata alla confraternita genovese di S. Giorgio (Sanguineti, 1994-1995, p. 142 nota 9).

Il lato più nobile della professione, ovvero quello di statuario, emerge dalla vicenda connessa al tentativo di fondare l’Arte degli scultori e intagliatori di legno: l’11 ottobre 1761 fu eletto da trentaquattro colleghi «professori», con 32 voti, procuratore e deputato, insieme ad altri cinque scultori, per farsi promotore della relativa istanza, da rivolgere al Senato ma di fatto non attuata (Sanguineti, 2013, pp. 64, 453, 488). Contemporaneamente, la notevole richiesta di opere fece introdurre nella loro lavorazione numerose maestranze, come rivelano, per esempio, la Madonna del Rosario nell’oratorio del S. Cristo di Genova Sestri Ponente, documentata nel 1758 a Storace con l’intervento di Giulio Casanova (Zanelli, 2004, p. 85; Sanguineti, 2007, p. 185, e 2013, pp. 232, 299 nota 706), e la Madonna del Buon Consiglio, ultimata nel 1767 per la comunità parrocchiale di Amborzasco da Giulio Cesare Vincentelli e Giuseppe Pagliari nello «studio del signor Agostino Storace scultore posto in Genova in Strada Giulia» (Sanguineti, 2013, pp. 229, 489). La lettura stilistica conferma la realizzazione entro la bottega di Storace della Madonna del Rosario nella chiesa di S. Lorenzo a Genova Premanico, del 1767 (Sanguineti, 2011-12, p. 650), e dei tre apostoli dormienti spediti da Genova nel 1768 per il completamento dell’Orazione nell’orto del convento di S. Clara a La Laguna, Tenerife (Franchini Guelfi, 2014).

Nel 1770 Storace realizzò il S. Lorenzo per la parrocchiale di Orco, nell’entroterra di Finale Ligure, e nel 1778 fornì alla comunità di Valleggia il gruppo con la Sacra Famiglia (Bartoletti, 2018). La documentazione emersa in relazione alla Madonna Assunta della parrocchiale di Vaccarezza, del 1778, è di estremo interesse, poiché, oltre a confermare la costante presenza dello scultore nel laboratorio di strada Giulia, rivela la sostituzione del suo cognome con quello, tradizionalmente celebre, del nonno (Santamaria, 1999, pp. 98-100; Sanguineti, 2013, pp. 229, 231, 298 s. nota 699). Per la stessa comunità parrocchiale, nel 1779, il maestro fornì il S. Antonio di Padova: entrambe le opere denunciano un certo raggelamento compositivo. La Madonna Assunta della parrocchiale di Palasca presso Balagna e quella della parrocchiale di Speloncato, assegnabili a Storace per ragioni di stile, giunsero in Corsica rispettivamente nel 1783 e nel 1784 (Sanguineti, 2011-12, p. 661). Ancora nel 1788 il longevo scultore realizzò la Madonna del Rosario per la chiesa del Santo Sepolcro a Portio (Bartoletti, 2018), e nel 1793 ricevette un pagamento per il S. Marco Evangelista destinato all’omonima parrocchiale di Borghetto d’Arroscia (Franchini Guelfi - Rolandi Ricci, 2018).

Si ignora il dato anagrafico relativo al decesso.

Fonti e Bibl.: C.G. Ratti, Storia de’ pittori, scultori et architetti liguri e de’ foresti che in Genova operarono... (1762), c. 154v, a cura di M. Migliorini, Genova 1997, p. 189; O. Grosso, Catalogo della mostra delle Casacce genovesi, in Le Casacce e la scultura lignea sacra genovese del Seicento e del Settecento (catal.), Genova 1939, p. 45; D. Sanguineti, Appunti su A. S.: opere documentate e ipotesi attributive per un discepolo di A.M. Maragliano, in Rivista ingauna e intemelia, XLIX-L (1994-1995), pp. 141-152; Id., La scultura lignea, in La Parrocchiale dei Santi Rocco e Sebastiano di Parodi Ligure tra Medioevo ed Età contemporanea, a cura di C. Paolocci, Genova 1995, pp. 56-59; R. Santamaria, Le statue lignee della chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Casella e due sculture di A. S. in Santa Maria Assunta di Vaccarezza, in Miscellanea di studi del Centro culturale del Comune di Casella, Casella 1999, pp. 98-101; D. Sanguineti, Problematiche e novità per la scultura lignea genovese fra Sei e Settecento, in Arte viva. Fimantiquari, VIII (2000), 20-21, pp. 83, 85 nota 15; G. Zanelli, Il patrimonio artistico degli oratori del Ponente genovese: ritrovamenti e restauri, in Confraternite genovesi all’alba del terzo millennio. Atti del Convegno..., a cura di L. Venzano, Genova 2004, pp. 85 s.; D. Sanguineti, Maragliano e maraglianeschi, in Han tutta l’aria di Paradiso. Gruppi processionali di Anton Maria Maragliano tra Genova e Ovada (catal.), a cura di F. Cervini - D. Sanguineti, Torino 2005, pp. 115 s.; Id., Qualche nota su Maragliano e i maraglianeschi nell’alessandrino, in Uno spazio storico. Committenze, istituzioni e luoghi nel Piemonte meridionale, a cura di G. Spione - A. Torre, Torino 2007, pp. 185 s.; Id., Scultura genovese in legno. Materiali per un repertorio dalla seconda metà del Cinquecento al Settecento, tesi di dottorato, Università degli Studi di Udine, a.a. 2011-12, pp. 631, 650, 661; Id., Anton Maria Maragliano 1664-1739. ‘Insignis sculptor Genue’, Genova 2012, pp. 15, 16, 50, 54, 81, 99, 102, 104, 107-110, 365, 382, 400, 447; Id., Scultura genovese in legno policromo dal secondo Cinquecento al Settecento, Torino 2013, pp. 64, 227-233, 452 s., 488 s.; F. Franchini Guelfi, Da Genova alle isole Canarie: argenti, tessuti preziosi e sculture dal Seicento all’Ottocento, in Arte cristiana, CII (2014), pp. 168 s.; A. Rolandi Ricci, Opere maraglianesche nel Dianese, in altre località della Diocesi di Albenga-Imperia e alcune ‘scoperte’ nizzarde, in Communitas Diani, XXXIX (2016), p. 95; D. Sanguineti, Maragliano, allievi ed epigoni: la scultura lignea settecentesca nelle chiese di Santa Margherita Ligure, in Santa Margherita Ligure. Documenti di storia, arte e architettura, a cura di S. Bianchi - G. Rossini, Genova 2017, pp. 147 s.; G. Zanelli, Tra Ponente e Levante genovese. Sculture in legno sul territorio, in Scultura in legno policromo d’età barocca. La produzione di carattere religioso a Genova e nel circuito dei centri italiani. Atti del Convegno... 2015, a cura di L. Magnani - D. Sanguineti, Genova 2017, pp. 110 s.; M. Bartoletti, Il Savonese, in Maraglianeschi. La grande scuola di Anton Maria Maragliano, Genova 2018, p. 264; F. Franchini Guelfi - A. Rolandi Ricci, La diocesi di Albenga Imperia, ibid., p. 284; D. Sanguineti, I protagonisti della stagione maraglianesca, ibid., pp. 43-50; Id., L’eredità, in Maragliano 1664-1739. Lo spettacolo della scultura in legno a Genova (catal.), a cura di D. Sanguineti, Genova 2018, pp. 281-285.

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