AGRIGENTO (v. vol. i, p. 148 ss.). - Museo Archeologico Nazionale. Di recentissima istituzione (1967). Sorge in località S. Nicola, presso la chiesa cistercense omonima, al centro della Valle dei Templi, là dove si conservano i resti del cosiddetto Oratorio di Falaride, che da recenti scavi è stato riconosciuto come tempietto dell'ultima fase ellenistica di un santuario durato a lungo nel tempo, e di un ekklesiastèrion (III sec. a. C.), testè scoperto, dalle eleganti forme ad orchestra con cavea che l'avvolge, in gran parte scavata nella viva roccia.
È oltre che il museo dell'antica A., a cui è riservata una prima preminente sezione, anche il museo archeologico della Sicilia centro-meridionale, attorno al quale, come satelliti, fanno corona il Museo Nazionale di Gela, il Museo Civico di Caltanissetta e l'Antiquarium di Eraclea Minoa, tutti istituiti negli ultimi anni.
Il museo è di concezione assai moderna e le due sezioni di cui si compone sono indipendenti e giustapposte. Quasi tutto l'edificio, che in parte è nuovo e in parte incorpora le strutture superstiti del convento di S. Nicola, si sviluppa su un solo piano. Il percorso di visita è rigorosamente continuo. Molto accurate la distribuzione scientifica dei materiali e la loro illustrazione didattica, cui concorrono numerose scritte e tavole con fotografie e grafici. Al museo si accompagna un complesso assai vario di elementi accessorî: una sala per conferenze, una ricca biblioteca specializzata, un auditorium per concerti da camera, un museo di seconda scelta e magazzini attrezzati a disposizione degli studiosi. La sicurezza è garantita da un impianto di allarme a campo magnetico e da altro di controllo televisivo a circuito chiuso.
La sistemazione si attiene a una rigorosa tematica. Nella sala introduttiva testi di antichi scrittori ricordano la storia e la topografia di Agrigento. La sala attigua è destinata a rappresentare l'ambiente nel quale ebbe luogo la colonizzazione greca, che qui pervenne da Gela. Segnono: la sala della ceramica greca (VI-III sec. a. C.); quella della scultura architettonica (grondaie a testa leonina); il salone del tempio di Zeus Olimpico (Olympieion), dove è stato ricostruito in posizione stante il telamone superstite del singolare edificio (v. vol. i, fig. 213); la sala dei santuarî, con ricca suppellettile di ex voto in terracotta e molti cospicui esempi dell'antica plastica agrigentina; la sala delle case ellenistico-romane; quella dell'epigrafia; il medagliere; la sala della scultura greco-romana (da notarsi il noto Efebo ch'era prima nel Museo Civico: v. vol. i, fig. 219); la galleria delle necropoli; due sale destinate alla preistoria del territorio agrigentino quale è risultata da recenti scavi; nonché le sale topografiche delle province di A. e di Caltanissetta. Altra apposita sala, con ingresso indipendente, è riservata alle mostre temporanee.
(P. Griffo)