AIMO Domenico, detto il Varignana, il Bologna, il Vecchio Bolognese

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

AIMO (Lamia, De Amis, De Iami) Domenico, detto il Varignana, il Bologna, il Vecchio Bolognese

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Figlio di Giovanni, originario di Varignana nel Bolognese (di qui il soprannome), se ne ignora l'anno di nascita, che si può supporre tra il 1460 e il 1470.

Scultore, nel 1506 a Roma partecipò al concorso indetto da Bramante per la migliore copia in cera del gruppo del Laocoonte, allora ritrovato nelle terme di Tito. Nel 1510, dai fabbricieri di S. Petronio a Bologna fu incaricato di terminare la statua di S. Ambrogio, già affidata a lacopo della Quercia, che fu collocata sulla porta maggiore della chiesa a lato delle due dello stesso Jacopo. Nel 1514 fu incaricato dai Conservatori di Roma di scolpire per il loro palazzo la statua di Leone X, opera mediocre, ora nella chiesa di S. Maria in Aracoeli. Dal 1519 al 1523 lavorò nella basilica di Loreto al bassorilievo del Transito della Vergine. Ritornato a Bologna nel 1530, ebbe l'incarico di alcuni lavori nella chiesa di S. Petronio; i suoi disegni per le porte minori della chiesa non furono mai eseguiti, in seguito ad aspre critiche. Nel 1533 il cardinale Bernardo Clesio gli chiese un parere sui lavori in corso nel castello del Buonconsiglio a Trento. Mori a Bologna il 12 maggio 1539.

Suo fratello Giacomo, pure scultore, eseguì le statue della facciata della chiesa di S. Maria di Galliera a Bologna (costruita fra il 1479 e il 1492).

Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le Vite..., con nuove annotazioni e commenti di G. Milanesi, IV, Firenze 1879, p. 520; I.. Cicognara, Storia della scultura, II, Prato 1823, p. 246; G. Campori, Artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, p. 4; A. Venturi, Il gruppo del Laocoonte e Raffaello, in Arch. stor. dell'arte, II (1889), p. 106; A. Gatti, La fabbrica di S. Petronio, Bologna 1889, pp. 98-99; E. Mauceri, Andrea Sansovino e i suoi scolari in Roma, in L'Arte, II (1900), pp. 251-258; I. B. Supino, La scultura in Bologna nel sec. XV, Bologna 1910, pp. 66-71; Id., Le sculture delle porte di S. Petronio di Bologna, illustrate con documenti inediti, Firenze 1914, pp., 4 ss.; C. Ausserer-G. Gerola, I Documenti Clesiani del Buonconsiglio, in Miscell. di storia veneto-tridentina..., Venezia 1924, pp. 193, 217, 263; W. Hagen, Ehrenstatuen der Päpste, Leipzig 1929, p. 41; A. Colasanti, S. Maria in Aracoeli, s.l. s.d., fig. 27; S. Weber, Artisti trentini ed artisti che operarono nel Trentino, Trento 1933, p. 10-11; A. Venturi, Storia dell'arte ital., X, 1, La scultura del Cinquecento, Milano 1935, pp. 215-220; I. B. Supino, L'arte nelle chiese di Bologna nei secc. XV e XVI, Bologna 1938, pp. 38, 59, 61, 63. 161, 162, 199, 229 n. 7; R. Buscaroli, Il fonte battesimale di Dozza e D. di A. da Varignana, in Atti d. Assoc. per Imola storico-artistica, VIII (1957), pp. 51-63 (con notizie tratte da documenti inediti); U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 152.

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