RESNAIS, Alain

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1994)

RESNAIS, Alain

Francesco Bolzoni

(App. IV, III, p. 210)

Regista cinematografico francese. Al disgregarsi del gruppo iniziale della Nouvelle vague, R. insiste sulla libertà della scrittura cinematografica. Quasi avesse dato fondo a una parte di sé, la più personale, in Providence (1976), aderisce a curiosità e interessi che, a prima vista, sembrerebbero divaricanti, e li riconduce a una cifra stilistica spesso esemplare.

Mon oncle d'Amérique (1980), che finge di essere una dimostrazione delle teorie di H. Laborit sul sistema nervoso e i comportamenti dell'individuo, è un insieme di novelle che s'intrecciano con grazia e ironia. La vie est un roman (La vita è un romanzo, 1983), passando da favola a scherzo gotico, a satira di metodi educativi che si ritengono d'avanguardia, sfiora sorridendo i temi della felicità impossibile da programmarsi e dell'inventiva infantile che infrange gli schemi. L'amour à mort (L'amour à mort, 1984), scritto come i due precedenti film da J. Gruault, e Mélo (Mélo, 1986, ricavato dallo stesso regista da un dramma di H. Bernstein) intervengono, con un procedimento a freddo, sulla disputa intorno all'amore che vince la morte fornendo indicazioni che, se accostate, neppure concordano e che tuttavia rispondono a un'analoga esigenza di compostezza formale. Il gusto per il fumetto, le cui tecniche e i cui contenuti già fanno sornionamente capolino in alcuni dei film citati, esplode in I want to go home! (Voglio tornare a casa!, 1989) che, per la leggerezza del tocco e l'esilità delle occasioni narrative (le divertenti disavventure di due innocenti all'estero, un padre americano disegnatore satirico e la di lui figlia, studiosa di Flaubert), sembrerebbe opera minore nella filmografia del regista. Ma, proprio scherzando, qui R. dice molto − e in modo più scoperto che altrove − della propria poetica che, pur rifacendosi a esperienze e avventure culturali disparate, ha saputo saldare tradizione e novità sul versante stilistico, coniugare divertimento e riflessione, amalgamare spunti teatrali e sostanza cinematografica. Lo ribadisce, con esiti godibili, un film di quasi cinque ore diviso in due parti − Smoking e No smoking (1994), suggerito da sei commedie dell'inglese A. Ayckburn − dove una serie di variazioni narrative è affidata a due soli attori, S. Azema e P. Arditi, e a una scelta iniziale (quali le conseguenze di un gesto elementare, fumare o non fumare una sigaretta?), dalla quale possono derivare, dimostra divertito il regista, ben sedici ''dilatazioni'' della situazione di partenza. Vedi tav. f.t.

Bibl.: P. Bertetto, Alain Resnais, Firenze 1976; J. Monaco, Alain Resnais, Londra 1978; R. Benayoun, Alain Resnais, arpenteur de l'imaginaire, Parigi 1980; F. Vergerio, I film di Alain Resnais, Roma 1984; M. Oms, Alain Resnais, Parigi 1988; F. Thomas, Atelier d'Alain Resnais, ivi 1989.

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