ALANO di Lilla

Enciclopedia Italiana (1929)

ALANO di Lilla (Alanus ab Insulis; Alain de l'Isle)

Mario Casella

Nato a Lilla verso il 1128, morto a Cîteaux nel 1202. Insegnò probabilmente a Parigi; fattosi monaco cisterciense, partecipò, seguendo le direttive del terzo concilio del Laterano (1179), dove intervenne, alla propaganda dell'Ordine contro gli eretici. Corroborando di una interpretazione razionale gli argomenti tratti dall'autorità della Scrittura e dei santi padri, quia auctoritas cereum habet nasum, id est in diversum potest flecti sensum, egli confutò (De fide catholica contra haereticos) gli errori dei valdesi, dei giudei e dei musulmani. Il suo razionalismo con coloriture di misticismo giunge a dichiarare (Theologicae regulae) che come ogni scienza ha principî proprî e sue proprie regole, così la teologia ha i suoi enigmata o problemata che possono con metodo deduttivo interpretarsi o risolversi. Spirito speculativo, A. mira a conciliare e fondere in un sistema gli elementi che, direttamente o indirettamente, gli venivano da fonti diverse. Nelle sue opere le influenze di Aristotele si compongono con quella dei neoplatonici e, non solo formalmente, si sente il lungo studio di Boezio. Da lui ripete A., in una combinazione di prosa e poesia, la struttura del De planctu Naturae, dove la Natura, Dei auctoris vicaria nelle particolarità di organare la materia dell'universo visibile - figurazione che passò nel Tesoretto di Brunetto Latini e nel Roman de la Rose - si duole della depravazione umana e si scaglia contro la lussuria. Ed è la stessa Natura che nel poemetto Anticlaudianus delibera la formazione dell'uomo perfetto che potrà combattere i vizî, e ne fa chiedere a Dio l'anima inviandosi la Prudenza messaggera del coro delle Virtù. È un viaggio per i sette cieli sul carro dei Sensi, per il firmamento con la guida della Teologia, all'empireo con la guida della Fede; e da ultimo ha luogo un rapimento estatico. Siamo nel campo dove spazierà l'alta fantasia di Dante. Le due ultime opere sono notevole documento di quell'umanesimo francese del sec. XII, largamente aperto a tutte le correnti spirituali, ma vigile su di sé nell'ambito della religione cristiana; non insensibile al sentimento della forma senza mai trasferirsi totalmente in essa a scapito del pensiero.

Bibl.: Cl. Baeumker, Handschriftliches zu den Werken des Alanus, Fulda 1894; M. Baumgartner, Die Philosophie des Alanus de Insulis, in Beitr. z. Gesch. d. Philos. des Mittelalters, II, Münster 1896; B. Hauréau, Mémoires sur la vie et les øuvres d'Alain de Lille, in Mémoires de l'Acad. des Inscript. et Belles Lettres, XXXII (1886), I, pp. 1-27; B. Geyer, in F. Überweg, Grundriss der Geschichte der Philosophie, II, 11ª ed., Berlino 1928, pp. 245-247, e cfr. 706, per ulteriori indicazioni bibliografiche.

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