ALBA FUCENTE

Enciclopedia Italiana (1929)

ALBA FUCENTE (antica Alba Fucens o Fucentia)

Goffredo BENDINELLI
A. Jahn Rusconi

Antico centro del territorio degli Equi, sulla Via Valeria, a NO. del lago Fucino (8 km. da Avezzano; attuale Albe, frazione del comune di Massa d'Albe, con 148 abitanti). Colonizzata dai Romani nel 450/304, con una massa di 6000 coloni inviati a colonizzare un territorio di 500 kmq., batté moneta di vario tipo (argento e bronzo) dal 303 al 263. Fu iscritta nella tribù Fabia. Pur essendo rimasta fedele a Roma durante la guerra annibalica, fu, nel 209, tra le colonie latine che si rifiutarono di mandare a Roma ulteriori aiuti d'uomini e di denaro; cosa di cui Roma non mancò poi di vendicarsi. Alla fine della guerra sociale, durante la quale si difese contro gli alleati, ebbe la cittadinanza romana e il titolo di municipium. Per la sua naturale posizione fortificata servì come cittadella e come luogo di deportazione per prigionieri di alto grado (Siface re di Numidia, Perseo di Macedonia, Bituito re degli Averni). Presenta tuttora notevoli avanzi antichi, come quelli di una cinta di mura a blocchi poligonali, e frammenti architettonici romani in gran copia, in parte adoperati per la costruzione della chiesa di S. Pietro, la quale riposa sulle fondazioni di un tempio pagano. Avanzi più considerevoli ebbe a riscontrarvi nella prima metà del secolo scorso l'architetto piemontese C. Promis, che ne segnò esattamente il circuito delle mura, le antiche vie lastricate, gli edifici sacri e pubblici, ricchi di particolari interessanti. Puramente ipotetici sono però l'anfiteatro e il teatro, accennati dal Promis. Una complessa magistratura cittadina risulta dal repertorio epigrafico della città (praetores, quatuorviri, aediles, quaestores, curatores, decuriones, senatus populusque Albensis).

Il terremoto del 1915 ha completamente distrutto la bella chiesa di S. Nicola che aveva nella facciata un ricco portale e una ricchissima rosa traforata. Sotto le rovine della chiesa sono stati ritrovati tutti gli oggetti del tesoro, fra i quali un trittico rettangolare di legno del principio del sec. XIII, una stauroteca bizantina e due croci di oreficeria sulmonese.

La chiesa di S. Pietro, una delle più notevoli chiese romaniche d'Abruzzo, sul colle omonimo, è anch'essa quasi interamente distrutta. Rimane solo parte della facciata col portale del 1526 e qualche frammento dell'ambone del sec. XIII.

Bibl.: M. Besnier, Lexique de géogr. ancienne, s. v., Alba Fucens; E. De Ruggiero, Dizion. epigr., s. v. Alba Fucens; G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, p. 340, passim; III, ivi 1916, p. 462 seg.; H. Nissen, Italische Landeskunde, II, p. 457; J. Beloch, Der Italische Bund, p. 141; id., Röm. Geschichte, p. 552; C. Promis, Le antichità di A. F. negli Equi, Roma 1836; A. Sambon, Monnaies antiques de l'Italie, p. 95 segg.; V. B. Head, Hist. Num., Oxford 1911 p. 26; R. Garrucci, Le monete dell'Italia antica, p. 73; Corpus inscr. latin., IX, 3406-4050, 6349-50; P. Piccirilli, Notizie storiche di Alba Fucens, in Rivista Abruzzese, 1894.

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