ALBERTO di Brandenburgo, primo duca di prussia

Enciclopedia Italiana (1929)

ALBERTO di Brandenburgo, primo duca di prussia, ultimo gran maestro dell'Ordine Teutonico

Carlo Capasso

Ultimo figlio del margravio Federico, della linea dei Brandenburgo-Ansbach. Nato il 16 maggio 1491, fu avviato alla carriera ecclesiastica. Ventenne appena, i cavalieri teutonici lo elessero a loro gran maestro, sperandone liberazione dalla Polonia, poichè sua madre, Sofia, era sorella al re polacco Sigismondo. E il giovane capo dell'Ordine rifiutò subito il riconoscimento del vassallaggio. Ne seguì una violenta offensiva dei Polacchi, che, dal 1509, attraverso saccheggi e devastazioni che quasi annullarono ogni commercio locale, si protrasse sino al 1511, quando fu negoziato un armistizio di quattro anni. Il gran maestro se ne valse per andar in Germania a prender contatto coi principi tedeschi, nella speranza di riceverne aiuti. Cominciò allora il suo orientamento verso la Riforma, fecondo di conseguenze grandissime per il principe e per l'Ordine di cui era capo. A Norimberga lo colpirono, nel 1522, le prediche di luterani; per cui, ritornato l'anno appresso in Prussia, che era il centro dell'Ordine, si fece mandare da Lutero due predicatori evangelici. Rapida fu la loro azione. Fin dal 1524 il vescovo di Samland, Giorgio Polentz, passò pubblicamente alla nuova dottrina; nel 1525 lo stesso A. fece altrettanto. Ma, insieme, egli depose la carica di gran maestro e si fece creare e riconoscere, dagli ordini e dalle classi della Prussia, capo temporale della regione, col titolo di duca. Così, non solo la Riforma penetrò largamente e durevolmente in quelle regioni orientali, tanto che l'Ordine Teutonico fu condannato a sparire; ma si creò in sua vece un nuovo stato temporale sotto una dinastia tedesca - ramo degli Hohenzollern - che preparò la non lontana costituzione del moderno stato di Prussia. Per allora, il nuovo ducato fu messo, col trattato di Cracovia, 8 aprile 1525, sotto il vassallaggio della Polonia, dato che aveva bisogno dell'appoggio del re Sigismondo, contro i molti nemici e le non lievi difficoltà che non sarebbero mancate dopo l'audace iniziativa. Per altro, il duca A. cercò di bilanciare la sua dipendenza dai Polacchi, avvicinandosi alla Danimarca, diventata anch'essa luterana (1525), e sposando la figlia del re Federico, Dorotea (1526). Reagirono i cattolici, reagì specialmente l'Ordine, che fece ricorso alla Camera imperiale. E, nel 1531, l'imperatore condannò A. di Brandenburgo al bando.

Nel nuovo ducato, che ebbe a capitale Königsberg, il duca si diede premura di consolidare la sua potenza, cercando di creare un centro di cultura e di vita, di cui la stessa Riforma potesse avvantaggiarsi. Istituì perciò a Königsberg parecchie scuole di latino e l'Albertina, ossia l'università (limitata, allora, solo ad alcuni corsi). Favorì la diffusione di stampe concernenti la nuova dottrina religiosa, ne protesse i maestri, offrì persino la libertà ai servi (leibeigenen) che si fossero dedicati all'insegnamento. Königsberg diventò così un centro abbastanza fervente di dispute religiose, contro il cattolicesimo e nell'ambito del luteranesimo. E famosa è, al riguardo, l'aspra polemica tra Melantone e Andrea Osiander, professore all'Albertina e consigliere dello stesso Alberto. Politicamente ed economicamente, il nuovo stato ebbe esistenza assai travagliata. Le numerose imposte, specialmente sulle città, produssero sorda opposizione. La stessa piccola corte (a un certo momento il duca si lasciò dominare da un astuto avventuriero), provocò disordine e malcontento non lievi, specie dopo la pace di Augusta. Ne approfittò la Polonia che impose nel 1566 una specie di commissione-reggenza, violò molte prerogative cittadine, affidò a nobili molti uffici delle città, accrebbe anziché diminuire il malcontento, senza che il duca, ormai vecchio e logoro nelle forze fisiche e mentali, osasse fare atto di resistenza. Il 20 marzo 1568, egli, quasi fatto estraneo al suo stato, moriva, seguito nella tomba, a poche ore di distanza, dalla sua seconda moglie, Anna Maria di Brunswick. Lo stato di Prussia rimase nella linea albertina per circa un altro mezzo secolo; sino a che, estintasi questa, ne raccolse la successione la linea dei marchesi di Brandenburgo.

Bibl.: Luthers Briefe an Herzog Albrecht e Melanchthons Briefe an H. A., ed. Faber, Königsberg 1811 e 1817; J. Voigt, Briefwechsel der berühmtesten Gelehrten des Zeitalters der Reformation mit Herzog Albrecht v. Preussen, Königsberg 1841; J. Rindfleisch, Herzog Albrecht und die Reformation in Preussen, Danzica 1880; K. Lohmeer, Herzog Albrecht von Preussen, Danzica 1890; P. Tschackert, Urkundenbuch zur Reformationsgeschichte des herzogtums Preussen, I-III, Lipsia 1890; E. Joachim, Die Politik des letzten Hochmeister des deutschen Ritterordens in Preussen A. von B., Danzica 1892; P. Tschackert, Herzog Albrecht von Pr. als reformatorische Persönlichkeit, Halle 1894; Erdmann, in Real-encykl. für protestantische Theologie u. Kirche, I (1896), s. v.

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