ALBURNO

Enciclopedia Italiana (1929)

ALBURNO (dal nome latino antico dell'alborella; lat. scient. Alburnus Heck.; ital. alborella; fr. ablette; ted. Uckelei; ingl. bleak)

Decio Vinciguerra

Genere di pesci ossei della famiglia dei Ciprinidi, istituito da Cuvier per il Leuciscus alburnus di Linneo, caratterizzato dalla presenza di appendici branchiali allungate, lanceolate, dalla lunghezza della pinna anale e dall'avere il ventre molto compresso col margine non coperto di squamme. È proprio delle acque dolci dell'Europa e dell'Asia occidentale; ne furono descritte una ventina di specie. In Europa la specie più comune è l'Alburnus lucidus Heck., che si trova in tutte le acque dolci a N. delle Alpi, ha colorito azzurro scuro nelle parti superiori e argenteo sul ventre, può raggiungere da 15 a 18 cm. di lunghezza. Nei grandi laghi dell'Italia settentrionale e anche in quello di Monticchio in Basilicata vive un'altra forma che fu chiamata Alburnus alborella De Fil., più piccola dell'altra e con minor numero di squamme e di raggi, ma che non è da considerare come specie distinta, bensì come razza meridionale del lutcidus.

Le alborelle italiane sono usate come nutrimento, tanto fresche quanto salate, nella quale condizione costituiscono i cosiddetti missoltini del lago di Como.

Le squamme dell'A. lucidus immerse in ammoniaca per liberarle dei tessuti e separare le piastrine di cristalli di guanina, che dànno loro l'aspetto argenteo, e, passate poi in alcool, formano l'essenza d'oriente che è adoperata per la preparazione delle perle artificiali.

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