Alcuino 〈-u-ì-〉 (anglosass. Ealhwine) di
VitaDi nobile famiglia anglosassone, trascorse la giovinezza nella famosa scuola di York, attratto dapprima dalla poesia. Si recò una prima volta a
Opere. Autore di opere, di vario genere, tra cui poemetti (De regibus et sanctis Eboracensis Ecclesiae, sui re e santi di York; De clade Lindisfarnensis monasterii, sul saccheggio della chiesa di s. Gutberto); carmi ed epigrammi; trattati sulle arti liberali (De gramatica; De rhetorica; De dialectica/">dialectica; Disputatio Pipini cum Albino scholastico; del De musica abbiamo un frammento con notizie sull'adozione in Occidente degli otto toni musicali, sulla lettura ritmica dei neumi, sulla composizione dei testi liturgici); altri di teologia, contro l'adozianismo spagnolo (Liber adversus haeresim Felicis; Adversus Felicem libri VII; Adversus Elipandum libri IV) e sulla Trinità (Quaestiones de Trinitate; De fide sanctae et individuae Trinitatis); commenti a libri del Vecchio e Nuovo Testamento, oltre alla revisione della Volgata latina ("testo alcuiniano"), di filosofia (De animae ratione, De virtutibus et vitiis); tre centinaia d'importanti lettere tra cui quella a Carlomagno, in cui fissa i principi che ispirarono, da parte franca, la proclamazione imperiale; scritti elementari di matematica, fra i quali Propositiones Arithmeticae ad acuendos iuvenes, queste ultime contenenti problemi di una certa difficoltà relativamente all'epoca. Nella storia della liturgia, di estremo interesse la sua revisione critica del Sacramentario Gregoriano. Personalità complessa, A. nella sua opera diversa - orientata a un ristabilimento delle arti liberali nelle scuole in una prospettiva che culmina nel rinnovato lavoro esegetico - riassume ed esprime gli orientamenti della "rinascita carolina".