ALDINE

Enciclopedia Italiana (1929)

ALDINE

Seymour de Ricci

. Le edizioni aldine, celebri nella storia della tipografia italiana, comprendono tutti i libri stampati dal 1494 al 1515 da Aldo Manuzio il vecchio; dal 1515 al 1529 da suo suocero Andrea Asolano, col quale Aldo era associato fin dal 1507; dal 1533 al 1574 da Paolo Manuzio a Venezia e a Roma; dal 1574 al 1598 da Aldo Manuzio il giovane. Inoltre: alcuni volumi stampati a Venezia verso il 1560 dai Torresani, parenti degli Aldi, oppure con la marca dell'Accademia Veneziana (1558-1561), eseguiti col materiale tipografico di Paolo Manuzio; i libri stampati dai Giunta, rivali e imitatori degli Aldi; infine le numerose contraffazioni di edizioni aldine eseguite dal 1500 al 1525 da stampatori lionesi.

Le edizioni degli Aldi sono per varî rispetti notevoli: per il loro formato, poichè grazie ad essi gl'in-folio del sec. XV furono sostituiti dal comodo in-12°; per l'eleganza della loro tipografia, giacché ad Aldo il vecchio si deve la grande riputazione del piccolo carattere aldino (italico), molto leggibile e pratico; per la correttezza del testo, perché gli editori non risparmiarono fatiche per collazionare manoscritti e correggere bozze; per la varietà del contenuto: testi greci, latini, italiani, comprendenti tutti i grandi classici antichi e moderni, Sofocle, Platone, Cicerone, Virgilio e Orazio, Dante e Petrarca; per l'uso di carte scelte, spesso di lusso, oppure di pergamena; infine per l'eleganza delle rilegature.

Fra le più celebri aldine si possono citare classici greci, latini e italiani, parecchi volumi rarissimi, come la Galeomyomachia del 1494, un capolavoro di stampa quale il De Aetna di Pietro Bembo, del 1495, il Polifilo del 1499, assai noto per le sue deliziose figure incise in legno.

Nel sec. XVIII i libri antichi furono per la prima volta raccolti a titolo di monumenti tipografici: in quell'epoca l'attenzione degli amatori si volse verso le eleganti produzioni degli Aldi, e i bibliofili si sforzarono di riunire collezioni complete delle opere uscite da quei celebri torchi.

Il primo collezionista che abbia riunito sistematicamente edizioni aldine sembra essere stato Joseph Smith, console britannico a Venezia, la cui ricca biblioteca, catalogata dal suo possessore nel 1755, fu acquistata in blocco nel 1765 dal re d'Inghilterra Giorgio III e passò nel 1829 al British Museum.

Verso la fine del secolo (e particolarmente dal 1785 al 1790) il cardinale Loménie de Brienne (1727-1794), che comperava molto in Italia, arrivò a costituire una collezione aldina di prim'ordine, che servì di fondamento alla bibliografia aldina pubblicata a Pisa nel 1790, poi a Padova nello stesso anno, a Venezia (1791) e a Firenze (1803). Questa collezione fu comprata all'amichevole dal libraio parigino A. A. Renouard, che l'aumentò e la perfezionò durante vent'anni e ne trasse la materia per la sua celebre opera Annales de l'imprimerie des Alde, di cui pubblicò tre edizioni (1803, 1825, 1834) e che ancor oggi è il solo scritto complessivo sulle edizioni aldine. La collezione formata da Renouard e descritta da lui nel 1819 nel suo Catalogue de la bibliothèque d'un amateur fu dispersa a Londra in una vendita pubblica nel 1828. Infatti, al principio dell'Ottocento, tutte le belle aldine prendevano la via dell'Inghilterra: volumi intonsi su carta solida, su carta grande, su carta azzurra, su pergamena, esemplari riccamente rilegati per brolier, per il cardinale de Granvelle, per altri bibliofili celebri.

Abbiamo già detto che le aldine di Joseph Smith erano entrate al British Museum con i libri di Giorgio III; nel 1846 la stessa biblioteca ereditò la serie ancora più scelta raccolta da Thomas Grenville, con l'aiuto dei librai Payne e Foss. La collezione aldinica di lord Spencer, probabilmente la più bella del mondo, formata soprattutto dal 1805 al 1825, è dal 1892 alla John Rylands Library a Manchester; quella di Sir John Thorold a Syston Park, raccolta tra il 1825 e il 1830, fu venduta all'incanto nel 1884. Alle vendite di Sykes, Hibbert, Hanrott e Heber, poi alla vendita Renouard del 1828, il più ardente compratore di aldine fu Samuele Butler, vescovo di Lichfield. La sua collezione fu poi comprata in blocco da Payne e Foss; e quasi tutte le sue rarità passarono al conte di Gosford, la cui biblioteca fu venduta nel 1878 al libraio James Toovey: ora essa è uno degli ornamenti della Pierpont Morgan Library di New York. Un'altra collezione, un po' meno completa, fu costituita verso il 1840 dal conte di Powis, efu venduta in blocco nel 1923 alla libreria Quaritch.

Tutte le biblioteche che abbiamo enumerate, sono inglesi: negli altri paesi, e specialmente in Italia, si sono fatte collezioni aldine molto importanti per il numero dei volumi, ma in cui la condizione interna ed esterna dei libri lascia quasi sempre a desiderare. Tali, per es., la collezione di Dresda (catalogata nel 1821 da Ebert), quella di Berlino formata dal conte Méjan, quella della Marciana, quella del conte Boutourlin (venduta nel 1839); quella del conte Ludwig von der Pahlen (offerta in vendita nel 1922 e 1925 da un libraio di Lipsia). Sole eccezioni, a quanto sappiamo, sono le aldine del principe Trivulzio, veramente perfette.

Legature aldine. - Gli amatori moderni cercano particolarmente le aldine giunte a noi nella legatura originale; ma sono state chiamate col nome di legature aldine una quantità di legature italiane del primo Cinquecento, riccamente decorate di dorature, che non hanno nulla che fare con quelle di Aldo. Le vere legature aldine sono caratteristiche per la loro elegante semplicità, in marocchino nero o bruno, rosso o verde scuro, presentano fra le nervature del dorso strisce di piccole spirali impresse a freddo ed hanno il piatto ornato di filetti paralleli. la maggior parte a freddo, uno o due soltanto impressi in oro.

Bibl.: Loménie de Brienne e F. X. Laire, Serie delle edizioni aldine per ordine cronologico ed alfabetico, Pisa 1790; 2ª ed. a cura del Morelli, Padova 1790, ristampata a Venezia nel 1791 col titolo di 3ª ed.; 3ª ed. a cura di G. Molini, Firenze 1803; A. A. Renouard, Annales de l'imprimerie des Alde, Parigi 1803, voll. 2; e Supplément, Parigi 1812; 2ª ed., Parigi 1825, voll. 3; 3ª ed., Parigi 1834; A Bibliographical Sketch of the Aldine Press... translated and abridged from Bibliotheca Aldina, an extensive and extraordinary assemblage of the productions of the Aldine press, the property of M. Renouard, Londra 1828; J. Toovey, A catalogue of an assemblage of the productions of the Aldine press, from its first establishment in Venice in 1494, together with Lyonese and Venetian counterfeits, ecc., Londra 1880; Catalogue of a collection of books formed by James Toovey principally from the library of the Earl of Gosford, the property of J. Pierpont Morgan, New York 1901, pp. 1-67; Catalogue of a selected portion of the valuable library... of... the Earl of Powis, Londra 1923, pp. 51-77; K. Boysen, Bibliotheca Aldina, Lipsia 1922 e 1925.

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