FERRABINO, Aldo

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

FERRABINO, Aldo (App. I, p. 583)

Massimiliano PAVAN

È stato rettore dell'università di Padova dal 1947 al 1949, anno in cui è stato chiamato alla cattedra di storia romana nell'università di Roma. Eletto nel primo Senato della repubblica (1948-53) come "indipendente" nella lista della Democrazia Cristiana per il collegio di Padova, vi è stato presidente della Commissione P. I. Fondatore (1951) e presidente del Centro nazionale per il catalogo unico delle biblioteche italiane. Dal 1952 è presidente della Giunta centrale per gli studî storici. Successo nel giugno 1954 a G. De Sanctis quale presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vi ha promosso la pubblicazione del Dizionario Enciclopedico Italiano (dal 1955), dell'Enciclopedia dell'arte antica classica ed orientale (dal 1958) e del Dizionario biografico degli Italiani (dal 1960). Dal 1955 è presidente dell'Istituto italiano per la storia antica e dal 1956 presidente della Società nazionale Dante Alighieri. È socio nazionale dei Lincei.

Sue opere principali dopo il 1938 sono: Cesare (Torino 1941); la Nuova Storia di Roma (3 voll., Roma 1942-48; 2ª ed. ivi 1959-60); Trilogia del Cristo (3 voll., Padova 1946-47); Profilo della Grecità politica (Vicenza 1947); Adamo (Brescia 1950); Le vie della storia (Firenze 1955); L'essenza del Romanesimo (Roma 1957); Storia dell'uomo avanti e dopo Cristo (Assisi 1957).

L'opera del F. di questo ventennio ha segnato la conclusione di un originale riesame della metodologia storiografica più recente e dei suoi presupposti teoretici. Se pertanto egli si è rivelato come "il più creativo oppositore dell'idealismo nel campo della storia antica" (A. Momigliano), il superamento, da parte sua, del filologismo accademico d'impronta positivistica è avvenuto dapprima sotto la forma d'un esplicito richiamo alla concezione umanistica della storia, per cui l'esperienza esteriore è valutabile soltanto dalla coscienza dell'uomo interiore. A questa dottrina egli dava il nome di "metastoria" in alcuni saggi editi col titolo La vocazione umana (Ivrea 1943). Parallelamente la Nuova storia di Roma apparve come l'"esperienza romana" interpretata dalla "coscienza romana" (da Camillo a Traiano, da Livio a Tacito). In una seconda fase (dal 1945 in poi) la metastoria fu dal F. intesa cristianamente, nel senso che il primato della coscienza e del pensiero è garantito dalla virtù dello Spirito Dio, che è lo Spirito della verità perché è lo Spirito della vita eterna, al quale tutte si commisurano, per esserne integrate, le esistenze temporali, che soltanto così ricevono pienezza di valore e di solidarietà. Pertanto l'essenza del romanesimo è stata da lui indagata e riconosciuta in funzione spirituale: equilibrio di forze cioè e di strutture, che dopo una certa durata si guasta e decade, ma che resta memorando per la genesi della nazione italiana, capace di molte rinascite, le quali sono altrettante epifanie dello Spirito vivente e non perituro.

La visione metastorica cristiana fa riferimento dunque alla "gerarchia dello Spirito" che ascende dagli eventi alle idee per il costante finale trionfo della vita su idee ed eventi. "Personalità mediatrici" sono quelle a cui è modello il Cristo, mediatore d'infinite risurrezioni. Indi è scritto nelle Vie della storia: "Senza la libertà mistica e spirituale, non avrebbe riscatto la libertà storica e temporale. Mediante la libertà mistica l'uomo apprende quale sia la misura della libertà storica, quale la funzione, quale il significato: che è di milizia per la pace sperata".

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