ALESSANDRI, Alessandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)

ALESSANDRI, Alessandro

Giuido Pampaloni

Nato a Firenze da Ugo e da Gemma di Donato Cambi il 13 luglio 1391, apparteneva a una delle principali famiglie della città, fino a poco prima consorte di quella degli Albizzi, potentissima nella vita fiorentina del tempo, godendo reputazione, utili e dignità dello stato. Capitano di Campiglia nel 1423, operaio dell'Opera di S. Maria del Fiore nel 1430, nonché commissario della Repubblica nella guerra contro Lucca, nel bimestre luglio-agosto 1431 fece parte della Signoria e poi, scaduto da quell'ufficio, fu nominato dai Dieci di Balia loro procuratore per assoldare truppe; nel 1432 fu capitano della Montagna pistoiese. Nel 1435 fu inviato oratore a Venezia e poi nel Casentino presso il conte Francesco di Poppi. Fu ripetutamente dell'ufficio degli Otto di Guardia e Balia (1435, 1439, 1442, 1446, 1451, 1456) e per varie volte (1439, 1440, 1441, 1447, 1452) in quello dei Dieci di Balia, che era l'organo che dirigeva la politica estera della Repubblica e la condotta della guerra. Fu gonfaloniere di giustizia nel 1441 e per la seconda volta nel 1448; nel 1442 fu capitano di Livorno, e di Pistoia nel 1445, anno in cui sposò Onesta Acciaiuoli. Salito sul soglio pontificio Niccolò V, l'A. fece parte (1447) della solenne ambasceria inviata a Roma per congratularsi con il pontefice. Quando nel 1451 l'imperatore Federico si recò a Roma, l'A. fu uno dei cittadini inviati a Ferrara per incontrare quel principe, dal quale venne poi fatto cavaliere il 16 febbr. 1452; dopo il parlamento dell'agosto 1458 fu nominato accoppiatore. Nell'ottobre del 1459 andò ambasciatore a Livorno per ossequiarvi Giovanni d'Angiò. Morì a Firenze il 27 dicembre 1460.

Oltre che nella vita pubblica della Firenze del suo tempo, l'A. ebbe un certo rilievo anche nell'ambiente umanistico fiorentino; da giovane aveva frequentato la scuola di Roberto de' Rossi; fu intimo di Matteo Palmieri, che gli dedicò la sua Vita civile,e fu amico di Filippo Lippi, che, posteriormente al 1450, lo raffigurò, insieme con due suoi figliuoli, in una tavola ora nel Metropolitan Museum di New York.

Fonti e Bibl.: Della vita civile di Matteo Palinieri. De optimo cive di Bartolomeo Sacchi, a cura di F. Battaglia, Bologna 1944, pp.IX, XIII, 3; G. Vasari, Le vite,a cura di C. L. Ragghianti, I, Milano 1947, pp.742 s.; Matthei Palmerii Liber de temporibus,in Rer. Ital. Script.,2 ediz., XXVI, 1, a cura di G. Scaramella, pp.145, 154, 162, 163, 165. 180; A. Messeri, Matteo Palmieri cittadino di Firenze del secolo XV,in Arch. stor. ital.,s. 5,XIII (1894), pp.270, 284; G. Salvemini, La dignità cavalleresca nel Comune di Firenze,Firenze 1896, p.146; R. Sabbadini, Storia e critica di testi latini,Catania 1914, pp.31, 35-36, 38.

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