CASAGRANDE, Alessandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21 (1978)

CASAGRANDE, Alessandro

Clara Gabanizza

Nacque a Terni l'11 apr. 1922 da Giovanni e Margherita Michelini: i genitori erano entrambi musicisti. Il padre, violoncellista nel complesso "Stanislao Falchi", una orchestra di strumenti non professionisti che in numerose occasioni suonava al teatro Comunale di Temi, era titolare dell'unico negozio di musica esistente nella città. La madre era diplomata in violino, ma non si esibì mai in pubblico. Il C. iniziò lo studio del pianoforte nel collegio dei salesiani, dove frequentava la scuola elementare, ma manifestò ben presto spiccate tendenze per la composizione. Il suo primo lavoro, Fogli d'Album, per pianoforte (Milano 1965), fu composto a soli dodici anni.

Divenuto allievo del pianista R. Caporali, il C. conseguì il diploma di pianoforte nel 1942 presso il conservatorio di S. Cecilia a Roma. Gli studi di composizione furono invece irregolari a causa dell'insofferenza per un sistema didattico che, considerato scarsamente formativo sul piano artistico, tendeva a limitare la sua libertà di espressione. Nel 1945-46 fu allievo di V. Mortari, ma continuò a studiare per proprio conto conseguendo il diploma in composizione nel 1955 al conservatorio G. Rossini di Pesaro, quando già era noto al pubblico e ai critici. Studiò anche direzione d'orchestra seguendo i corsi di perfezionamento tenuti da A. Galliera all'Accademia Chigiana di Siena nel 1948 e da W. Furtwaengler al Mozarteum di Salisburgo nel 1949. Nel concerto tenuto al Mozarteum il 27 agosto accanto a lavori sinfonici di F. Mendelssohn-Bartholdy, F. Schubert e J. Brahms, figurava l'Aminta, un poema sinfonico da lui composto, che riscosse calorosi consensi.

Il corrispondente de IlMessaggero da Terni, riferendo l'entusiasmo dei critici stranieri e di musicisti come C. Zecchi e W. Furtwaengler, aggiungeva: "Furtwaengler e l'orchestra lo hanno salutato come una rivelazione... una composizione narrata su temi moderni, su ispirazione che di questo talora sfrmato modernismo risente i palpiti più puri e più belli, non può stare accanto al classicismo di un Mendelssohn e di un Schubert se non reca l'impronta del talento e del genio".

L'Aminta non era il primo lavoro del C. eseguito pubblicamente: il compositore aveva esordito con la Messa in onore di s. Cecilia a tre voci dispari e orchestra d'archi, composta nel 1940 (eseguita il 1° genn. 1942 nella chiesa della SS. Annunziata di Firenze e trasmessa per radio), che aveva incontrato il consenso unanime della critica, concorde nel sottolineame la schiettezza inventiva e l'organicità di struttura. Il 27 giugno 1943 la pianista Adriana Morelli, che quattro anni più tardi sarebbe diventata sua moglie, aveva eseguito in un concerto tenuto a Temi un suo pezzo dal titolo La danza degli gnomi, del quale i critici avevano apprezzato l'estrosità e il brillante gioco degli effetti ritmici.

Fra le prime esecuzioni di particolare importanza ricordiamo il Divertimento per archi e otto strumenti, composto nel 1955, eseguito all'Angelicum di Milano il 3 dic. 1956 e trasmesso alla radio con il titolo di Sinfonietta il 27 nov. 1959; il balletto Fantasie di Pinocchio, libretto di A. C. Azzolini e del C. (Bergamo, teatro delle Novità, 13 ott. 1957). paragonato da E. Gara al notissimo Pierino e il lupo di S. Prokofiev, "per l'inconfondibile personalità e per vivacità ballettistica". In questa composizione si rileva infatti come la fantasia e la libertà espressiva del C. presentassero qualche affinità con quella del grande musicista russo, pur manifestandosi in modo assolutamente originale. La nota danzatrice Ludmilla Tchérina aveva manifestato un così vivo interesse per la musica del compositore ternano che il C. le aveva dedicato un altro balletto, L'oiseau sacré, composto nel 1952 su soggetto della stessa Tchérina, che lo interpretò in prima assoluta all'Opéra di Parigi il 26 febbr. 1953. Un terzo balletto, La Ballata dell'angoscia, composto nel 1960, su libr. di M. Autinelli, venne rappresentato al teatro Parioli di Roma il 10 ottobre 1964, undici giorni prima della morte del compositore avvenuta il 21 ott. 1964 in una clinica di Novara.

All'attività creativa il C. univa quella didattica, nella quale si distinse particolarmente; dal 1956 alla morte fu anche direttore dell'Istituto musicale Briccialdi di Temi, succedendo a I. Donini. Oltre alle opere citate, compose nel 1962 Asteres per grande orchestra; Tempo sinfonico per pianoforte e orchestra (1963), Il Pianto della Madonna sul testo di Iacopone da Todi, per soprano, basso, coro misto e grande orchestra (1964), eseguito a Terni durante la Sagra musicale umbra il 27 sett. 1970. La composizione, edita a Milano nel 1972, è, come scrisse L. Pinzauti su La Nazione del 28 sett. 1970: "un'occasione autobiografica; con un sentimento centrale che è l'attesa della morte e il bisogno di renderla chiara a se stesso, nella luce della fede. Di qui un'indubbia sincerità di adesione espressiva che provoca un flusso ininterrotto di tensioni, alcune delle quali approdano a pannelli musicali efficaci e nobilmente condotti".

Tra le composizioni di musica sacra si ricordano ancora: l'elaborazione del Salmo 121Laetatus sum di G. B. Pergolesi, eseguita a Torino il 22 genn. 1960, e L'Annunciazione per soprano, tenore, coro di voci bianche e orchestra da camera, composta nel 1955. Compose inoltre nel 1961 l'opera teatrale Nymphea (libretto di F. Fornaca), in due atti e intermezzo coreografico per soprano, tenore, basso e coro misto. Tra le composizioni da camera: Due liriche di Rilke, per corno (violoncello ad lib.), pianoforte e soprano (Milano 1960), Due liriche a Saffo per flauto, violoncello, celesta e soprano (ibid. 1961), Frasi per sette strumenti, violino, viola, violoncello, clarinetto, fagotto, batteria (1955), eseguito al festival di musica contemporanea a Roma il 28 giugno 1964, Alla sera, per soprano (o tenore) e pianoforte (Milano 1955), Romanza per soprano (o tenore) e pianoforte (Milano 1955), Stornello umbro per soprano e pianoforte, o chitarra (Torino 1959), Ninna nanna per soprano e pianoforte (Milano, 1960); Commento alla morte di Ignazio di Garcia Lorca, per chitarra (Milano 1959); vari pezzi per pianoforte, tra cui: Fogli d'album (Firenze 1963), La Caccia (Milano 1940), I segni dello zodiaco"(ibid. 1963.).

Personalità ricca e versatile, il C. fu anche pittore e lasciò numerosi quadri che, attraverso uno stile apparentemente naïf, esprimono una visione metafisica delle cose. Come musicista, pur essendo aperto a tutti gli stimoli che potevano venirgli dalle varie scuole e dalle nuove correnti, si attenne soprattutto al classico nitore di Ravel, manifestando però un'assoluta autonomia e libertà di espressione.

Leggiamo in una sua lettera del giugno 1964: "Oggi si ha paura di ammettere l'invenzione melodica in sé, la costruzione dei temi musicali, che pure è uno dei più alti risultati dell'arte della composizione. Si ha paura di scrivere su basi e strutture armoniche eppure l'armonia è una delle più grandi conquiste della musica... Io credo di aver preso queste sacrosante esperienze, averle filtrate nel cuore magico dell'ispirazione, elemento soprannaturale ed indispensabile nella composizione in generale, ed aver trovato nella ricercatezza necessaria del linguaggio, nella scelta preziosa della strumentazione, nella completezza di ogni frase, la mia vera estrinsecazione, la mia vera personalità, aver trovato insomma la mia conquista sonora".

In memoria del compositore, la vedova ha istituito nel 1966, con la collaborazione delle autorità cittadine, il Concoiso pianistico internazionale Alessandro Casagrande, che si svolge nella città di Terni ogni anno nel mese di maggio.

Fonti e Bibl.: Oltre a notizie inedite fornite dalla famiglia, Ritratto di A. C., in Quaderni umbri, Terni 1968; R. Sabatini, A. C., in Medaglioni umbri, Perugia 1968; recensione: Messa in re minore di A. C., in Il Giornale d'Italia, 3 genn. 1943; La Messa in re minore di A.C., in Il Messaggero (ed. di Terni), 6 genn. 1943; G. Lamargese, Un maestro ital. a Salisburgo, in IlMessaggero (ed. di Terni), 11 sett. 1949; F. Abbiati, Fantasie di Pinocchio in Corriere della Sera, 15 ott. 1957; G. Confalonieri, Divertimento per archi e sette strum. di A. C., in Cronache mus. della radio, 4 dic. 1956; R. Calabrese, Asteres, in La Voce repubbl., 17 marzo 1966; G. Viozzi, Fantasie di Pinocchio, in Cronache musicali, 17 maggio 1968; C. Gerbiz, in Gazzett. di Trieste, 17 maggio 1968; M. Rinaldi, Incontri musicali. Due liriche su testi di Rilke di A.C., in Il Messaggero, 22 giugno 1969; L. Pinzauti, La sagra a Terni affamata di musica. La prima esecuzione de Il Pianto della Madonna di A.C., in La Nazione, 28 sett. 1970; F. Lunghi, IlPianto della Madonna, in Il Giorn. d'Italia, 28 sett. 1970; La Sagra musicale a Terni - Una novità di C., in IlMessaggero, 29 sett. 1970; Encicl. della musica Ricordi, I, p. 422; La Musica, Diz., I, Torino 1968, p. 361.

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