CASTELLI, Alessandro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21 (1978)

CASTELLI, Alessandro

Agnese Fantozzi

Nacque a Roma il 1° gennaio del 1809 da Giosefatte e da una non meglio identificata Maria. I primi rudimenti artistici il giovane li ricevette dallo zio Simone Pomardi, un acquarellista poco noto; fu poi allievo dell’Accademia di San Luca. Inizialmente più interessato alla grafica che alla pittura, lavorò presso la Calcografia camerale. Ottimo disegnatore, nelle opere giovanili riuscì a fondere un’attenta osservazione della natura con una visione fantastica del paesaggio, mentre di derivazione neoclassica sono l’equilibrio compositivo e la nettezza tecnica: si vedano nella Calcografia nazionale di Roma, dove sono conservati anche i rami, le incisioni da due Paesaggi di G. Dughet, da palazzo Colonna, e le diciannove tavole, disegnate e incise dal C., intitolate Studio di paesaggio (di paesaggi completi ve ne sono solo due, mentre per il resto si tratta di particolari vegetali), oltre agli acquerelli con Vedute di interni della Villa Paolina del 1835, del Museo napoleonico di Roma. Fu tra i primi artisti romani a risentire, seppure in forma larvata, del vedutismo napoletano; in aperto contrasto con Nino Costa per la diversità di idee nel campo artistico, frequentò comunque insieme con, lui i pittori italiani e stranieri che allora lavoravano nella Campagna romana. Nel 1849 partecipò alla difesa della RepubblIca romana; di questo stesso anno sono una serie di disegni, dal vero, già di proprietà del Comune di Roma (Martinelli), aventi per soggetto i moti del ’48 e la difesa di Roma. Costretto a fuggire dalla città dopo la sconfitta della Repubblica, viaggiò a lungo, visitando la Francia, la Germania., l’Inghilterra, partecipando a numerose esposizioni e riscuotendo, soprattutto in Francia, molto successo.

Lo stesso Napoleone III, in occasione del Salon del 1867, ammirò ed acquistò i dipinti esposti dall’artista. Ma i contatti che il C. ebbe con i più diversi annbienti europei non aiutarono la sua maturazione artistica, come dimostrano i dipinti eseguiti dopo il 1870, data del suo ritorno a Roma: Eruzione del Vesuvio, (Roma, deposito della Galleria dell’Accademia di S. Luca); la Morte di Plinio, (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna); la Notte sul Golgota (Roma, Galleria comunale d’arte modema). Il particolare studio e interesse per il paesaggio rimase sempre vivo in lui anche nelle opere della maturità: un “paesaggio composto” che, per la stessa affermazione dell’artista, era formato da “tutti gli elementi sparsi della natura concorrenti al sentimento del bello, dell’orrido, del melanconico, del placido”, da lui usato come sfondo ad opere a carattere sia religioso sia storico (per esempio, le Marie al sepolcro e Annibale che valica le Alpi, in collezioni private). La sua produzione pittorica più avanzata, assai numerosa, è caratterizzata da monotonia di temi e da ricchezza compositiva; l’opera più interessante, sia perché rispecchia i suoi intendimenti artistici sia per il sapiente uso dei toni, è La Nera a Narni (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna). Nel 1871 dovette risiedere a Firenze e Torino come dimostrano sue lettere di raccomandazione scritte da quelle città (Roma, Ist. di archeol. e storia dell’arte Misc. C. 97. 5). Eletto nel 1874 accademico di S. Luca nella classe dei paesisti (Roma, Arch. dell’Accademia di S. Luca, busta 36, n. 209), insegnò sia nell’Accademia romana sia a Firenze, ed Urbino. La sua opera, presto quasi dimenticata, ha risvegliato in tempi più recenti qualche interesse nella critica per l’accurato studio del paesaggio.

Il C. morì a Roma il 22 ott. 1902. A palazzo Braschi in Roma è conservato un suo ritratto fatto da G. De Sanctis nell’anno 1869.

Fonti e Bibl.: B. Magni, Tributo di affetto agli scrittori e artisti co’ quali in novant’anni... ho avuto conoscenza personale ed amicizia..., s. I. né d.; J. Ph. Koelman, Memorie romane, a cura di M. L. Trebiliani, Roma 1963, pp. 130, 354; Mostra di Roma nell’800 (catal.), Roma 1932, pp. 28, 171; R. Buscardi, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, pp. 499, 502; La pittura dell’Ottocento, I, Milano 1942, p. 202; C. A. Petrucci, Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisi posseduti dalla Calcografia nazionale, Roma 1953, p. 23; Storia della pittura ital. dell’Ottocento, Milano 1975, ad Ind.; R. J. M. Olson, Ital. 19th Century Drawings and Watercolors (catal.), New York 1976, n. 89; C. Maltese, St. d. arte in Italia..., Torino 1960, ad Ind.; V. Martinelli, Paesisti romani dell’Ottocento, Roma 1963, ad Ind.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-lexikon, VI, pp. 145 s.