ALESSANDRO di Afrodisia nella Caria

Enciclopedia Italiana (1929)

ALESSANDRO di Afrodisia nella Caria

Aurelio Covotti

Sotto Settimio Severo, fra il 198 e il 211, lo troviamo in Atene a insegnare filosofia aristotelica. Aveva studiato Aristotele coi peripatetici Ermino, Aristocle, Sosigene. Notevoli fra i suoi scritti originali sono il περί εἱμαρμένης (Sul fato) e il περὶ μίξευς (Sulla mescolanza), entrambi diretti contro gli stoici, naturalmente a favore della dottrina aristotelica.

Nel secondo di questi scritti Alessandro combatte l'intuizione stoica della penetrazione dei corpi gli uni negli altri, specie riguardo alla divinità, il fuoco eterno che penetra e avviva il mondo intero, a differenza del νοῦς ("intelletto") aristotelico, separato da questo e immobile.

Nel primo riafferma la libertà del volere, insegnata da Aristotele, contro la necessità degli stoici, che pure nel campo schiettamente etico ammettono anch'essi una certa libertà d'azione.

Egli, tuttavia, è soprattutto l'esegeta per eccellenza di Aristotele. Dei suoi commentarî genuini si conservano quelli al I libro degli Analytica priora, alla Topica, alla Metereologia, al De sensu, ai libri I-V della Metafisica. L'interpretazione da lui data dell'"intelletto" aristotelico, gli ha assicurato un posto considerevole nella storia della filosofia, e ha dato origine allla scuola degli alessandristi (v.).

In Aristotele rimane incerto il rapporto che ha il suo νοῦς ποιητικός, l'intelletto attivo, sia con la sua esistenza individuale, sia con la divinità. Alessandro interpreta il νοῦς παϑητικός, l'intelletto passivo, come una semplice disposizione congiunta con l'anima animale: intelletto ὑλικός ("materiale") o ϕοσικός ("fisico"), che passa dalla potenza (materia) all'atto, e diviene, cioè, intelletto ἐπίκτητος ("acquisito") o καθ' ἕξιν ("per disposizione") per opera dell'intelletto attivo. Quest'ultimo è fuori di noi, e s'identifica con la divinità. Il nostro intelletto individuale, perciò, muore con il nostro corpo.

Bibl.: Nourisson, De la liberté et du hasard. Essai sur Alex. d'Aphrod., Parigi 1870; O. Apelt, Die Schr. des Alex. v. Aphrod. über die Mischung, in Philologus, XLV (1886), pp. 82-98; A. Güns, Die Abhand. des Alex. v. Aphrodisias über den Intellekt, Lipsia 1887. Per le edizioni, cfr. Uebeweg, Grundriss der Gesch. der Philos., I, 12ª ed., Berlino 1926, pp. 558-559.

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