ALESSANDRO I, principe di Battenberg, primo principe sovrano di Bulgaria

Enciclopedia Italiana (1929)

ALESSANDRO I, principe di Battenberg, primo principe sovrano di Bulgaria (1879-1886)

Saul Mézan

Vacque a Verona il 5 aprile 1857, morì a Gratz nel 1893. Era il secondo figlio del principe Alessandro di Hesse-Darmstadt, morto nel 1886, che, in qualità di generale russo, fece le campagne del Caucaso e d'Ungheria, e prese più tardi il comando dell'esercito austro-ungherese durante le operazioni militari in Lombardia (1859) e sul Meno (1866); sua madre apparteneva alla famiglia sassone dei conti di Haucke. Il principe A. s'arruolò nel 1877 nell'esercito russo col grado di luogotenente degli ulani, e fu addetto allo stato maggiore generale dell'esercito che operava in Bulgaria contro le forze dell'impero ottomano. Nel 1878, finita la campagna, prese servizio nel corpo di guardia prussiano a Potsdam, nel quale era l'alta nobiltà tedesca. Il 17 aprile 1879 (vecchio stile) fu eletto dall'Assemblea nazionale bulgara (o Gran Sobranie) al trono di Bulgaria, come principe nominalmente vassallo e tributario della Porta ottomana. Il 12 giugno raggiunse Varna e prese possesso del suo stato. Il 5 luglio, dopo di aver superato grandi difficoltà, riuscì a formare il suo primo governo, affidandone le sorti al partito conservatore, il quale cinque giorni dopo dovette proclamare lo stato d'assedio nelle provincie di NE. (Deliorman), dove briganti di origine turca avevano trovato buona accoglienza presso la popolazione della medesima origine. La costituzione gli conferiva soltanto il titolo di "Serenissimo" (Sijatelstvo); ma il nuovo principe pretese quello di altezza, trovando però forte opposizione in una parte del partito liberale. Avendo il parlamento rifiutato un voto di fiducia al governo conservatore, questo si dimise, ma l'opposizione non riuscì a formare un nuovo ministero e il principe fu obbligato a sciogliere la camera (24 nov. 1879). Le nuove elezioni diedero una maggioranza schiacciante all'opposizione liberale, che questa volta assunse il governo (26 marzo 1880). L'anno seguente A. si recò a Pietroburgo per assistere ai funerali dell'imperatore Alessandro II, al quale doveva il trono. Tornato a Sofia, congedò i ministri, nominò un governo provvisorio sotto la presidenza del generale finlandese Erenroth (luglio 1881) e convocò l'Assemblea nazionale, dalla quale si fece votare i pieni poteri per un periodo di 7 anni e l'istituzione di un consiglio di stato invece della camera dei deputati. Nell'inverno 1882 il principe A. fece eleggere una nuova camera, molto ridotta di numero, che si occupava soltanto dell'elaborazione del bilancio, e che il 6 settembre 1883 chiese ed ottenne la restaurazione del regime costituzionale. Il 6 settembre 1885 scoppiò la rivoluzione a Filippopoli, capitale della provincia autonoma ottomana detta Rumelia orientale, dove fu proclamata l'unione con la Bulgaria. A. accettò la proposta d'annessione, ordinò la mobilitazione delle truppe bulgare ed entrò a Filippopoli il 9 dello stesso mese. La Russia protestò e ritirò gli ufficiali istruttori russi, mentre la Turchia si contentò di organizzare la difesa della Macedonia e di Adrianopoli. Il 24 ottobre, con un ukaz dell'imperatore Alessandro IIl, il principe fu radiato dai ranghi dell'esercito russo. La Serbia dal 10 settembre aveva mobilitato 45.000 uomini concentrandoli davanti a Niš Zaičar e Lieskovac. A. non credeva ad un attacco serbo, il quale tuttavia ebbe luogo il 10 novembre. Il giorno seguente i Serbi dichiararano la guerra, che durò soltanto 14 giorni. A. pensava già a evacuare la capitale, quando il rotmistre (dal tedesco Rittmeister, "capitano di cavalleria") Benderev, di sua propria iniziativa, e contrariamente agli ordini ricevuti, trascinando all'assalto l'ala destra dell'esercito bulgaro, che era al suo comando, metteva i Serbi in fuga davanti a Dragoman. A. uscì vincitore dalla prova. La pace fu conclusa a Bucarest il 19 febbraio 1886 sulla base dello stato dell'anteguerra. In seguito ad un accomodamento con la Sublime Porta, fu riconosciuto ad A. il principato ereditario in Bulgaria col titolo di altezza, e di più egli veniva investito per cinque anni del governatorato della Rumelia orientale col titolo di pascià; il sultano riceveva in compenso qualche territorio dei Rodopi, abitato da musulmani restati ribelli all'autorità rumeliota. Seguì l'annessione di fatto della Rumelia, che si manifestò con la creazione di un parlamento unico e con l'unificazione delle leggi. L'8 agosto 1886 una congiura militare s'impadroniva di A., considerato come nemico della Russia e lo rapiva dal suo palazzo. Ma per le energiche misure prese dal giovanissimo Stambulov, allora presidente della camera, il 22 agosto A. rientrava trionfalmente in Sofia, dove di fronte all'atteggiamento minaccioso della Russia abdicava quattro giorni dopo. Prese poi servizio nell'esercito austriaco, contrasse un matrimonio morganatico, rinunziando al titolo di principe e contentandosi di quello di conte di Hartenau.

Bibl.: A. F. Golowine, Fürst Alexander I von Bulgarien, Vienna 1896; H. Klaeber, Fürst Alexander I von Bulgarien, Dresda 1904; E. C. Corti, Alexander von Battenberg, Vienna 1920.

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