EMANUELI, Alessandro Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 42 (1993)

EMANUELI (Emanuelli, Emanuelis), Alessandro Luigi (Lodovico)

Rita Binaghi Picciotto

Pochi ed incerti sono i dati biografici: nacque a Torino attorno al 1676, come si deduce dall'età di sessant'anni attribuitagli dai registri parrocchiali quando morì nel 1736 (Torino, Arch. della parrocchia di S. Agostino, Libro dei defunti, nov. 1736). Dalla stessa registrazione parrocchiale risulta che l'E. era coniugato con una Teresa di cui non conosciamo il casato; non viene fatta alcuna menzione ad eventuali figli.

Sono pressoché nulle anche le notizie relative ai suoi anni di formazione sia scolastica sia professionale. Quest'ultima, dato il periodo storico in cui visse, si svolse con molta probabilità presso lo studio di un ingegnere affermato. È certo invece che fu un ingegnere con specializzazione idraulica e topografica, in quanto nei documenti egli non compare mai con altra qualifica.

Dal momento che non abbiamo testimonianze di incarichi professionali prima del 1708, ed a questa data l'E. aveva gia sicuramente raggiunto la qualifica di ingegnere, è possibile che i lavori precedenti siano stati redatti in qualità di misuratore o agrimensore e che quindi la carriera sia avvenuta per passaggi di grado, cosa frequente e diffusa in epoca preriforma universitaria (1730; cfr. Brayda-Coli-Sesia, 1963, pp. 1-9).

La prima opera che gli si può attribuire e una carta corografica delle Valli di Susa, con parti del Delfinato e della Moriana, datata 1708 (Arch. di Stato di Torino, Corte, Carte topografiche per A e B Susa, n. 2: Carta corografica delle Valli di Susa, Moriena, Bardonanche, Oulx, Exilles, Cesana, Pragellato, San Martino e Perosa …).

Le convenzioni cartografiche risultano ancora quelle tardoseicentesche, le stesse che si trovano ad esempio nelle carte redatte da G. T. Borgonio. La rappresentazione dei rilievi orografici, ottenuta con l'ombreggiatura acquerellata, è padroneggiata con grande abilità e sensibilità quasi pittorica, conseguendo un risultato di sicuro interesse. Non dimentichiamo che l'E., a quella data, aveva ormai trentadue anni ed una pratica professionale che possiamo stimare di circa dodici anni almeno.

Sono posteriori di pochi anni (1710) alcuni pagamenti relativi a prestazioni professionali come ingegnere idraulico oltre che come topografo, che confermano la professionalità raggiunta (Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, Camerali, Conti della Tesoreria generale, art. 186; credito 8, nn. 5 e 13; credito 19, n. 41). Nell'ambito della politica di trasformazione delle terre incolte in produttive, che largo seguito ebbe nella prima metà del Settecento in Francia, Inghilterra, Germania e nella Repubblica di Venezia, i tentativi, purtroppo poi falliti, dei riformatori sabaudi coinvolsero l'E. in un'opera di rilevazione dei gerbidi (brughiere) tra Pianezza e San Gillio per meglio valutarne le possibilità irrigue, derivabili dalle bealere (roggie) presenti in zona. Di questi incarichi ci sono rimaste le trascrizioni dei pagamenti, ma non il tipo redatto dall'E. e indicato nei pagamenti stessi.

Come si può dedurre già da questo primo incarico, le prestazioni professionali dell'E. erano a carattere prevalentemente pubblico-statale. Tra il 1716 ed il 1717 fu infatti incaricato del tracciamento del tipo riguardante tutte le strade sia pubbliche sia vicinali esistenti tra la strada nuova di Rivoli ed il fiume Dora, a partire dalle mura della città di Torino sino alla località di Collegno (Torino, Archivio storico della città, 1717): infatti, per affrontare il problema del rapporto tra il nuovo inserimento e le preesistenze sia viarie sia immobiliari era necessario poter disporre di una mappa che permettesse una lettura agevolata sia nel particolare sia nell'insieme della situazione che si era creata. Il tipo firmato dall'E. nel 1717 esprime una notevole abilità tecnico-grafica nella definizione della documentazione sia immobiliare sia di infrastrutture viarie, abilità che ancor meglio possiamo apprezzare in un altro incarico svolto negli stessi anni.

Nel 1716 venne richiesto quale esperto nelle concessioni delle testimoniali di Stato di tutte le fabbriche della Commenda di San Giovanni di Murello. La definizione del cabreo, ovvero la documentazione delle proprietà immobiliari e non, connesse con il titolo e le relative rendite, significava per l'E. un grosso impegno professionale (Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, Ordine di Malta, inv. 181, Cabreo di San Giovanni Murello).

La tecnica adottata è quella della rappresentazione attraverso piante, alzati e sezioni con proiezioni ortogonali là dove sono interessati gli edifici; le mappe delle proprietà invece sono delineate con il metodo delle proiezioni orizzontali. Colorazioni ad acquerello ed ombre riportate completano la percezione della visione. La caratteristica principale di questo genere di figurazioni è quella di unire all'estrema proprietà tecnica l'esatta definizione delle unità catastali e delle colture, definizione che cade quasi completamente quando si passa invece a una rappresentazione cartografica, dove i soggetti rappresentati sono corsi d'acqua ovvero fiumi, canali e bealere. Vengono allora proiettate in primo piano le infrastrutture idrauliche, quali ripari, chiuse, bocchette e derivazioni. È questo il caso del tipo a penna e acquerello relativo a una parte del corso del fiume Cervo, redatto dall'E. e terminato il 13 ott. 1718, in cui le citate infrastrutture assumono il ruolo principale (Ibid., Corte, Fondo Masserano, cart. 138a, cap. 30, tipi).

Rimane, però, ancora la necessità di evidenziare l'emergenza territoriale qualificante ai fini dell'individuazione topografica. Si passa allora dalla proiezione orizzontale alla veduta a volo d'uccello, come si vede nell'insediamento di Candelo posto sulla destra della mappa. Anche in questo caso la prestazione professionale dell'E. è richiesta come testimoniale nella vertenza legale sorta tra il principe di Masserano ed il cavaliere Antonio Agostino Avogadro sulla correttezza di una chiusa e di altre opere eseguite sul fiume Cervo da parte del principe di Masserano.

In data 21 giugno 1718 l'E. redigeva l'Istruzione relativa sia alle fabbriche nuove sia a quelle da restaurare nelle grange all'interno dei possedimenti dell'abbazia di Lucedio (Torino, Ordine Mauriziano, Archivi storici, Lucedio, Scritture diverse, mazzo 44, fasc. 1296).

Partendo dal progetto l'Istruzione si rivolge direttamente agli imprenditori e illustra le modalità del lavoro di cantiere, a cominciare dallo scavo, secondo accortezze di natura tecnologica e strutturale. Le operazioni sono descritte dettagliatamente, e anche per quanto concerne i materiali da utilizzarsi le prescrizioni sono precise e tassative. Viene fatto riferimento all'Istruzione data dall'E. anche nella registrazione, nelle sessioni camerali, del progetto della chiesa parrocchiale di S. Maria situata nella grangia di Leri sempre all'interno dell'abbazia di Lucedio, il cui disegno è opera dell'ingegnere F. Gallo (Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, Sessioni camerali, art. 164 reg. 67, anno 1719).

Nel corso dello stesso soggiorno nei possedimenti dell'abbazia l'E. attese anche ad altre incombenze di natura idraulica. In data 15 luglio 1721 firmò infatti un parere sull'opportunità del posizionamento di una chiusa (Torino, Ordine Mauriziano, Archivi storici, Lucedio, Scritture diverse, mazzo 45/23, fasc. 1302), e la Regia Camera dei conti (23 giugno 1722) gli richiese di occuparsi delle nuove derivazioni dalla bealera detta "dell'acqua nera" (ibid., mazzo 79, fasc. 2082; Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Sessioni camerali, art. 164, regg. 134-135, anno 1723).

La sua competenza nel campo dell'idraulica e della topografia, fu necessaria anche per la realizzazione della mappa di tutto il corso delle bealere di Caluso. Quest'ultima, lunga 7m, a penna ed acquerello, reca la data 23 giugno 1723. L'occasione per la realizzazione di questo rilievo gli fu data dal conte Giovanni Gerolamo Doria del Maro di Ciriè. Conclusa infatti la vertenza legale con Giuseppe Antonio Scaglia di Sostegno, agnato trasversale degli Scaglia di Verrua, per l'assegnazione del feudo di Caluso, questi ritenne giusto avere una documentazione del tracciato completo del canale attraversante i possedimenti ereditati.

Anche qui non troviamo indicazioni reali dei paesi interessati, ma solo segni di case in veduta a volo di uccello, realizzati simbolicamente con l'eccezione di Agliè dove invece il castello è indicato secondo un punto di vista che è a metà tra la veduta a volo di uccello e la rappresentazione assonometrica. La qualità del ductus è come sempre elevata ed esprime l'accuratezza dell'E. nella redazione delle mappe topografiche. La legenda posta nella parte inferiore della carta è ricca e puntuale nelle informazioni, sino al minimo particolare ed affronta sia temi descrittivi sia relazioni più propriamente attinenti alla scienza idraulica.

Quattro anni più tardi (1727) troviamo l'E. impegnato nell'unica commissione a noi pervenuta relativa ad un intervento esclusivamente di ingegneria civile, fatta eccezione per l'Istruzione prima citata. Si tratta della ricostruzione del Comune o casa della Comunità di Vigone, iniziata nel 1727 ed ultimata nel 1734.

La documentazione di questo lavoro è di estremo interesse perché dagli ordinati del Comune apprendiamo che l'E. fu chiamato in quanto ingegnere, dati i precisi limiti strutturali di progetto (Vigone, Arch. stor. del Comune, Ordinato 14 maggio, 16 luglio, 10 agosto, 7 settembre, 4 ott. 1727). Nell'ordinato in data 10 ag. 1727 compare il nome dell'E. come autore del nuovo progetto consistente in tre fogli "…cioè in uno il disegno della prospettiva di essa casa verso la Piazza, in altro il disegno del Piano di terra e nell'altro la pianta del piano nobile…". Queste tre tavole erano accompagnate da un abbozzo della Istruzione e della capitolazione. I disegni furono accettati ed il Consiglio deliberò l'approvazione. Nell'Archivio storico del Comune sono conservati tre disegni che rappresentano un prospetto a colori acquerellato del lato prospicente la piazza con una sezione trasversale, una pianta del piano terra ed una pianta del piano nobile. Anche se non recano alcuna firma né data, si tratta quasi sicuramente proprio dei tre disegni presentati dall'Emanueli. La calligrafia delle indicazioni esplicative è la stessa che compare nelle lettere e nei documenti firmati a noi noti. È certo che la realizzazione di tale edificio fu eseguita in base ai disegni dell'E., come riporta anche G. Casalis (Diz. geogr., storico, statistico…, p. 329), aggiungendo che "non ha altro pregio che la solidità". Questo era comunque il fine progettuale richiesto dalla Comunità per risolvere un'impasse tecnica posta dalla natura delle fondamenta.

Un anno dopo (1728) l'E. era nuovamente attivo nella sua qualità di esperto in testimoniali di Stato e di topografo in una località non lontano da quella di Lucedio. Su richiesta ufficiale dell'intendente della città e provincia di Vercelli portò a termine una mappa (cm 719 × 2.675) a penna ed acquerello in cui "…restano espressi i rispettivi confini pretesi dalla città di Crescentino e Comunità di Verrua per loro territorij dalla parte che confinano…" (Verrua, Archivio stor. del Comune).

La tecnica rappresentativa è quella della proiezione orizzontale fatta eccezione come sempre per l'emergenza territoriale caratterizzante, e cioè la fortezza di Verrua, che è invece rappresentata in veduta prospettica.

Tra il 1730 ed il 1734 furono commissionati all'E. alcuni lavori inerenti al rettifilo delle sponde del fiume Po nella zona di Gardeglio tra i Comuni di Carignano e Carmagnola.

Si trattava di interventi di ingegneria civile (ponti) sia a livello di progetto che di collaudo, e di ingegneria idraulica (rettifili per nuovo inalveamento). Non ci sono pervenuti i tipi originali ma solo copie posteriori. Nell'Archivio storico del Comune di Carmagnola è conservato invece il Parere, redatto in data 7 sett. 1733, che accompagnava il "tipo in misura" del corso del fiume Po tra il porto di Casalgrasso e lo sbocco del torrente Melletta, con i tagli previsti per la nuova inalveazione (Carmagnola, Archivio stor. del Comune, Acque, Fiume Po, anni 1733-39, fasc. n. 9). Il parere illustra le possibili risoluzioni al problema della corrosione fornite dall'"arte" idraulica e cioè la previsione di sei tagli da attuarsi nel corso del fiume, tagli determinati nel loro posizionamento dalla velocità della corrente e dalla qualità dei siti laterali. Il progetto dell'E. non troverà però attuazione a causa del parere sfavorevole espresso dall'ingegner Bertola, primo ingegnere del re.

Si può presumere che l'ultimo impegno lavorativo dell'E. a noi pervenuto sia quello relativo ad una vertenza legale tra l'autorità statale e la Comunità di Annone per il passaggio della strada Reale che reca la data 12 dic. 1735. Anche in quest'ultimo lavoro si qualificò come specialista nella redazione di tipi per vertenze legali. Dal documento steso dall'avvocato generale Celebrino sappiamo che l'E. aveva disegnato un tipo, a noi non pervenuto, relativo alla strada Reale passante per Annone e costeggiante il fiume Tanaro e che la proposta progettuale, circa il sito della strada, presentata nella suddetta mappa, fu accettata nel corso del "…Congresso tenutosi nante il commendator Bertola dall'ingegneri Rabbagliati, Emanueli e Lampo…" (Arch. Stato di Torino, Corte, Paesi di nuovo acquisto, Contado di Alessandria, mz. 4, n. 18).

L'E. rappresentava come sempre l'autorità statale, gli altri la Comunità interessata. Lo scopo di tutta l'operazione era ovviamente anche la verifica, attraverso la documentazione raccolta, dell'opportunità di dividere la spesa secondo le Regie Costituzioni e di esigere quindi dalle predette Comunità il canone sui molini presenti in zona.

L'E. morì a Torino nel novembre del 1736.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Corte, Carte topografiche per A e B, Susa, n. 2, 1708; Ibid., Corte, Paesi di nuovo acquisto, Contado di Alessandria, mazzo 4, n. 18; Ibid., Sezioni riunite, Camerale conti della Tesoreria generale, art. 86, anno 1710, credito 8 n. 5, n. 11 credito 19 n. 41; Torino, Archivio st. della città, tipo del 1717; Arch. di Stato di Torino, Sezioni riunite, Ordine di Malta inv. 181, Cabreo di San Giovanni Murello; Ibid., Sezioni riunite, Sessioni camerali, art. 164, reg. 67, anno 1719; regg. 134-135, anno 1723; Ibid., Corte, Fondo Masserano, cart. 138, cap. 30, tipi; Torino, Ordine Mauriziano, Archivi storici, Lucedio, Scritture diverse, mazzo 44, fasc. 1296; mazzo 45/23, fasc. 1302; mazzo 79, fasc. 2082; Vigone, Arch. stor. del Comune, Ordinato anno 1727 e Carte topografiche; Verrua Savoia. Arch. stor. del Comune, Carte topografiche; Carignano, Arch. stor. del Comune, Carte da riordinare, Ordinati anni 1730-1734; Carmagnola, Arch. stor. del Comune, Acque, Fiume Po, anni 1733-39, fasc. 9, ed Ordinati anni 1730-34; Torino, Parrocchia di S. Agostino (già dei Ss. Jacobo e Filippo), Archivio, Libro dei defunti, novembre 1736; G. Casalis, Diz. geogr., stor., statist., XXV, Torino 1854, p. 329; G. Giovannetti, Del regime delle acque correnti, Venezia 1873, p. 59; G. Prato, La vita econimica in Piemonte a mezzo il secolo XVIII, Torino 1908, p. 117; N. Carboneri, L'architetto Francesco Gallo, Torino 1954, p. 108; G. Quazza, Le riforme in Piemonte nella prima metà del Settecento, Modena 1957, p. 223; C. Brayda-L. Coli-D. Sesia, Ingegneri ed architetti del Sei-Settecento in Piemonte, in Atti e rassegna tecnica della Soc. degli ingegneri ed architetti di Torino, Torino 1963, pp. 1-9, 33; N. Carboneri, L'abbazia di Lucedio, in Atti del XIV Congr. di St. dell'architettura, Roma 1972, pp. 60, 80; Appunti per la lettura di una città: Carignano, Torino 1973-1980, I, pp. 177, 183 s.; II, p. 185; IV, pp. 80, 84; M. Carassi, Schede topografiche, in Catal. della Mostra: Valle di Susa. Arte e storia dal XI al XVIII secolo, Torino 1977, pp. 31 s.; W. Canavesio, Il Po nella storia di Carignano, in Il Po a Carignano (catal.), Torino 1980, pp. 15, 22, 24 s.; G. C. Sciolla, Il Biellese dal Medioevo all'Ottocento, Artisti - Committenti - Cantieri, Torino 1980, pp. 247, 250; P. Carità, I cabrei settecenteschi, contributo per la storia degli aspetti figurativi del paesaggio agrario in provincia di Cuneo, in Boll. d. Società per gli studi storici archeologici ed art. della prov. di Cuneo, LXXXV (1981), p. 513; Verrua Savoia immagini di una fortezza (catal.), Verrua Savoia 1987, pp. 134 s., 142 s.; A. Actis Caporale, Iconografia del canale di Caluso, in Boll. d. Società piemont. di archeol. e belle arti, XLII (1988), pp. 119-138; V. Comoli Mandracci, La proiezione del potere nella costruzione del territorio, in A. Griseri - G. Romano, Filippo Juvarra a Torino. Nuovi progetti per la città, Torino 1989, p. 60.

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