ANDRYANE, Alexandre-Philippe

Enciclopedia Italiana (1929)

ANDRYANE, Alexandre-Philippe

Giuseppe GALLAVRESI

Nato a Parigi nel 1797, aveva prestato servizio militare nell'esercito napoleonico e durante i Cento giorni fu aiutante di campo del generale Merlin. Riparato a Ginevra per sfuggire alle conseguenze di debiti contratti in Francia e dedicatosi alla musica, vi annodò intime relazioni con Filippo Buonarroti che, iniziatolo alla massoneria dissidente o Adelfia nel 1822, pensò di valersene per ricollegare le trame della setta, spezzate dall'insuccesso dei moti di Napoli e del Piemonte e soprattutto dalla politica repressiva adottata dal governo austriaco. Probabilmente per non aver trovato altro compagno di fede più provetto disposto ad assumersi una così avventata missione, il Buonarroti conferì l'una dopo l'altra al giovane Andryane l'investitura di sublime maestro perfetto e quella di diacono territoriale straordinario in Italia per la durata di un anno. L'A. disimpegnò l'incarico con leggerezza e, per quanto dalle visite fatte nei primi giorni in cui giunse a Milano dal Canton Ticino, per esempio al colonnello Arese, avesse potuto dedurre l'impossibilità di svolgere una propaganda rivoluzionaria in quel momento, tenne presso di sé le istruzioni del Buonarroti, gli statuti dell'Adelfia e molte altre carte compromettenti. Queste gli furono sequestrate dal Bolza cui Torresani aveva dato l'incarico di perquisire, il 18 gennaio 1823, l'alloggio dell'A., senza immaginare quale ricca messe fosse assicurata all'inquisizione.

Inoltre, l'A., nella sua giovanile inesperienza, si lasciò indurre ad illuminare la polizia sul significato dei documenti sequestrati e si espose quindi spensieratamente alla condanna a morte per alto tradimento, che gli fu commutata l'8 gennaio 1824 nel carcere duro a vita. Il 5 febbraio da Milano fu trasportato allo Spielberg, dove fu posto nella medesima cella del Confalonieri, traendone materia per relazioni parte fantastiche, parte imprudenti, contenute nei Mémoires d'un prisonnier d'état (Parigi 1837), che irritarono assai il Confalonieri. Il fratello maggiore dell'A., Luigi, era accorso a Milano dopo l'arresto, con la sorella, Paolina. Questa, che si concertò ripetutamente con la contessa Confalonieri per vani tentativi di fuga dei detenuti, appare la più efficace promotrice della grazia che l'A. ottenne nel 1832. Dopo la sua liberazione, pubblicò le citate memorie e i Souvenirs de Genève (Parigi 1839). Mori a Coye, nel dipartimento dell'Oise, nel 1863.

TAG

Esercito napoleonico

Filippo buonarroti

Canton ticino

Inquisizione

Cento giorni