RIBOT, Alexandre

Enciclopedia Italiana (1936)

RIBOT, Alexandre

Mario Menghini

Uomo politico francese, nato a Saint-Omer il 7 febbraio 1842, morto a Parigi il 13 gennaio 1923. Laureatosi alla facoltà di diritto di Parigi nel 1866, entrò nella magistratura (7 marzo 1870) come sostituto presso il tribunale della Senna, e nel 1875 il Dufaure gli affidò la direzione degli affari criminali e di grazia al Ministero della giustizia, dalla quale si dimise nel dicembre del 1876. Eletto deputato per Boulogne-sur-mer (7 aprile 1878), prese subito dopo parte attiva ai lavori parlamentari, e a un tempo, con Georges Picot, assunse la direzione del Parlement. Rieletto il 21 agosto 1881, due anni dopo fu relatore del bilancio. Rifiutò di formare un ministero dopo la caduta di Jules Grévy (novembre 1887), in seguito allo scandalo del commercio delle decorazioni, e invece accettò il portafoglio degli Affari esteri in un gabinetto Freycinet (17 marzo 1890-18 febbraio 1892), conservandolo quando al Freycinet succedette il Loubet (27 febbraio-28 novembre 1892). Durante il suo ministero fu sanzionato il protettorato francese sul Madagascar e assicurata una zona d'influenza nel Sudan; ma specialmente fu stretta, e proprio soprattutto grazie all'opera del R., quell'alleanza tra la Francia e la Russia che valse a controbilanciare la Triplice Alleanza (agosto 1891). Il 6 dicembre 1892 il R. succedette al Loubet nella presidenza del consiglio dei ministri, rimanendo a capo del governo fino al 30 marzo 1893, e fu un periodo assai burrascoso per la vita politica francese, agitata dallo scandalo dell'Istmo di Panamá. Tornô tuttavia al potere quando (17 marzo 1895) a Casimir-Périer succedette Félix Faure nella presidenza della repubblica, e questa volta assunse il portafoglio degli Affari esteri, ma per brevi mesi, poiché si dimise il 28 ottobre quando il partito radicale andò al potere. Tuttavia il R. continuò a partecipare attivamente alla vita pubblica, specialmente presiedendo l'inchiesta parlamentare per la riforma dell'insegnamento secondario, che fu svecchiato, e preparando quella legge del 10 aprile 1908 che è nota sotto il suo nome, riguardante il miglioramento delle classi operaie. Il 12 giugno 1914, succedendo a Gaston Doumergue, assunse di nuovo la presidenza del consiglio dei ministri; ma lo stesso giorno il ministero da lui formato fu rovesciato dalla coalizione dei radicali con i socialisti. Appena cominciata la guerra mondiale, il Viviani lo chiamò alle Finanze (26 agosto 1914), e il R. tenne quel ministero anche nei due gabinetti Briand, rendendo grandissimi servigi al suo paese per fronteggiare le immense spese di guerra. Succedette al Briand nella presidenza del consiglio il 20 marzo 1917, in un momento estremamente critico, poiché dovette provvedere ai cambiamenti nell'alto comando (sostituzione del generale Nivelle dopo la sfortunata offensiva dell'Aisne) e fronteggiare le manovre disfattiste. Si dimise il 7 settembre 1917, accettando tuttavia il portafoglio degli Affari esteri nel gabinetto Painlevé (12 settembre), ma fu subito sostituito da L. Barthou (23 ottobre). Il 20 gennaio 1920 fu eletto senatore per il dipartimento di Pas-de-Calais. Il R. appartenne all'Académie des sciences morales et politiques dal 1903; e all'Académie française dal 1906.