CERQUETTI, Alfonso

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 23 (1979)

CERQUETTI, Alfonso

Raffaele Morabito

Nacque a Montecosaro, presso Macerata, da Giovanni, possidente, e da Creusa Pasquali; C. Romiti (A. C.,p. 51)desume da un documento parrocchiale la data di nascita, 19 dic. 1827, ma aggiunge che gli atti del municipio di Osimo, l'epigrafe tombale e i cenni biografici pubblicati quando egli era ancora in vita sono concordi nell'indicare il 15 marzo 1830. Studiò lettere italiane e latine sotto la guida di Crescentino Giannini, e successivamente seguì corsi di filosofia a Morrovalle, presso il convento dei cappuccini, poi, dal 1848, di giurisprudenza a Macerata; ma nel 1850 dovette interrompere gli studi regolari in seguito a "una punizione inflittagli per motivi politici, e per un fatto che egli non aveva commesso, ma di cui non volle discolparsi per non compromettere chi ne era stato veramente l'autore" (ibid., p. 52: C. Romiti costituisce l'unica fonte, alquanto reticente, sul periodo 1848-60).

Cominciò allora l'attività di insegnante privato; a causa delle sue idee politiche, per ottenere un posto nelle scuole dovette attendere la cessazione del dominio pontificio nel 1860, quando fu nominato insegnante di quarta ginnasiale presso il liceo-ginnasio "Morgagni" di Forlì, dove l'anno dopo gli fu affidata la cattedra di lettere italiane per il liceo. Messosi in luce grazie ai suoi studi filologici e lessicografici (particolarmente per il Saggio diesercitazioni filologiche,Bologna 1865, e gli Studj lessicografici e filologici, Forlì 1868), nel 1868 fu nominato membro della Regia Commissione per i testi di lingua: Fra gli scritti pubblicati dal C. in quegli anni i più noti sono quelli che criticano i metodi di compilazione del Vocabolario dell'Accademia della Crusca, di cui era allora in corso una nuova redazione, e propongono numerose aggiunte e correzioni (Correzioni e giunte al Vocabolario degli Accademici della Crusca sin qui pubblicato, Forlì 1869; Alcune voci ed esempj mancanti all'A della Crusca, Bologna 1873; Saggio dicorrezioni e giunte al C della Crusca, Torino 1874; Secondo saggio di correzioni e giunte al C della Crusca, Imola 1875; Nuove correzioni e giunte al Vocabolario degli Accademici della Crusca, Torino 1877). Il primo intervento fu accolto con benevola attenzione dal segretario dell'Accademia, Marco Tabarrini, ma il successore di questo, Cesare Guasti, si risentì delle nuove critiche del C.: ne nacque un'aspra polemica, nella quale intervenne anche Giosue Carducci pubblicando su La Patria di Bologna del 25 febbr. 1875 un articolo in cui difendeva il C. e sottolineava il valore e l'importanza dei suoi lavori lessicografici. Lo scontro culminò nel 1877, quando il Guasti, ritenendosi calunniato dalle accuse di malafede rivoltegli, presentò una querela al tribunale di Milano; la causa si concluse con una ammenda di quattro lire comminata al C., riconosciuto colpevole di ingiuria, non di calunnia.

Nel 1874 era morta, in età di trentacinque anni, la moglie del C., Rosina Bertozzi, di Montecosaro, lasciandolo con due figli, Giovanni e Giulia. Al '77 risale il trasferimento a Osimo: su segnalazione dell'amico e collega Luigi Morandi era stato chiamato a ricoprire la cattedra di lettere italiane nel collegio Campana.

I primi tempi trascorsi a Osimo furono turbati dalle discordie che dividevano i docenti e nelle quali egli fu coinvolto in prima persona, rimproverato tra l'altro di favorire con i suoi sistemi d'insegnamento l'apprendimento meccanico più che lo sviluppo delle capacità intellettuali degli alunni. Ma presto le acque si calmarono, in seguito al trasferimento di molti dei suoi avversari, ed egli poté attendere con tranquillità agli studi. Unico episodio che in quegli anni doveva turbarlo, provocandone l'energica reazione, ma che non'ebbe praticamente conseguenze, fu nel 1880 il voto di biasimo approvato dal Consiglio comunale di Osimo per la sua partecipazione a un comizio organizzato ad Ancona dai democratici marchigiani sul tema del suffragio universale.

Del 1889 è il secondo matrimonio, con Volunnia Pierandrei. Nel 1892 si ritirò in pensione. Nel 1893 gli morì il figlio Giovanni, ventinovenne, avviatosi anch'egli agli studi filologici. Negli ultimi anni pubblicò alcuni volumi di epigrammi: Dugentoepigrammi, Torino 1900, Nuovi epigrammi politici, sociali e morali, Perugia 1901, Trecento nuovi epigrammi, Milano 1903.

Il C. morì ad Osimo il 18 febbr. 1905. Fra i suoi alunni al collegio Campana va ricordato Adolfo De Bosis, che gli rimase affezionato e gli rese visita poco prima della morte. Nel 1931 nell'atrio del collegio vennero collocati un busto e una lapide in suo onore.

Amico di Pietro Fanfani, il C. ne sposò le teorie, rifiutando l'idea manzoniana dell'inesistenza di una lingua italiana e attestandosi sulle posizioni di un purismo che intendeva richiamarsi al Giordani e al Leopardi e riconosceva gli esempi ottimi nelle scritture degli autori trecenteschi; quanto all'uso contemporaneo, ammetteva che venisse seguito purché fosse "ragionevole" (Risposta di A. Cerquetti a una lettera di F. Zambaldi al redattore della Sentinella del Musone, Osimo 1880, p. 12), e cioè avvalorato da "l'analogia, la critica e l'uso di forbite penne" (Correzioni e giunte al Vocabolario degli Accademici della Crusca sin qui pubblicato, p.VI). In un secondo momento allargò i suoi orizzonti e divenne attento studioso ed ammiratore dell'opera del Manzoni, curando fra l'altro per l'editore Hoepli il testo di una ristampa dei Promessi sposi (Milano 1896; in altri interventi filologici si era occupato di testi leopardiani e pariniani).

Fonti e Bibl.: Necr. in Giornale stor. d. lett. ital., XLV(1905), pp. 477 s.; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemp.,Firenze 1879, pp. 279 s.; P. Zincada, Bio-bibl. generale ital., Firenze 1887, pp. 143 s.; G. Natali, Un filologo epigrammista, in Le Marche, I (1901), 9, pp. 142-44; C. Trabalza, A. C., Perugia 1901; G. Casati, Diz. d. scrittori d'Italia, II, Milano s.d., p. 128; G. Garollo, Diz. biogr. universale, I, Milano 1907, p. 507; C. Romiti, A. C., in Annuario del R. Liceo-ginnasio "F. e M. Campana" in Osimo anno scolastico 1924-25, pp. 51-68 (con ricca, seppur non esaustiva, bibl. degli scritti del C.); Id., A. C. Profilo biografico-letter., Osimo 1926 (ivi è riassorbito l'articolo precedente; contiene anche scritti di A. Orsi e di un non meglio identificato "concittadino" del C.); A. Luzio, L'ultimo dei puristi, in Il Corriere della Sera, 16 dic. 1926; C. Romiti, Commem. diA. C., Osimo 1931; Id., Mezzo secolo dell'Istituto Campana, Città di Castello 1935, pp. 87, 159 s., 166-83; 194, 212; Diz. enc. della lett. ital.,diretto da G. Petronio, II, Bari-Roma 1966, p. 16; Enciclopedia Universal Ilustrada Europeo-Americana, XII, p.1309.

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