GIORDANO, Alfonso

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 55 (2001)

GIORDANO, Alfonso

Giuseppina Bock Berti

Nacque a Lercara Friddi, in provincia di Palermo, il 10 dic. 1910 dal medico Luigi e da Vincenzina Bongiovanni. Conseguita all'età di 16 anni la maturità classica nel capoluogo siciliano, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia di quella università.

Rimaneva così fedele alla tradizione della famiglia, nel cui ambito si era distinto in particolare il nonno paterno Alfonso (1842-1915), medico filantropo che aveva dedicato la vita all'assistenza e allo studio delle condizioni di lavoro dei minatori di zolfo siciliani, nei quali aveva messo in luce la preoccupante incidenza dell'anchilostomiasi (si vedano le pagine commemorative in occasione del cinquantenario della morte in Folia medica, XLVIII [1965], pp. 817-835).

Dopo essere stato allievo interno nell'istituto di fisiologia dell'ateneo palermitano, nel 1930-31, seguendo la famiglia, si trasferì a Catania. Proseguendo gli studi nella locale università, fu allievo interno presso l'istituto di anatomia patologica diretto da P. Redaelli. Conseguita nel 1932 la laurea, si dedicò subito alla ricerca scientifica affrontando lo studio di alcuni settori della patologia infettiva. Laureato anche in scienze biologiche, nel 1937 frequentò il Pathologisches Institut dell'Università di Gottinga, ove dette inizio alle sue ricerche nel campo della patologia congenita.

In questo primo periodo della sua attività scientifica il G. pubblicò interessanti lavori, dei quali si ricordano: Considerazioni sulla leishmaniosi sperimentale dello spermofilo, in Società medico-chirurgica di Catania, Ricerche e studi sulla leishmaniosi viscerale nelMediterraneo, Catania 1933, pp. 131-143; Contributo alla anatomia patologica dell'infezione brucellare nell'uomo, in Boll. della Società medico-chirurgicadi Catania, II (1934), pp. 664-683; Tromboarterite multipla luetica, ibid., III (1935), pp. 225-239; La sifilide renale ed il rene dei sifilitici, Bologna 1936; Über die formale Genese der angeborenen Kleinheit des Unterkiefers, in Beiträgezur pathologischen Anatomie und zur allgemeinen Pathologie, C (1937), pp. 169-183; Zur Frage der angeborenen Gelenkstarre, in Verhandlungen der Deutschen pathologischen Gesellschaft, XXX (1937), pp. 459-468; Über die anatomischen Grundlagen des angeborenen Schulterblatthochstandes, in Beiträge zur pathologischenAnatomie und zur allgemeinen Pathologie, CI (1938), pp. 80-93; Studio micologico del Debaryomyces neoformans e significato della specie nella patologia animale, in Mycopathologia, I (1938-39), pp. 274-304.

Conseguita nel 1938 la libera docenza in anatomia patologica, il G. nel biennio 1938-40 fu incaricato dell'insegnamento di tale disciplina nell'Università di Bari: in questa sede curò in modo particolare l'organizzazione e l'attività settoria e scientifica dell'istituto di anatomia e istologia patologica, provvedendo, tra l'altro, all'allestimento di un'istoteca. Trasferitosi poi all'Università di Pavia, divenne assistente del Redaelli, che dal 1934 vi dirigeva la cattedra di anatomia e istologia patologica. A Pavia il G. ebbe l'affidamento del corso libero di anatomia patologica delle ghiandole a secrezione interna e dal 1943 fu incaricato di sostituire il maestro, che era stato chiamato all'Università di Milano, nella direzione della cattedra di anatomia e istologia patologica. Nell'ateneo pavese, vinto il relativo concorso, il G. divenne professore straordinario nel 1947 e ordinario nel 1950. Assunta la direzione dell'istituto, nel 1951 si recò negli Stati Uniti, ove frequentò il Department of human biology della University of Michigan ad Ann Arbor. Nel 1952 fondò a Pavia la scuola di specializzazione in oncologia, la prima istituita in Italia, della quale fu direttore. Chiamato nel 1956 dalla facoltà medica dell'Università di Milano a succedere al Redaelli prematuramente scomparso (al quale dedicò commossi ricordi: P. Redaelli, in Verhandlungen der Deutschen pathologischen Gesellschaft, XL [1956], pp. 379-386; e in Folia hereditaria et pathologica, V [1956], pp. I-XV) nella direzione della cattedra e dell'istituto di anatomia e istologia patologica, divenne poi anche direttore della Scuola di specializzazione in anatomia e istologia patologica e tecniche di laboratorio.

Didatta di grande valore, il G. considerava la sua disciplina vincolata al rispetto dell'unità dell'organismo attraverso la correlazione tra organi e apparati e quindi strumento validissimo per gli studenti in procinto di affrontare lo studio del malato dopo aver superato il triennio preclinico (si veda L'anatomia patologica nell'educazione medica, in Il Morgagni, I [1968], pp. 249-259). Alla sua scuola si formarono numerosi allievi, che si distinsero in Italia e all'estero.

In campo scientifico il G. si segnalò per originali e importanti ricerche condotte in settori al tempo pressoché inesplorati della patologia, come quella prenatale, ereditaria e citogenetica.

Autore di una serie di studi sistematici sulle malattie ereditarie, per la cui comprensione indicò l'esigenza della raccolta metodica e completa degli alberi genealogici, pubblicò lavori di notevole interesse riguardo sia ai fenomeni indagati ed esplicati, sia alle problematiche aperte alle future ricerche: Contributo allo studio delle sindromi malformative, in Pathologica, XXVIII (1936), pp. 361-368; Contributo allo studio ed alla classificazione delle anomalie congenitedei reni, in Archivio italiano di urologia, XIII (1936), pp. 209-231; Su una formadi glaucoma ereditario, in Boll. della Società medico-chirurgica di Cremona, II (1948), pp. 59-69; Enzimopatie ereditarie, in Folia hereditaria et pathologica, I (1951), pp. 41-45 (contenente la proposta della riunione in un'unica denominazione di alcune malattie ereditarie in base alle nuove conoscenze sulla loro patogenesi); Maternal influences and hereditary ectopia lentis, ibid., pp. 209-212; Malformazioni e patologie antenatali dell'uomo, in Recenti progressi in medicina, XV (1953), pp. 317-325; Patologia genetica dell'uomo, in Folia hereditaria et pathologica, IX (1960), pp. 191-197; Über die praenatalen Erkrankungen des Menschen, in Deutschemedizinische Wochenschrift, LXXXVI (1961), pp. 466-469; Aspetti istochimici dellaosteogenesi imperfetta nel quadro delle enzimopatie ereditarie, in Folia hereditaria et pathologica, X (1960), pp. 122-133, in collaborazione con L. Matturri e E. Gulì; Human pathology and experimental teratology, ibid., XVII (1967-68), pp. 47-56, in collaborazione con G. Bratina e altri, esposizione delle ricerche sperimentali e dei riscontri clinico-statistici eseguiti in base ai resoconti sulla influenza della talidomide nella genesi delle malformazioni congenite; Bilirubinopatie ed enzimopatie ereditarie dell'epatocita, ibid., XXI (1972), pp. 26-32, in collaborazione con G. Coggi e P.G. Grigolato.

In questo campo di studi meritano una particolare menzione due monografie: Le disencefalie, Bari 1939, riunificazione in un singolo gruppo e accurata disamina di fenomeni malformativi diversi, da forme letali quali l'anencefalia ad altre compatibili con la vita, come il meningocele, aventi per fondamento unitario un disturbo del processo di chiusura del primitivo tubo neurale, talvolta associato a manifestazioni viscerali e a carico delle estremità come nel caso della dysencephalia splancnocystica trasmessa come carattere autosomico recessivo e caratterizzata da meningoencefalocele, polidattilia e reni policistici, nota come sindrome di Meckel-Gruber-Giordano; Avviamento alla patologia genetica dell'uomo, Milano 1949, contenente tra l'altro la ragionata sintesi delle nozioni essenziali per la comprensione dei problemi dell'eredità patologica.

Il G. recò anche importanti contributi nel settore oncologico sia di ordine generale (Considerations on the value of post-mortem diagnoses in oncology, in Acta. Unio internationalis contra cancrum, XVI [1960], pp. 341-344, in collaborazione con G. Grampa e L. Riviera; Modificazione della frequenza dei tumori maligni al tavoloanatomico: rilievi statistici comparativi tra i quinquenni 1926-30 e 1956-60, in Annali di statistica, XIV [1964], pp. 3-6, in collaborazione con L. Riviera e G. Grampa; La diagnosi istologica in oncologia, in Trattato di oncologia, I, Milano 1973, pp. 143-160), sia a carattere specialistico (Biologia dei melanociti deitessuti normali e neoplastici, in Ricerca scientifica, XXXI [1961], pp. 53-58; Criteri di diagnosi istopatologica in tema di tumori melanotici, in Boll. dellaSocietà italiana di patologia, VIII (1962), pp. 217-221; Storia naturale dei tumori pigmentati, in Rassegna clinico-scientifica, XLII (1966), pp. 201-206; Indizi di difesa immunitaria nei portatori di melanoma, in Boll. della Società medico-chirurgica bresciana, n.s., XXII [1968], pp. 11-22; Ultrastruttura dei melanociti dermici nel topo portatore del melanoma di Cloudman S 91, in Il Morgagni, I [1968], Suppl., pp. 85-92, in collaborazione con P.G. Grigolato e P. Fundorò). Di grande interesse dottrinale e pratico fu anche l'estensione delle ricerche cariologiche dallo studio di alcune sindromi (Turner syndromes: statistical survey and relations with theStein-Leventhal syndrome, in Folia hereditaria et pathologica, XXI [1972], pp. 59-81, in collaborazione con M. Lavezzi e G.M. Grimaldi; Syndromes liées aux aberrations autosomiques, ibid., XXVI [1977], pp. 77-94) a quello delle cellule neoplastiche volte a individuarvi, tramite le tecniche di bandeggiamento complessivamente note col termine di "banding" in grado di mettere in evidenza le peculiarità strutturali di ognuno di essi, cromosomi abnormi rappresentanti veri e propri "markers": la loro formazione, infatti, determinata da traslocazioni o delezioni, da inversioni pericentriche o aggiunta di nuovi segmenti, verosimilmente più marcata dal punto di vista qualitativo e quantitativo in ragione diretta al livello di malignità e di stadiazione della neoplasia, avrebbe potuto costituire un indice dello stato di instabilità del corredo cromosomico coinvolto, a livello molecolare, nella genesi del processo neoplastico (Marker chromosomes in crocker tumor 180 (sarcoma 180), in Folia hereditaria et pathologica, XXIII [1974], pp. 141-147, in collaborazione con A.M. Lavezzi e M.G. Grimaldi; Su due casi di cromosomi marcatori in tumori epiteliali maligni umani, ibid., XXIV [1975], pp. 1-8, in collaborazione con A.M. Lavezzi e M.G. Grimaldi; I cromosomi marker delle cellule tumorali, Roma 1976 (relazione letta all'Accademia nazionale dei Lincei nella seduta dell'8 marzo 1975 e pubblicata nella serie dei quaderni dell'Accademia, n. 222); Modes de reproduction des cellules neoplastiques, in Folia hereditaria et pathologica, XXVII [1977], pp. 29-44; Il nucleo in interfase delle cellule neoplastiche, ibid., XXVIII [1979], pp. 1 s.; Frequenza delle varianti morfologiche del cariotipo in portatori di tumori maligni, in Il Morgagni, XII [1979], Suppl., pp. 13-16, in collaborazione con M.G. Grimaldi e A.M. Lavezzi; Ipotesi di lavoro nei markers tumorali sulsignificato dei tratti cromosomici impropri, ibid., XII [1979], pp. 69 s., in collaborazione con P. Giordano e altri; Dall'anatomia dei cromosomi all'anatomia dei geni, in Folia hereditaria et pathologica, XXXIV [1985], pp. 35-55). Tali studi appaiono oggi di grande attualità, alla luce delle attuali conoscenze sugli oncogeni e sulle basi molecolari delle neoplasie e delle metastasi.

Del G. debbono ancora essere ricordati, oltre a vari lavori inerenti all'infettivologia e a numerosi settori dell'anatomia patologica (Il problema delle cosiddette "cellule protozoosimili" negli organi dei feti umani, Pavia 1937; Il fegato nellamalattia tubercolare, Milano 1946; Documentazioni sul valore diagnostico della biopsia epatica per puntato, in Boll. della Società medico-chirurgica di Pavia, LXII [1948], pp. 175-192; Anatomia patologica delle flebiti e della sindrome post-flebitica, in Folia angiologica, III [1956], pp. 284-334, in collaborazione con E. Servida; Rilievi di patologia strutturale e dinamica nelle bronchiti croniche non tubercolotiche, in Atti del XV Congresso italiano di tisiologia, II, 1960, pp. 125-142, in collaborazione con L. Riviera e V. Dal Borgo; Angiodisplasie neurocutanee (status precomatosus vasculosus), in Minerva dermatologica, XXXVI [1961], pp. 293-308, in collaborazione con G. Sanvenero Rosselli et al.; I miceti amici e nemici dell'uomo, in Atti del XIV Convegno della salute, Ferrara… 1967, Modena 1967, pp. 251-263, in collaborazione con L. Riviera), gli importanti contributi di patologia endocrina grazie ai quali può oggi essere considerato uno dei precursori della moderna immunoendocrinologia (Particolari aspetti morfologici di osteopatia paratiroidea, in Endocrinologia e patologia costituzionale, XIV [1939], pp. 125-152; Die Hypophyse bei den septikämischen Zustände und bei den akuten juxtasellären Entzündungen, in Endokrinologie, XXIV [1941], pp. 1-25; Die Hypophyse bei der Eklampsie, in Beiträge zur pathologischen Anatomie und zur allgemeine Pathologie, CVI [1941], pp. 78-112; Adiposità epifisiogena e tubercoloma dell'epifisi, in Boll. della Società medico-chirurgica di Pavia, LVIII [1944], pp. 689-736) e gli studi sul problema della senescenza e sulla patogenesi dell'aterosclerosi, che interpretò come una "inversione di fase" delle cellule della parete arteriosa, vale a dire come una loro diminuzione quantitativa accompagnata dall'aumento di produzione delle sostanze intercellulari (Morfologia del miocardio nella senilità, in IX Congresso della Società italiana di gerontologia e geriatria. Firenze 1960, in Giornale di gerontologia [1960], Suppl. 23, pp. 3-44 (in coll. con R.G. Allegreni et al.); Le rôle des mucopolysaccharides dans l'athérosclerose, in Acta cardiologica, XI [1966], Suppl., pp. 109-129, in collaborazione con L. Matturri; Arteriosclerosi e senescenza, in Giornale dell'arteriosclerosi, VI [1968], pp. 411-413; Arteriosclerosi e processi di senescenza, in IlMorgagni, III [1970], pp. 59-74; Letalità da influenza nell'età senile, in Terapia, LV [1970], pp. 178-182; Ultrastruttura delle lesioni cerebrali negli stati senilicon particolare riferimento ad alcuni aspetti del metabolismo proteico, in Il Morgagni, IV [1971], pp. 31-35, in collaborazione con G. Grigolato).

Va infine ricordato che il G. fu autore di alcuni studi di ordine storico-critico: Per la storia dell'acromegalia (priorità di Andrea Verga nella descrizione del quadroanatomo-clinico), in Rendiconti dell'Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti, classe di scienze, LXXIV (1940-41), pp. 129-132; I primi cento anni dell'insegnamentodi anatomia patologica umana in Lombardia, ibid., LXXXVIII (1955), pp. 134-139; Ianus Plancus alleato di G. Morgagni in unapolemica scientifica, in Il Morgagni, XV (1982), pp. 69-74; Note storico-critichesull'anatomia patologica dell'anchilostomiasi, ibid., pp. 21-27.

Il G. tradusse dal tedesco la celebre opera di E. Kaufmann Trattato di anatomiapatologica speciale, I-III, Milano 1959-77.

Membro di prestigiose società e accademie scientifiche - tra le quali l'Accademia nazionale dei Lincei, l'Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti, la European Society of pathology della quale fu tra i fondatori e presidente, l'International Academy of pathology, l'American Society of human genetics - il G. ebbe le lauree honoris causa in medicina dall'Università cattolica di Lovanio nel 1958 e dall'Università Pierre et Marie Curie di Parigi nel 1977; al suo nome fu intitolato il servizio di anatomia patologica dell'ospedale S. Carlo di Milano. Condirettore di numerosi periodici scientifici, nel 1951 fondò la rivista internazionale di patologia antenatale e genetica umana, Folia hereditaria et pathologica, e nel 1968 assunse con E. Polli la direzione del vecchio e glorioso periodico di morfologia clinica Il Morgagni. Insignito di due croci di guerra nel secondo conflitto mondiale, ricevette la medaglia d'oro della Sanità pubblica e dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte; fu nominato cavaliere ufficiale al merito della Repubblica.

Lasciato l'insegnamento, per limiti d'età, nel 1987 fu nominato professore emerito. Aveva sposato Maria Teresa Scarlata, dalla quale ebbe i figli Pier Luigi, Ferdinando e Paolo.

Il G. morì a Milano il 6 giugno 1990.

Fonti e Bibl.: A. Giordano, Carriera didattica e operosità scientifica, Pavia 1937; Id., Aggiunteal curriculum, Bari 1939; Annuari dell'Università degli studi di Pavia, anni accademici 1941-1955; Annuari dell'Università degli studi di Milano, anni accademici 1955-1985; necrologi in Rendiconti dell'Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti, CXXV (1991), pp. 149-151, 153-157; E. Cavallo, A. G., in Rendiconti dell'Accademia nazionale dei Lincei, Suppl., s. 9, 1992, pp. 115-120.

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