ALFONSO III delle Asturie, il Magno

Enciclopedia Italiana (1929)

ALFONSO III delle Asturie, il Magno (866-909)

Ramon D'ALOS-MONER

Fu collega di suo padre, il re Ordoño I, negli ultimi anni del suo glorioso regno, e meritò il soprannome di Magno. Bisogna tuttavia riconoscere che al buon successo delle sue imprese contro gli Arabi contribuirono non poco le ribellioni divampate nella Spagna musulmana contro il potere di Córdova, sotto l'emiro omāyyade Muḥammad I (852-856). Le prime lotte, A. le sostenne nei suoi proprî stati. Nel succedere a suo padre, fu vittima della ribellione del conte di Galizia, Fruela, il quale s'impadronì del trono, costringendo il re a ritirarsi nella Castiglia, donde ritornò, ben tosto, alla morte del ribelle assassinato dai nobili asturiani. A. dovette poi sottomettere i Baschi sollevati. In anno non precisato dai cronisti cristiani, respinse una spedizione musulmana diretta contro León, indi avanzò nei territorî portoghesi, impadronendosi di Coimbra e ripopolando parecchie città del sud della Galizia e del Portogallo, tra cui Orense, Oporto e la stessa Coimbra. Nell'878, trionfò sopra i Musulmani in un'altra spedizione comandata da al-Mundhir, figlio di Muḥammad. Negli anni successivi, lottò con fortuna contro i suoi ex-alleati Ibn Marwān e Sa‛dūn. Intervenne inoltre nelle lotte dei Benicasi (Banū Qasī) di Saragozza contro il potere dell'emiro di Córdova, tenendo lontano, sia con le armi, sia con trattative, il pericolo musulmano, quantunque vedesse devastati alcuni dei suoi territorî (882-883).

Pare che, per alcuni anni, A. non fosse più provocato dall'emiro di Córdova, troppo impegnato a fronteggiare, nel sud della penisola, la sollevazione di ‛Omar ibn Ḥafṣūn. Ciò gli permise di dedicarsi al ripopolamento di molte città. Gli annalisti arabi affermano che, già tra l'882 e l'884, il conte Diego, per ordine suo, ripopolò Burgos e qualche altro luogo. In seguito, anche Zamora, Simancas, ecc. furono fortificate e ripopolate. Frattanto, i fratelli di A., con a capo Fruela, ordirono una congiura contro di lui; ma scoperta questa, i congiurati furono severamente puniti. L'anno 901, avvenne la cosiddetta "giornata di Zamora", nella quale Alfonso vinse un esercito di Musulmani, che facevano la guerra santa. Quando questi furono sterminati, il re delle Asturie giunse fino a Toledo, città che gli pagava tributo.

Sfortunato nel seno della famiglia, dovette fronteggiare anche una ribellione dei figliuoli, della quale si dice che fosse complice la moglie Ximena, di lignaggio visigoto o franco. La lotta terminò con l'abdicazione forzata del re (909), a favore dei ribelli: García, al quale toccò il regno di León; Ordoño, che ebbe quello di Galizia; e Fruela, cui spettò la signoria delle Asturie. A. si ritirò a vita privata; ma, sebbene gli fosse stato tolto il trono, ottenne da suo figlio García di poter lottare contro i Musulmani, sui quali riportò vittoria. Il suo regno, del resto, fu notevole, oltre che per la lotta sostenuta contro gli Arabi, per il grande fervore religioso dimostrato da A. nella costruzione di molte chiese, che furono largamente dotate. Anche la consacrazione della chiesa di Compostella (899) e la celebrazione d'un concilio ad Oviedo (901) avvennero sotto di lui. La politica di questo sovrano ha le stesse caratteristiche di quella di tanti altri principi spagnuoli, intenti egualmente alla restaurazione religiosa e alla riconquista del territorio. Fu sua cura costante di provvedere alla sicurezza dei suoi dominî, che furono la culla dei nuovi stati del Portogallo, León e Castiglia. Fortificò le frontiere meridionale e orientale, e a sud portò al Duero i confini del regno delle Asturie. I contemporanei ammirarono l'attività politico-religiosa di A., tanto che il Chronicon Albeldense poté dire che "eius tempore ecclesia crescit et regnum ampliatur". Morì nel 910 a Zamora. Il suo corpo, sepolto prima in Astorga, fu poi trasportato ad Oviedo.

Bibl.: Chronicon Albeldense del sec. IX; Chronicon di Sampiro da Zamora, del sec. X-XI, in Las crónicas latinas de la Reconquista, voll. 2, Valenza 1913; il Chronicon Silense, anche nell'ed. di F. Santos Coco, Hist. Silense, Madrid 1919. Cfr. M. Gomez Moreno, Introducción á la Historia Silense, Madrid 1921; España Sagrada, XXXVII, 210-227; A. Ballesteros, Historia de España y su influencia en la historia universal, II, Barcellona 1920, pp. 196-201.

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