Hitchcock, Alfred

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Hitchcock, Alfred

Monica Trecca

Il mago del brivido

Tra i maggiori registi cinematografici del Novecento, Hitchcock è considerato il grande maestro della suspense cinematografica, per la straordinaria capacità di creare con i suoi film attesa, sorpresa e paura nello spettatore. Nel narrare storie in cui la normalità all'improvviso si rivela ricca di pericoli, il regista inglese ha saputo affascinare il pubblico terrorizzandolo e facendo riprovare a ognuno di noi le emozioni dell'infanzia, quando si teme il buio perché sembra nascondere presenze inquietanti

Un crescendo di tensione

Hitchcock, nato nel 1899 a leytonstone, vicino a londra, entrò in contatto con il mondo del cinema nel 1920, dopo aver frequentato la scuola di ingegneria e navigazione e aver seguito corsi di disegno all'università di Londra. Si affermò definitivamente come regista con Il pensionante (1926), ispirato alla vicenda di Jack lo Squartatore, con il quale inaugurò l'abitudine di firmare ogni suo film facendovi una brevissima apparizione. Per la prima volta, inoltre, affrontò il tema dell'innocente accusato ingiustamente, ripreso spesso anche in seguito, come in Il club dei trentanove (1935), Il ladro (1956), Intrigo internazionale (1959).

In tutta la sua opera Hitchcock mirò a coinvolgere costantemente il pubblico, evitando pause e rallentamenti nel ritmo. Come più volte ebbe modo di sostenere, non è infatti lo scoppio di una bomba a creare suspense, quanto la consapevolezza che una bomba sta per esplodere. così in L'uomo che sapeva troppo (1934, poi rifatto dal regista nel 1956) ideò una scena di grande tensione, ambientata durante un concerto alla Albert Hall di Londra e basata sul frenetico tentativo di impedire un omicidio previsto per il momento in cui un colpo di piatti coprirà lo sparo.

Uno sguardo inesorabile

Grazie ai successi ottenuti il regista venne chiamato a Hollywood, dove dal 1940 girò veri capolavori in cui sapienti movimenti della macchina da presa guidano lo spettatore dentro l'azione, come la carrellata che percorre tutta la sala di un ricevimento nella storia di amore e spionaggio Notorious (1946) o l'ininterrotta serie di lunghi piani-sequenza (ossia sequenze costituite da un'unica inquadratura) con i quali Hitchcock segue i suoi personaggi nell'appartamento dove è ambientato Nodo alla gola (1948), sua prima opera a colori in cui si racconta lo smascheramento di un omicidio commesso da due giovani.

In Io ti salverò (1945) ricorse ai disegni del pittore spagnolo Salvador Dalí, dominati da grandi occhi inquietanti, per aprire la sequenza del sogno di un uomo tormentato nell'inconscio da un terribile episodio dell'infanzia, ed è costruito come un incubo La donna che visse due volte (1958), dove il mistero che si nasconde dietro la morte di una donna e l'apparizione della sua sosia fanno quasi impazzire il protagonista. Per interpretarlo il regista scelse James Stewart (con Cary Grant uno dei suoi attori prediletti), che aveva voluto anche in La finestra sul cortile (1954) nella parte di un fotografo: costretto all'immobilità da una gamba ingessata, nel trascorrere le giornate guardando i vicini del palazzo di fronte come uno spettatore al cinema, finirà per smascherare un assassino. Il pubblicitario scambiato per una spia e interpretato da Cary Grant in Intrigo internazionale è invece costretto a una fuga avventurosa per tutto il film, che si conclude con la famosa scena tra i volti scolpiti dei presidenti americani sul Monte Rushmore, splendido esempio dell'ironia del regista anche nel descrivere le situazioni più drammatiche.

Sulle orme dell'assassino

In altri casi Hitchcock sceglie di mettere lo spettatore sulle tracce dell'assassino, come in L'ombra del dubbio (1943), Paura in palcoscenico (1950), Il delitto perfetto (1954) e Psyco (1960). Quest'ultimo, ambientato in un sinistro motel, fu un successo clamoroso: la scena in cui una giovane donna viene brutalmente accoltellata sotto la doccia fu realizzata con settanta posizioni della macchina da presa ed è una delle più agghiaccianti della storia del cinema. Con Gli uccelli (1963), dove innocui uccelli cominciano improvvisamente ad attaccare gli uomini, volle invece rappresentare la minaccia che può venire proprio da ciò che sembra noto e insospettabile. Ideatore di figure femminili indimenticabili (interpretate da attrici come Ingrid Bergman e Grace Kelly), girò il suo ultimo film, Complotto di famiglia, nel 1976. Ricevette il titolo di Sir poco prima di morire a Hollywood nel 1980.

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