ALGERI

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)

ALGERI (II, p. 447)

Armando SAITTA

La seconda Guerra mondiale. - Dopo i due armistizî del 22 e 24 giugno 1940, firmati dalla Francia con la Germania e l'Italia, Algeri fu scelta come sede di una rappresentanza della commissione armistiziale, che aveva fra i suoi compiti il controllo della smilitarizzazione delle piazze marittime e delle basi navali di Biserta e Orano (Mers-el-Kebir). Scampati all'attacco del 3 luglio 1940 (compiuto dalla squadra britannica del Mediterraneo occidentale), la corazzata Strasbourg, alcuni caccia e la nave appoggio aerei Commandant Teste, al comando dell'amm. Sommerville, raggiunsero Algeri il 4, ma ebbero ordine di proseguire per Tolone, tranne il Teste che si rifugiò a Biserta. L'attacco britannico fece attenuare le clausole armistiziali e sospendere quelle inerenti alla marina e all'aviazione francesi, perché non mancasse un'efficace reazione in caso di altre azioni del genere.

Fin dall'ottobre 1940 fra M. Murphy, inviato speciale del presidente Roosevelt e ufficiali e civili francesi in Algeria, erano intervenuti alcuni contatti per il riarmo dell'Armata francese del Nord Africa. Nel 1941 alcune indiscrezioni avevano fatto sospendere i contatti, poi ripresi con lo stesso comandante la divisione del Nord Africa, e continuati in Francia col gen. H. H. Giraud, che era riuscito ad evadere dalla prigione di Königstein. Il signor Murphy poté finalmente firmare col rappresentante del gen. Giraud un accordo che, oltre al riarmo delle truppe, concerneva alcune clausole commerciali, marittime e finanziarie. Il 22 e 23 ottobre 1942 il gen. americano Mark Clark con ufficiali inglesi ed americani, trasportati da un sommergibile sulla costa presso Cherchell, s'incontrò con ufficiali francesi del movimento dissidente per stabilire i dettagli di una operazione di sbarco anglo-americano, senza però determinarne la data.

Inaspettatamente, nelle prime ore del mattino dell'8 novembre, si fermò dinanzi ad Algeri un grosso convoglio anglo-americano proveniente dalla Gran Bretagna e che, da parte delle autorità militari dell'Asse, si riteneva diretto a Malta o verso porti del Mediterraneo orientale. Le navi di scorta (esclusivamente appartenenti alla marina britannica) iniziarono senza preavviso il bombardamento dei forti della difesa costiera. I forti risposero al fuoco: ma il gen. Mast, comandante la divisione di Algeri e che (a differenza del gen. A. Juin comandante in capo dell'Africa del Nord e del generale Nogués al Marocco) era al corrente dello sbarco, aveva fatto distribuire alle truppe un ordine del giorno in cui si salutavano gli Americani come liberatori, sicché le truppe dei Commandos furono ricevute alla spiaggia da alcuni francesì che facilitarono l'occupazione degli aerodromi di Blida e di Maison-Blanche, che dopo un'ora furono utilizzabili. Limitate forze navali in porto tentarono un certo contrasto, ponendo fuori combattimento due piccole unità inglesi. Le truppe di terra, dopo un simulacro di resistenza nelle caserme, si arresero alle 16. Tre ore dopo tutto era calmo: il generale Juin aveva richiesto una sospensione d'armi e gli Americani, senza perdite, poterono entrare nella città.

L'ammiraglio F. Darlan, inviato ad Algeri dal maresciallo P. Pétain per assumere la difesa dell'Africa Francese, passò agli Afleati asserendo di agire in nome del legittimo capo dello stato, che immediatamente lo smentì. Ordinò a tutte le forze fiancesi di cessare ogni atto di ostilità contro gli Anglo-americani e trasmise il comando delle truppe - circa 200 mila uomini - al generale Giraud, che frattanto, prelevato da un sommergibile alleato presso Tolone, poi trasbordato su un aereo, era giunto ad Algeri nel pomeriggio del giorno 9 novembre, quando ormai l'operazione poteva considerarsi compiuta. Per la spedizione di Algeri e per le contemporanee di Orano e di Casablanca, erano state impiegate 850 navi di cui 350 da guerra: nel Mediterraneo al comando dell'amm. A. B. Cunningham, in Atlantico del contrammiraglio americano Whorter.

Da un punto di vista militare, lo sbarco anglo-americano ad Algeri può esser citato come esempio di perfetta organizzazione e di riuscita sorpresa per l'avversario; esso, con quelli di Orano e Casablanca (questo ben più contrastato), era evidentemente collegato con l'offensiva britannica in Egitto; dato il ritmo della ritirata tedesco-italiana, gli Alleati previdero che il gen. Rommel non si sarebbe fermato prima di aver raggiunto la Tunisia. Di conseguenza, stabilito ad Algeri il comando supremo delle forze anglo-americane poste agli ordini del generale americano Dwight Eisenhower, gli Alleati si affrettarono ad estendere la loro occupazione a tutta la costa algerina: nuovi convogli, carichi di truppe americane e britanniche, occuparono successivamente Bougie, Philippeville, Bona fino a raggiungere il confine con la Tunisia alla metà di novembre, ove pochi giorni dopo dovevano scontrarsi con le truppe dell'Asse cominciate a sbarcare il 16 del mese.

La reazione aeronavale dell'Asse si era manifestata quasi subito: dal 9 novembre, poi, l'aviazione e i sommergibili dell'Asse iniziarono i loro attacchi e li continuarono senza tregua nei giorni successivi, infliggendo alle navi da guerra e dei convogli perdite notevolissime; mezzi d'assalto navali italiani riuscirono a penetrare nello stesso porto di Algeri, affondandovi in una sola volta un incrociatore e tre piroscafi.

Se si considera che l'espulsione dell'Asse da tutta l'Africa settentrionale, sovvertendo l'intera situazione strategica del Mediterraneo occidentale e centrale, fu il preludio dello scardinamento dell'Asse stesso, lo sbarco di Algeri segnò indubbiamente per la seconda Guerra mondiale una delle tappe più importanti verso la vittoria finale delle potenze democratiche.

Il Comitato nazionale di Algeri. - Sorto ufficialmente il 3 giugno 1943, il Comitato nazionale di Algeri fu di fatto, e fino alla liberazione della Francia, un vero e proprio governo francese in territorio extrametropolitano. Esso trasse origine da un compromesso fra il Comitato nazionale francese, creato da De Gaulle a Londra il 25 settembre 1941, e il Consiglio imperiale francese, creato nel novembre 1942 ad Algeri dall'ammiraglio F. Darlan con l'appoggio delle forze di sbarco americane e che dal 26 dicembre si trovava sotto la presidenza del generale H. Giraud. Di questi due organismi, se il primo rappresentava la Resistenza e il rifiuto di ogni collaborazione con la Germania, il secondo era il frutto della politica americana fedele allo schema delle trattative con le autorità locali ed era un implicito riconoscimento della legittimità del governo di Vichy, da cui Darlan avrebbe per tacita delega e nonostante le sconfessioni imposte dai Tedeschi, ricavato la propria autorità. La loro rivalità era però nociva sia alla causa francese, sia agli sviluppi della campagna militare alleata: così, assai presto, la stessa diplomazia americana si sforzò di realizzare un accordo. Alla conferenza di Casablanca, Roosevelt fu il pronubo di un incontro Giraud-De Gaulle e, dopo un intenso scambio di note protrattosi dal febbraio all'aprile fra i due capi francesi, il 3 giugno 1943 si giunse alla fusione dei due comitati nell'unico organismo detto Comité Français de la Libération Nationale (CFLN). Posta sotto la duplice presidenza di Giraud e di De Gaulle, la diarchia ebbe vita assai breve e nel novembre De Gaulle rimase unico presidente.

Il CFLN, la cui autorità amministrativa sui territorî francesi d'oltremare fu ben presto riconosciuta dagli Alleati (il 26 agosto 1943 dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti; l'indomani, in termini più lati e più positivi, dall'URSS), si costituì subito come un gabinetto di governo vero e proprio, qualificato ad esercitare l'autorità sovrana fino al momento in cui il popolo francese potesse far sentire la propria voce attraverso libere elezioni. Nell'attesa, l'opinione nazionale sarebbe stata rappresentata presso il CFLN da un'assemblea consultiva provvisoria, la cui prima riunione fu tenuta il 9 novembre 1943

L'attività del Comitato fu vasta e proficua: mentre con l'ordinanza del 21 aprile 1944 preparò il modo con cui, all'atto della liberazione il popolo francese avrebbe deciso sovranamente delle sue istituzioni (per un complesso di difficoltà tecniche e politiche quest'ordinanza non verrà applicata), esso tenne, attraverso il delegato A. Parodi, stretti contatti con la Resistenza metropolitana, realizzò uno sforzo militare nella campagna alleata in Italia e svolse un'intensa attività diplomatica. Questa, diretta dal commissario agli Esteri R. Massigli, realizzò la partecipazione di delegati francesi alle varie conferenze internazionali che si svolsero nel 1944 riguardo al lavoro, al sistema monetario, ecc., la conclusione nel febbraio 1944 di convenzioni franco-inglesi sul tasso di cambio e sull'aiuto militare, l'accordo di aiuto col Canada e due convenzioni commerciali con la Spagna e il Portogallo.

In vista dell'imminente sbarco alleato in Europa, il 2 giugno 1944, il CFLN decise, su invito della stessa Resistenza metropolitana, di trasformarsi in governo provvisorio della repubblica francese. Tale decisione non fu presa ad unanimità, per l'opposizione di alcuni membri timorosi di complicazioni diplomatiche con gli Alleati. Poco dopo la liberazione di Parigi, il governo di Algeri si trasferì nella capitale metropolitana, ove De Gaulle già si trovava dal 25 agosto.

Al momento del suo trasferimento, esso era così composto: Presidente: Ch. De Gaulle; Commissarî di stato: G. Catroux, A. Philip, A. Le Troquer, A. Parodi, H. Queille, F. Billoux; Commissarî: giustizia: F. De Menthon: esteri: R. Massigli; interni: E. D'Astier de la Vigerie; guerra: P. Diethelm; aria: F. Grenier; colonie: R. Pléven; finanze: P. Mendès-France; informazioni: H. Bonnet; comunicazioni: R. Mayer; prigionieri: H. Frénay; lavoro: A. Tixier; produzione: P. Giacobbi; pubblica istruzione: R. Capitant; in missione: J. Monnet.

Bibl.: Manca ancora un'opera d'insieme sul CFLN di Algeri; tutto quanto si possiede si riferisce più al periodo novembre 1942-maggio 1943, che al successivo ed ha unicamente un valore di testimonianza più o meno diretta e non di interpretazione storica. A tal titolo e con questa riserva si segnala: R. Pierre-Gosset, Expédients provisoires, le coup d'Alger, Parigi 1945; M. Aboulker, Alger et ses complots, Parigi 1945 (notevole, perché l'A. fu al centro della Resistenza locale algerina). Per l'attività ufficiale del Consiglio imperiale francese, cfr. H. Giraud, Discours et messages, s. l., 1944. È in corso di stampa il volume D'Alger à Paris, di J. Soustelle, nel quale potrà leggersi la versione ufficiale del gruppo degaullista.

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