Alighieri, Alighiero I

Enciclopedia Dantesca (1970)

Alighieri, Alighiero I

Renato Piattoli
Simonetta Saffiotti Bernanrdi

Figlio di Cacciaguida; insieme con il fratello Preitenitto promise il 9 dicembre 1189 a Tolomeo, rettore della chiesa di S. Martino, di togliere entro otto giorni, dacché ne fossero stati richiesti, una pianta di fico che possedevano vicino a un muro di proprietà di quella chiesa, pena il taglio di detta pianta. Contemporaneamente ai fratelli e con lo stesso contratto, fece un'identica promessa per un altro fico o altra pianta dannosa, Bencivenni, figlio di Folle. Questo è il più antico documento che parli di personaggi sicuramente della famiglia Alighieri. Con un figlio di cui non si fa il nome, A. compare anche in una quietanza rilasciata il 14 agosto 1201 al comune di Firenze da Iacopo di Rosa, protomaestro di Venezia. Ebbe con certezza due figli: Bello e Bellincione (v.).

Cacciaguida ricorda A. a D. con queste parole: Quel da cui si dice / tua cognazione e che cent'anni e piùe / girato ha 'l monte in la prima cornice, / mio figlio fu e tuo bisavol fue / (Pd XV 91-94). A proposito di questa terzina sono sorte alcune perplessità: i cent'anni e piùe della durata della pena, infatti, contrastano con il dato biografico in nostro possesso che ci testimonia A. vivente nel 1201. Questa difficoltà di può superare dando ai cent'anni non un valore numerico preciso bensì quello generico di gran lasso di tempo, oppure presupponendo una conoscenza imprecisa da parte di D. sulle vicende della vita e quindi della morte del bisnonno o anche, volendo rimanere strettamente legati ai valori numerici, calcolando i cento anni non dall'epoca della visione, bensì da quella della composizione del canto (intorno al 1318), e ponendo la morte di A. poco dopo la data del documento che lo ricorda. Nel determinare il luogo in cui la pena è scontata, i più intendono la prima cornice come il luogo in cui si purificano i superbi, in questo ottenendo conferma dallo stesso D. il quale dà appunto il nome di cornice ai cerchi del Purgatorio (Pg X 27, XI 29, XIII 4), mentre non si ritrova affatto questa denominazione a proposito dei balzi dell'Antipurgatorio. In questa zona infatti il Lana, e sulla sua scia l'Ottimo e l'Anonimo, hanno collocato A. fra gli spiriti negligenti. Per quanto D. in nessuno dei due luoghi abbia dato cenno della presenza di un suo congiunto, riteniamo preferibile accettare la localizzazione più comune, anche perché la superbia è colpa che si riconosce D. stesso (Pg XIII 136-139), ed è abbastanza probabile quindi che l'abbia attribuita anche al suo antenato, quasi vedendo in essa una tradizionale colpa dei membri della stessa famiglia.

Bibl. - Zingarelli, Dante 63-65, 81; Piattoli, Codice 1 e 2.

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