Allergia

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Termine, coniato nel 1904 da C. von Pirquet, designante qualunque alterazione acquisita del modo di reagire di un organismo animale a sostanze eterogenee (microrganismi, tossine, corpi proteici o di altra natura), venute a contatto con i tessuti e con le quali, in precedenza, l’organismo stesso abbia avuto contatto.

Il processo immunitario viene innescato dagli allergeni, tipo di antigeni (detti anche antigeni esogeni) estranei ai costituenti della specie. Gli antigeni possono raggiungere l’organismo attraverso l’inalazione, l’ingestione, l’iniezione o il contatto; talvolta sono prodotti da parassiti (intestinali ecc.) e vengono assorbiti dalle mucose o da altre barriere dell’organismo. Le reazioni allergiche contemplano quattro tipi di immunoreazioni, che dipendono appunto dal modo in cui l’antigene si è introdotto nell’organismo. L’immunoreazione di tipo I coincide con l’anafilassi. Il tipo II, reazioni citolitiche o citotossiche, è dovuto all’azione di anticorpi circolanti (IgG e IgM) che reagiscono con un antigene intimamente fissato alla superficie cellulare e con il complemento, le cui componenti attivate provocano la distruzione della cellula; esempio di questo tipo sono le emocitopenie (anemie emolitiche, granulocitopenie, trombocitopenie) acute farmaco-allergiche (penicillina, chinino, pirazolici ecc.). Il tipo III, formazione di immunocomplessi, è alla base della malattia da siero che compare dopo 8-10 giorni dalla prima somministrazione parenterale di siero di altra specie animale (per es. antidifterico, antitetanico). L’immunoreazione di tipo IV, a mediazione cellulare, è alla base delle dermatiti da contatto (cosmetici, detersivi ecc.); è determinata dall’azione dei linfociti sensibilizzati che liberano linfochine quando reagiscono specificatamente con l’antigene (cioè senza l’intervento di anticorpi).

fig.

Nei confronti degli alimenti si distinguono le reazioni causate da sostanze tossiche (avvelenamenti, tossinfezioni) da quelle non tossiche. Per le reazioni di tipo tossico è la sostanza ingerita che risulta intrinsecamente dotata delle proprietà patogene, mentre per le reazioni di natura non tossica l’attenzione va alla risposta individuale nei confronti della sostanza ingerita. Nel corso di queste ultime reazioni sono stati individuati i meccanismi di natura immunitaria (reazioni immunomediate) da quelli non immunitari (per i quali è più corretto usare la definizione di intolleranza alimentare vera e propria). Nell’ambito delle reazioni mediate dagli anticorpi IgE (tipicamente dipendenti da un meccanismo di sensibilizzazione immunitaria), progressi sono stati effettuati in merito all’insorgenza di reazioni crociate tra molecole (v.fig.). Interessante, per es., la comparsa di alterazioni della mucosa orofaringea quando vengono ingeriti cibi come la frutta e la verdura da parte di individui sensibilizzati ad alcuni pollini (per es. a quelli della betulla).

La terapia delle malattie allergiche si fonda sull’allontanamento dell’allergene una volta identificato e sull’uso del vaccino desensibilizzante specifico; in fase acuta si ricorre agli antistaminici e ai cortisonici.

L’ allergometria è la tecnica che permette una valutazione quantitativa dello stato allergico nei confronti di un allergene. Valuta l’intensità di risposta a dosi scalari dell’allergene, di solito inoculato per via cutanea, al fine di evidenziarne la concentrazione minima in grado di evocare una risposta locale.

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