Vasta regione poco popolata dell’America Meridionale, in cui è compresa tutta la parte settentrionale del Brasile. Corrisponde al bassopiano amazzonico, limitato dal massiccio della Guiana a N, dall’Oceano Atlantico a E, dalla cordigliera delle Ande a O e dall’Altopiano del Brasile a S. È caratterizzata da temperature elevate, con minime escursioni stagionali, da abbondanti piogge, soprattutto sotto forma di acquazzoni e da elevati valori dell’umidità.
Dalla seconda metà dell’Ottocento, lo sfruttamento intensivo dell’A. per l’albero della gomma (Hevea brasiliensis) ha determinato ingenti flussi migratori dal Brasile nord-orientale, con la creazione di nuovi insediamenti di raccoglitori (seringueiros). Il governo brasiliano, a partire dagli anni 1970, dopo decenni di marginalità della regione, causata dall’improvvisa caduta della domanda di gomma (seguita allo sviluppo delle piantagioni del Sud-Est asiatico), ha incentivato la ripresa della colonizzazione. Gli interventi di sviluppo (nuove piantagioni, sfruttamento di risorse minerarie, costruzione di dighe) stanno causando gravi danni ambientali dovuti alla deforestazione (erosione, rottura dell’equilibrio del suolo equatoriale ecc.).
Per favorire la penetrazione umana in A. sono stati presentati diversi progetti per la costruzione di arterie stradali, la cui realizzazione ha incontrato notevoli difficoltà per le avverse condizioni ambientali e suscitato inoltre preoccupazioni per l’equilibrio ecologico della regione. Negli anni 1970, è stata avviata la costruzione della strada da Recife a Cruzeiro do Sul, di 5000 km (definita ‘transamazzonica’), mai completata. È stata, invece, quasi ultimata (2006) una strada di dimensioni più ridotte, 1800 km, che va da nord a sud, la Cuiabá-Santarem.
La foresta amazzonica copre un territorio di 6 milioni di km2 comprendente il bacino del Rio delle Amazzoni, parte di quello dell’Orinoco, le Guiane e parte del Brasile. Si tratta di un habitat tropicale ecologicamente piuttosto uniforme. I gruppi che la abitano, pur differenziandosi marcatamente dal punto di vista linguistico (le lingue tuttora in uso sono più di 400, senza considerare i dialetti), presentano una relativa omogeneità culturale. L’economia è caratterizzata dall’orticoltura per dissodamento (in particolare della manioca), dalla raccolta e dalla pesca, attuata con lo sbarramento e l’avvelenamento delle acque dei fiumi. Per la caccia i popoli dell’A. utilizzano l’arco, ma soprattutto la cerbottana, con cui lanciano frecce intinte nel curaro. L’organizzazione sociale è fondata sulla famiglia estesa, e le abitazioni sono plurifamiliari. Caratteristiche dell’area sono le pitture corporali. In ambito religioso lo specialista rituale è lo sciamano, figura di mediazione tra gli uomini e le potenze soprannaturali, guaritore e custode del patrimonio mitologico e del sapere esoterico.
I popoli dell’A. hanno subito nel corso della loro storia le conseguenze dell’espansione coloniale europea. A causa del diffondersi di malattie infettive prima sconosciute portate dagli Europei, si calcola che a un secolo dalla Conquista dei 5 milioni di indigeni presenti in A. ne fossero sopravvissuti meno di un terzo. Dalla fine del 19° sec. sono stati gli interessi economici a provocare i danni più gravi alle culture dell’Amazzonia. Per potere sfruttare i territori della foresta (agricoltura intensiva con conseguente deforestazione, industria mineraria), gli indigeni sono stati uccisi, o costretti a ritirarsi in zone più interne, o spinti nelle riserve. Più rari i casi di convivenza con i coloni. Se nel 1900 le tribù della foresta amazzonica erano 230, nel 1957 solo poco più della metà erano sopravvissute. Ora si calcola che gli indigeni dell’A. siano fra i 200 e i 300.000.