PONS, Amilda

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 84 (2015)

PONS, Amilda

Liviana Gazzetta

PONS, Amilda. – Nacque il 15 febbraio 1876 a Napoli, quinta figlia di Anna Malan e del pastore valdese Giovanni, che per vent’anni, a partire dal 1875, svolse il suo ministero nella città partenopea.

Dopo la scuola normale Amilda si iscrisse all’Istituto superiore di magistero femminile di Roma, dove si abilitò all’insegnamento di lingua francese nel 1896 e di lingua e letteratura italiana nel 1898. Trasferitasi a Genova, dove il padre era stato successivamente inviato e da dove compiva frequenti missioni a favore dell’emigrazione italiana in Svizzera, Pons fu inizialmente attiva nella Società Dante Alighieri e nel movimento femminista. Nel corso dell’XI congresso della società svoltosi a Ravenna nel 1900, durante il quale già il comitato di Udine aveva suggerito l’iniziativa di ricreatori festivi per i figli dei lavoratori italiani in Germania, a nome del comitato genovese Amilda Pons propose una rete di istituzioni socioeducative per connazionali emigrati in Svizzera, così da contrastare il loro «disamore per la patria» (in Atti della Società Dante Alighieri per la lingua e per la cultura italiana fuori del Regno: bollettino trimestrale, X (1900), p. 34).

Costituiti di luoghi per la lettura e le riunioni, di scuola serale per adulti e giornaliera per bambini, i ricreatori avrebbero dovuto lavorare sotto la supervisione di un comitato di vigilanza e di un direttore nominato per concorso. Inizialmente appoggiato anche dal presidente Pasquale Villari, il progetto impegnò Amilda Pons in una serie di conferenze illustrative e di raccolta fondi. In seguito le discrasie di valutazione tra il presidente, che pensava di affidare la direzione dell’opera a un sacerdote salesiano o a un missionario, e i Pons – che invece chiedevano la laicità dell’iniziativa – portarono a sostituire il progetto iniziale con la proposta di biblioteche circolanti per emigranti, accompagnata dalla raccolta del «soldo settimanale per la Dante» (ibid., XII (1902), p. 12) anche tra i non soci. Al XIII congresso della società, a Siena nel 1902, Pons fu quindi eletta nel consiglio centrale assieme alla contessa Maria Ponti Pasolini, amica e compagna di attività nel movimento femminile: nell’ambito della Federazione romana delle opere di attività femminile e quindi, dal 1903, nel Consiglio nazionale delle donne italiane (CNDI). In occasione del I congresso nazionale femminile indetto dal CNDI nell’aprile del 1908, in cui avvenne la spaccatura con le rappresentanti cattoliche sul nodo dell’insegnamento confessionale, Pons compose il saggio Studio della morale nel suo svolgimento religioso e scientifico (Torino 1908), dedicato alle contesse Gabriella Spalletti Rasponi e Maria Pasolini. In esso indicava come compito precipuamente femminile l’intervento contro la mancanza di un insegnamento morale nella scuola italiana, poiché «L’uomo forma sé solo, la donna forma una generazione» (p. 93); nello stesso tempo auspicava la possibilità di un progresso etico comune, pur nella diversità delle fedi e delle concezioni di vita, arrivando a ipotizzare un servizio femminile allo Stato in attività di pubblica assistenza o di istruzione (p. 125). Insegnante e attivista CNDI, durante lo stesso congresso fu vicepresidente della sezione dedicata a educazione e istruzione e vi tenne una relazione dal titolo Educazione morale e religiosa nella scuola, in cui sostenne la sostituzione dell’insegnamento confessionale con un insegnamento di morale religiosa e sociale, intendendo con ciò lo studio scientifico delle basi etiche comuni alle diverse religioni e della «morale indipendente» rappresentata dalla riflessione dei grandi pensatori, pur senza negare la centralità della trasmissione della fede in seno alla famiglia. Pons espresse il suo legame con la spiritualità e la tradizione culturale valdese innanzitutto col testo Pascha latinae libertatis: tableaux dramatiques de l’Histoire des Vaudois du Piemont (Paris 1905), in cui ricostruiva in forma teatrale tre momenti drammatici delle cosiddette pasque piemontesi, i massacri perpetrati ai danni della comunità valdese nel 1655 dalle truppe di Vittorio Amedeo I di Savoia e da Vittorio Amedeo II dopo la revoca dell’Editto di Nantes. Seguì poi l’edizione dei Six poèmes vaudois: d’après les codes de Cambridge-Geneve-Dublin (Torre Pellice 1910): prima edizione critica in lingua francese di sei tra i manoscritti che compongono il corpus di antichi testi valdesi in lingua occitanica, donato nel 1658 alla Cambridge University Library da sir Samuel Morland, inviato da Oliver Cromwell al duca di Savoia per fermare la persecuzione dei valdesi, e riscoperto da Henry Bradshaw nel 1862.

Abilitatasi anche all’insegnamento di lingua inglese nel 1902, lavorò per vari anni nelle scuole secondarie: nominata insegnante di francese ad Agrigento presso la scuola normale, comandata nelle classi aggiunte della scuola normale Vittoria Colonna, quindi insegnante di inglese e francese alla scuola tecnica femminile Marianna Dionigi di Roma; insegnante di lingua francese nel Regio istituto tecnico di Torino e di Firenze e infine insegnante di lingua inglese nella sezione di ginnasio moderno presso il liceo Terenzio Mamiani di Roma. Accompagnò la carriera di insegnante con una serie di pubblicazioni che promuovevano il superamento del metodo didattico basato sull’uso delle crestomazie: scrisse così il fortunato manuale Les cahiers de Gabrielle. Lectures graduées d’après le programme d’Etat à l’usage des écoles secondaires d’Italie (Torino 1907), giunto alla decima edizione nel 1932; l’anno successivo, con Francesco Grimod, il manuale À travers la France: pages biographiques d’un jeune italien émigré (Torino 1908) e altri ancora. L’insieme di queste pubblicazioni le valsero dapprima l’incarico temporaneo e quindi, nel giugno 1914, la nomina a docente straordinaria di lingua e letteratura francese presso l’Istituto superiore di magistero femminile di Roma, dove nel 1918 fu promossa ordinaria. Nel maggio dello stesso anno fu anche insignita del diploma di benemerenza di prima classe (con medaglia d’oro) del ministero della Pubblica istruzione per l’impegno profuso durante la guerra a favore dell’istruzione e dell’educazione infantile, fondando a Roma, assieme al pastore metodista Emanuele Sbaffi, un asilo per orfani di guerra e a Firenze un laboratorio di lavori femminili per ragazze. Aveva inoltre composto il volume Piccole storie della storia grande: 1915-1916. A beneficio degli orfani dei maestri caduti in guerra (Milano-Roma-Napoli 1916), in cui, con uno stile piano, ma incisivo raccontava ai bambini italiani vicende di patriottismo e umanità nelle terre irredente. Nel clima di compimento dell’Unità nazionale, convinta che all’estero i profili biografici relativi al processo di liberazione d’Italia fossero ancora poco noti, scrisse L’holocauste. Quadriptyque de renouveau de l’Italie: les éveilleurs, les indomptés, les martyrs, les preux (Paris-Torre Pellice 1918), tradotto l’anno successivo in inglese (New York 1919) e ancora in inglese compose il volume di storia nazionale Italia (Torino 1918).

Attiva nel dopoguerra anche nell’Unione cristiana delle giovani, associazione nata nel 1894 per le giovani protestanti, Amilda Pons fu tra le fondatrici della Federazione italiana laureate diplomate istituti superiori (FILDIS), federata al CNDI e sezione dell’International Federation University Women; nel 1923 partecipò al III congresso CNDI sull’educazione in famiglia come socia benemerita.

Sposatasi con Giulio Ernesto Bounous, durante il Ventennio si dedicò esclusivamente all’insegnamento universitario, talora anche con incarichi temporanei di letteratura inglese, componendo ampie monografie a questo scopo, tra cui: Neo-romantiques et parnassiens (Roma 1935); Molière e la commedia francese nel secolo XVII (Roma 1936); Poeti e prosatori di Francia: dalle origini ai nostri giorni (Milano-Messina 1942).

Nell’estate del 1944, dopo la liberazione di Roma, fu dapprima nominata facente funzione di preside di magistero, quindi, dal 1945 al 1947, preside confermata con decreto del ministro della Pubblica istruzione, prima donna in Italia a svolgere tale funzione.

Morì a Torre Pellice (Torino) il 12 giugno 1966.

Fonti e Bibl.: L. Pennington de Jonghi, Amilda Bounous Pons, in Ali. Rivista bimestrale di problemi spirituali sociali femminili, XXXVII (1966), 7-8, pp. 126-128; F. Taricone, La FILDIS (Federazione Nazionale Laureate e Diplomate) e l’associazionismo femminile (1920-1935), in La corporazione delle donne. Ricerche e studi sui modelli femminili nel ventennio, a cura di M. Addis Saba, Firenze 1988, p. 137; B. Pisa, Nazione e politica nella Società Dante Alighieri, Roma 1995, passim.

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