• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le App
    • Skill
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CATALDI, Amleto

di Felicita Cifarelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 22 (1979)
  • Condividi

Felicita Cifarelli

Nacque a Napoli, il 2 nov. 1882, da Angelo, un povero intagliatore in legno, il quale gli insegnò la propria arte, e da Giuditta Alessandroni. Padre e figlio cercarono fortuna a Roma, dove si trasferirono. A Roma aprirono un piccolo negozio, che il C., presto orfano con una sorella inferma, continuò a gestire tra le più gravi difficoltà. Tuttavia, il giovane seguiva una sicura vocazione di scultore e, frequentando mostre e musei, si era iscritto - come Boccioni, De Carolis, Dazzi - alla libera scuola di via Ripetta, dove si distinse per merito. Dopo alcuni lavori, eseguiti per conto di altri, uscì dall'anonimato, vincendo il concorso per una delle Vittorie alate sul ponte Vittorio Emanuele a Roma, e imponendosi, con molte altre opere, alla critica del tempo.

Fortunatissima la sua carriera ufficiale: tanto il gusto borghese della nuova classe dirigente quanto la retorica nazionalistica, celebrativa di guerre vittoriose e di un nuovo ruolo internazionale del paese, trovarono in lui uno degli interpreti più dotati. Il C. fu incaricato di monumenti pubblici in molte città italiane (Foggia, San Benedetto del Tronto, Lanciano, Fossacesia, Fontanellato, ecc.) e nella capitale, dove eseguì tra l'altro: il monumento alla Guardia di finanza, quello ai Caduti della Sapienza, il fregio frontale per lo stadio sportivo in via Flaminia, una Galatea e la Fontana dell'anfora per villa Borghese, assieme ad alcuni busti per la passeggiata del Pincio (Carlo Cattaneo, Anton Giulio Barrili, ecc.), altri busti (ritratti di senatori, come Nigra, Malagodi, Todaro, Quarta) per palazzo Madama, e ancora quelli della Regina Elena e di Mussolini per l'allora ministero dell'Economia. Due sue statue figuravano tra gli addobbi rituali del transatlantico "Conte Biancamano",e suo era il disegno per la coppa dei campioni al circuito di Monza.

I rari dissensi (concorse invano per il monumento a Benedetto XV in S. Pietro e per quello a G. G. Belli in Trastevere) non compromisero la pioggia di ordinazioni private: ritrasse le dame più note dell'aristocrazia e della nuova borghesia con i loro antenati, e poi, ancora, eroi, artisti, professionisti, burocrati. Citiamo i busti della Principessa Giovannelli e della Signora Breschi, del Principe di Civitella Cesi, di Pascarella. Decorò tombe di famiglia per i Crespi a Crespi d'Adda, per i Cando a Budapest, per i Raggio a Genova e un po' dovunque per molti altri.

Nel frattempo, carico di fama, insegnante di plastica all'istituto romano di S. Michele, membro di alcune accademie (tra cui l'Albertina di Torino), partecipava alle maggiori esposizioni del suo tempo (giovanissimo, nel 1904, aveva visto accogliere una delle sue opere all'esposizione mondiale di Saint-Louis). Oltre che alle Biennali veneziane tra il 1909 e il 1930 (Catal., 1909, p. 66; 1910, ill. 137; 1914, pp. 65, 95; 1921, pp. 56, 69, ill. 111; 1921, ill. 31; 1924, ill. 40; 1926, pp. 101, 122, ill. 37; 1928, p. 112; 1930,ill. 133), esibì i suoi lavori, in mostre personali e collettive, a Roma ("Secessione",prima Biennale romana, ecc.), a Milano, Torino, Monaco, Bruxelles, Londra, Barcellona, Buenos Aires, e infine più volte a Parigi, dove nel 1923 una giuria francese, di cui era membro Rodin, ne aveva premiato l'arte "per la sua espressione viva, mai disgiunta da ritmica armonia" (Scarpa, 1951).

Alle esposizioni, le statue del C. venivano acquistate dai musei: alcune figurano tuttora a Roma, presso la Galleria comunale di arte moderna e in Campidoglio (Carducci, la Portatrice d'acqua), e presso la Galleria nazionale di arte moderna (una figura femminile o Pagina triste);altre erano in mostra permanente presso analoghi musei di Venezia, Palermo, Lussemburgo, Parigi (Sapori, 1949). Sempre a Parigi, dove nell'anno 1923 aveva raccolto un vero trionfo con la Medusa acquistata per il Petit-Palais, e nel 1925 aveva decorato con quattro statue fluviali il padiglione italiano alla Mostra internazionale di arti decorative, scolpì un Leonardo da Vinci per il giardino delle Tuileries.

Un elenco assai più dettagliato, se non completo, delle numerosissime opere sue (con la collocazione relativa, al 1928), nonché delle esposizioni cui prese parte, fu redatto da Piero Scarpa.

Un anonimo critico ricorda i paradossi pessimistici del suo conversare, "di marca palesemente wildiana" (Giornale d'Italia, 1930), nel tentativo di avallare un suo presunto tormento di artista, che altro non sembra se non la condotta, pendolare e incostante, di un eclettico. Il C. alternava, infatti, senza apparente ordine cronologico e comunque senza evoluzione, due distinte tecniche figurative: una fredda e classicheggiante, l'altra romantico-liberty. I risultati di questo tipo di scultura sono quasi sempre così monotoni, così poveri di valori formali, da sembrare piuttosto i prodotti di un alto artigianato tecnico. Infatti, se il C. e i suoi colleghi - specie quelli meridionali -,chiusi a ogni vento internazionale e condizionati tra loro, riempivano con dispute tra "accademia" e "vero" - un vero che arrivava sino alla copia e al calco - un sostanziale vuoto di interesse per il passato, si ha l'impressione che invece tenessero d'occhio certa arte popolare o artigianato artistico, spesso di formato minuto: parliamo del biscuit floreale, e, indietro nel tempo, del presepe napoletano e perfino delle statue, spagnoleggianti, portate in processione durante la Pasqua. Indubbiamente la Figura femminile del C. (Roma, Galleria nazionale d'arte moderna) richiama la poetica purista del modellato per impercettibili passaggi di piani a superficie vellutata, ma sembra anche, tout-court, l'ingrandimento di una figuretta in biscuit, base di una lampada Liberty, ché il bianco marmo prezioso o la bianca pasta vitreo-porcellanata raggiungono entrambi un cromatismo romantico, tanto più suggestivo, quanto più abile è il modellatore.

La stessa notevole ed epidermica sensibilità il C. mise nei migliori suoi ritratti (per esempio Costantino Nigra, a palazzo Madama), con la finezza che è costante in quel campo nelle epoche di imitazione artistica.

Freddissimo egli era invece quando aderiva al classico (per esempio nel monumento della Guardia di finanza a Roma, in via Carlo Fea). "Ignorava l'Accademia, con un suo gusto moderno della forma trasmessa dai Greci" (Sapori), ma oggi sembra che certe sue semplificazioni di superfici, come certe stilizzazioni nei panneggi e nelle capigliature, si aggancino a quell'arte imperiale, che, quando la morte per malattia lo colse, prematura, già dilagava in Italia per esaltare la dittatura.

Il C. morì a Roma il 31 agosto 1930.

La sua fama venne annientata inevitabilmente al tramonto degli stanchi modi artistici cui aveva aderito, e invano lo Scarpa tentò di riesumarla, con una piccola e cauta mostra postuma, in Roma, nel 1951. Del pari, molte delle sue opere, anche monumentali, vennero rimosse, né è facile oggi rintracciarne l'ubicazione.

Fonti e Bibl.: Oltre alla bibl. in U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 177, e in H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh.s, I, pp. 406 s., si vedano i necrologi in Giorn. d'Italia e Il Messaggero del 12 sett. 1930; A. Lancellotti, Le mostre romane del cinquantenario, Roma 1931, p. 84, ill. LX; F. Sapori, Scultura ital. moderna, Roma 1949, pp. 39, 308 s.; P. Scarpa, Mostra postuma dello scultore A. C. (catal.), Roma 1951; R. Collura, La Civica Galleria d'arte moderna di Palermo, Palermo 1974, p. 102.

Vedi anche
Fazzini, Pericle Fazzini ‹-zz-›, Pericle. - Scultore italiano (Grottammare, Ascoli Piceno, 1913 - Roma 1987). Autodidatta, formatosi alla scuola del padre, artigiano del legno, nel 1929 si stabilì a Roma. In modo istintivo ma non ignaro delle esperienze dell'avanguardia, Fazzini, Pericle elaborò, isolato, un linguaggio ... Bernini, Gian Lorenzo Architetto, scultore, pittore (Napoli 1598 - Roma 1680), figlio di Pietro. È il massimo protagonista della cultura figurativa barocca. Esordì giovanissimo, attirando su di sé l'attenzione del card. Scipione Borghese, che gli commise quattro gruppi statuarî (ora tutti conservati nella Galleria Borghese, ... Pirandèllo, Luigi Drammaturgo e narratore (Girgenti, od. Agrigento, 1867 - Roma 1936). Apprezzato narratore, rivoluzionò il teatro del Novecento, divenendo uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Pur prendendo le mosse dal verismo di scuola siciliana, nella sua opera si delineano una visione angosciosamente ... Raffaèllo Sanzio (propr. R. Santi). - Pittore e architetto (Urbino 1483 - Roma 1520). Figlio di Giovanni Santi Raffaello Sanzio poté ricevere dal padre, morto nel 1494, solo un primo indirizzo alla pittura. Grande importanza ebbero invece per la sua formazione artistica le suggestioni artistico-letterarie della corte ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Arti visive
Tag
  • SAN BENEDETTO DEL TRONTO
  • GUARDIA DI FINANZA
  • LEONARDO DA VINCI
  • FONTANELLATO
  • BUENOS AIRES
Altri risultati per CATALDI, Amleto
  • Cataldi, Amleto
    Enciclopedia on line
    ...
  • CATALDI, Amleto
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Saverio Kambo Scultore, nato a Napoli il 2 novembre 1882, morto in Roma il 31 agosto 1930. Avute le prime nozioni artistiche dal padre, intagliatore in legno, si stabilì giovanissimo in Roma, ove diede presto notevoli saggi della sua arte, ed ebbe il primo successo col gruppo: L'ultimo gesto di Socrate, ...
Vocabolario
amlètico
amletico amlètico agg. (pl. m. -ci). – Di Amleto, proprio di Amleto, personaggio dell’omonima tragedia di Shakespeare, con riferimento al suo carattere irresoluto e pieno di contrasti (cfr. anche l’epiteto di «italo Amleto» attribuito dal...
amletismo
amletismo s. m. [der. di Amleto, amletico]. – Carattere o comportamento dubbioso, irresoluto, pieno d’incertezze, di contrasti o d’ambiguità (v. amletico).
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le App
    • Skill
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali