AMMAEDARA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

Vedi AMMAEDARA dell'anno: 1958 - 1994

AMMAEDARA (v. vol. I, p. 320)

N. Duval

Studi recenti hanno rivelato che in età tardo-imperiale la città fece parte dell'Africa proconsolare, e non (come comunemente si pensava) della Bizacena. La comunità cristiana di Α., attestata già nel III sec. d.C., subì la persecuzione di Diocleziano; l'occupazione vandala (così come altrove) non procurò apparentemente i danni di cui si parlava fino a pochi anni fa. In base a recenti ritrovamenti, si può dire che la città, nel VI sec. d.C., non era affatto in decadenza. L'inserimento della grande cittadella nel cuore della città, effettuato da Giustiniano, comportò una completa ristrutturazione urbanistica, con la distruzione di numerosi edifici per la costruzione dei bastioni (in gran parte effettuata con materiale di reimpiego) e la creazione degli spalti indispensabili per la difesa. La roccaforte controllava la via Cartagine-Theveste che la attraversava nella parte settentrionale, la sorgente perenne che si riversava nel letto del wādī e il ponte che conduceva al quartiere meridionale e alle vie di Thala e di Thelepte.

L'estensione della città è molto grande. Le rovine, già note agli esploratori del XVIII e del XIX sec., vennero descritte per la prima volta dall'architetto H. Saladin nel 1883; esse furono oggetto di due campagne di scavo in epoca anteriore alla prima guerra mondiale (Piganiol e Laurent-Vibert) e di numerosi sterri incontrollati da parte del medico italiano di Qal'a el-Ğerda, Dolcemascolo, nel periodo tra le due guerre. Una serie di campagne di studio, di ripulitura e di restauro sono state compiute da una missione francese tra il 1967 e il 1989, sotto la direzione di N. Duval e F. Baratte. (L'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte di Tunisi ha in programma una valorizzazione globale del sito). In ogni caso già ora A. costituisce uno dei complessi archeologici più spettacolari dell'Africa settentrionale; ma l'urbanizzazione recente (Haydra è capoluogo di un distretto) ha fatto sparire la necropoli occidentale.

Una pianta della città abbastanza particolareggiata è stata disegnata da J.-Cl. Golvin sulla base di un rilevamento topografico effettuato nel corso della costruzione della ferrovia negli anni '30 e della fotografia aerea. Nonostante le menzioni dei gromatici che citano la città come un esempio di assoluta corrispondenza tra ripartizione catastale urbana e rurale, la sua pianta è irregolare e senza dubbio risulta condizionata dalla situazione topografica (pianta a ventaglio nel settore N). Oltre ai monumenti già ricordati (v. vol. ι, p. 320), va segnalata la presenza di un terzo mausoleo esagonale lungo le sponde del wādī, al limite occidentale della città, un teatro a E, un grande tempio su un terrazzamento (Capitolium e foro?), il mercato al centro, e grandi terme pubbliche a Ν (in corso di scavo e di studio); solo il grande tempio è stato oggetto di una sommaria pubblicazione da parte di J.-Cl. Golvin, F. Baratte e N. Duval (CRAI, 1973, p. 156 ss.)

Diverse iscrizioni importanti trovate tra le due guerre dal dott. Dolcemascolo o più recentemente, sono state pubblicate da A. Beschaouch e Z. ben Abdallah.

La chiesa I, al centro della città, molto probabilmente la cattedrale, dopo diverse campagne dedicate a ripuliture, sondaggi e restauri, è stata esaurientemente pubblicata nel 1982.

La chiesa II o «dei martiri», a SE dell'Arco di Settimio Severo, dopo lo scavo del 1934, è stata oggetto di scavi integrativi nel 1969, 1971, 1983 e 1989. Le sue fasi, assai complesse, che vanno dalla costruzione nel IV sec. di un santuario sulle tombe dei martiri (orientato a O) alle ultime ricostruzioni del VII sec., costituiranno l'oggetto dell'imminente pubblicazione del tomo III delle Recherches archéologiques à Haïdra (nel frattempo si veda CRAI, 1989). La «cappella vandala» (chiesa IV) e la chiesa della cittadella (basilica III) sono state brevemente descritte in CRAI, 1969 e 1971. Una nuova chiesa a SO della cittadella è stata pubblicata in CRAI, 1973. L'edificio a Ν della città antica è un «monument à auges» di incerta identificazione; in CRAI, 1972 ne è stata fornita una descrizione da parte di N. Duval e di J.-Cl Golvin.

Bibl.: F. Baratte, N. Duval, Les ruines d'Ammaedara-Hatdra, Tunisi 1974; F. Baratte, Recherches archéologiques à Haïdra. Miscellanea, I, Les Mosaïques trouvées sous la basilique I, Roma 1974; N. Duval, F. Prevot, Recherches archéologiques à Haïdra, I, Les inscriptions chrétiennes, Roma 1975; A. Ennabli, in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 1979, p. 50, s.v.·, N. Duval (ed.), Recherches archéologiques à Haïdra, II, La basilique I dite de Melléus ou de Saint-Cyprien, Roma 1981; id., Topographie et urbanisme d'Ammaedara (actuellement Haïdra, Tunisie) (ANRW, II, 10, 2), Berlino 1982.