AMORION

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

AMORIΟΝ (Άμόριον, Amorium)

S. Rinaldi Tufi

Antica città della Frigia orientale, in corrispondenza dell'attuale villaggio di Hisarköy, 170 km a SO di Ankara e 70 km a NE di Afyon, presso le sorgenti del fiume Sangarius (Sakarya), sulle pendici dell'Emirdağ, con un'ampia vista verso settentrione. Il sito fu probabilmente occupato fin da epoca preistorica; la città, citata da Strabone (XII, 8, 13), menzionata già in precedenza in legende monetali del II o I sec. a.C., fu riscoperta nel 1836 (Hamilton); esplorata nel 1987, è scavata, a partire dal 1988, da una missione britannica (Harrison) in collaborazione con le autorità turche.

In epoca romano-imperiale, la città batté moneta fino all'inizio del III sec. d.C. (sul verso è raffigurata la personificazione del Sangarius, insieme con un'aquila e con un simbolo di alleanza, cioè due mani destre giunte sopra un caduceo). La sua importanza, a giudicare dalle sculture e dalle iscrizioni che vi sono state rinvenute in vari momenti, dovette essere notevole, anche se A. non ebbe il rango di colonia. Fece parte, fino al IV sec. d.C. inoltrato, della provincia d'Asia: si trovava alla sua estremità orientale, al confine con la Galazia. Successivamente, fu aggregata alla nuova provincia di Galatia Salutaris. Ancor più rilevante, soprattutto dal punto di vista strategico, fu il suo ruolo in età bizantina.

A. ha una pianta approssimativamente ovale, con una «città alta» a Ν e con una «città bassa» sulle pendici sottostanti. Si sono individuate tracce di strade, di terrazzamenti e di ampi edifici, alcuni dei quali (in blocchi squadrati) risalgono probabilmente all'inizio dell'età romana. Vi erano almeno due chiese, una (forse la più antica) nella città alta, l'altra (databile al VI sec.) nella città bassa. Si sono riesaminate le iscrizioni (che rivelano un'onomastica prevalentemente frigia) e le decorazioni architettoniche, note peraltro da frammenti. Ma si è indagato soprattutto sulla cinta muraria, più volte rifatta, provvista di torri a pianta quadrata, pentagonale e anche triangolare: in tutto dovevano essere 44, ne sono state identificate 30. L'aspetto di insieme doveva essere simile a quello delle fortificazioni di Sofia, Tessalonica e Xanthos, databili al V sec. d.C.: si tratta presumibilmente di una fase pertinente a una ricostruzione, testimoniata dall'autore bizantino Giorgio Cedreno (I, 615), dovuta all'imperatore Zenone (474-491).

Bibl.: W. J. Hamilton, Asia Minor, Londra 1842, pp. 448-455; W. M. Ramsay, Historical Geography of Asia Minor (Royal Geographical Society, Supplementary Papers, IV), Londra 1890, pp. 221-241; W. M. Calder (ed.), Monuments from Eastern Phrygia (MAMA, VII), Manchester 1956, pp. 64-68; N. Asgari, The Anatolian Civilizations, II, Istanbul 1983, nn. 334-338; M. Waelkens, Die Kleinasiatischen Türsteine, Magonza 1986, pp. 205-214; R. M. Harrison, Amorium 1987: A Preliminary Survey, in AnatSt, XXXVIII, 1988, pp. 175-184; id., Amorium 1988: The First Preliminary Excavation, ibid., XXXIX, 1989, pp. 167-174.