AMPURIAS

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

Vedi AMPURIAS dell'anno: 1958 - 1973 - 1994

AMPURIAS (᾿Εμπόριον, Emporĭae)

A. García y Bellido

Colonia greca e poi romana, le cui rovine si trovano in Spagna nel Golfo di Rosas, in una località deserta, a, pochi chilometri da La Escala e nelle immediate vicinanze del piccolo villaggio di San Martin de Ampurias. È l'unica colonia greca dell'Occidente dove sia stato possibile condurre scavi completi. Accanto alla città greca si trova quella romana, di area assai maggiore, costruita sul luogo dove sorgeva la città iberica di Indike. Dai testi sappiamo che i Greci focesi fondarono una colonia in quella che prima era l'isoletta di San Martin de A. (dove oggi sorge la città). In base ai rinvenimenti archeologici possiamo affermare che questa prima colonizzazione dovette avvenire intorno al 580 a. C.; è la cosiddetta "Palaià Pòlis" o Città Antica. Sul finire del sec. VI a. C. la colonia si estese; apparve allora, un poco più a S, la "Neà Pòlis", che costituisce l'area di rovine messe in luce dagli scavi. Vi appare una città rettangolare, di pianta quasi regolare, ippodamea con un'agorà centrale e strade che si tagliano ad angoli quasi retti. Si deve osservare che quella messa in luce dagli scavi è la città ellenistica. I resti della città precedente, corrispondenti ai sec. VI-III a. C., giacciono al di sotto e sino al 1955 non erano stati ancora esplorati in modo adeguato. Nella parte S si trova l'area dei templi, il più grande dei quali comprende un grande peribolo, al cui centro sorge un santuario, di pianta assai simile a quella del tempio di Iside a Pompei. Il porto era nella parte N. Ad E si stendeva la riva del mare e ad O e a S la cerchia delle mura, con torri quadrate costruite con grandi blocchi di tipo ciclopico, ma di epoca necessariamente posteriore all'anno 500 a. C., all'incirca. Sono le mura descritte da Livio (xxxiv, 9 ss.). Tra i rinvenimenti di A., è da mettere in rilievo una statua di marmo, di grandezza maggiore del naturale, raffigurante Asklepios, opera che deve risalire al massimo al sec. IV a. C. È senza dubbio un originale greco. È conservata al Museo Archeologico di Barcellona. Sono inoltre apparse altre sculture di minore importanza e molti resti di ceramiche greche databili dalla fine del sec. VI a. C. in poi, tra le quali abbondano soprattutto quelli del V e del IV sec. a. C. Vi sono anche brevi iscrizioni greche e numerosi oggetti minori. Vale la pena di segnalare la presenza di alcuni documenti di arte etrusca, tra i quali uno specchio inciso del sec. IV a. C. con la scena del giudizio di Paride. Più importanti al riguardo sono i rinvenimenti delle varie necropoli greche primitive che circondarono la città. La più importante di esse era a S ed è nota col nome di El Portitxol. Tale necropoli conteneva sepolture greche arcaiche per inumazione, come quelle delle città greche della costa ionica dell'Asia Minore. Se ne sono estratti vasi greci di officine arcaiche, tra l'altro di quella detta protocorinzia e di quella di Naukratis, nel Delta del Nilo; inoltre, esemplari calcidesi e rodi. I primi si possono datare intorno all'anno 6oo a. C., ma senza dubbio devono essere importazioni alquanto posteriori. In base a ciò si può affermare che la presenza di Greci ad A. dovette essere comune già poco dopo la fondazione di Massalia (Marsiglia), avvenuta intorno all'anno 600 a. C., e divenire abbondante nel periodo della fondazione di Alalia (in Corsica), avvenuta intorno al 560 a. C., più o meno alla stessa epoca di Emporion. La città viveva in rapporti normali e frequenti con i popoli nativi vicini, ma mantenendo una costante vigilanza dietro le proprie mura, secondo la descrizione di Livio (xxxiv, 9 ss.). Le guerre annibaliche dapprima, e le vicende delle guerre civili del sec. I a. C. poi, posero fine all'indipendenza delle città greche d'Occidente, che vennero a perdere le proprie libertà ed a mutarsi in città romane. Così all'epoca di Cesare pare, ma non è accertato, che A. ricevesse una colonia romana. È sicuro invece che intorno a quell'epoca fu costruita la grande cerchia di mura che racchiuse la nuova città, contigua a quella greca, ma collocata più nel retroterra, senza diretta comunicazione col mare, al quale si giungeva attraverso la città ellenica, divenuta, in realtà, un quartiere di quella romana. In quell'epoca deve esser stato costruito il grande molo che penetra in mare a N della città greca. Le mura romane sono forse tra i più grandiosi esemplari dell'epoca Sono costituite da un enorme zoccolo di blocchi smussati con giunti angolosi, sormontato da una muraglia di calcestruzzo con un corridoio interno a vòlta; in alcuni punti questo secondo corpo è conservato fino alla linea della merlatura. Fuori dalla cerchia delle mura vi sono importanti resti di un anfiteatro. Entro il perimetro della città romana si è proceduto a scavare alcune case ed è recentemente venuto in luce un grande palazzo, una specie di villa urbana di grande estensione. I rinvenimenti minori sono abbondanti. Ritratti romani (uno in bronzo), mosaici, ceramiche, iscrizioni, ecc., sono i frutti raccolti sino ad oggi. Nella tarda epoca romana e in quella cristiana primitiva A. visse in modo precario. Di questo periodo sono due sarcofagi pagani con figure. L'invasione araba segnò la fine della città, verso il principio del sec. VIII.

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