ANAT

Enciclopedia dell' Arte Antica (1958)

῾ANAT

S. Donadoni*

ANAT Divinità femminile fenicia, per il suo carattere naturalistico e guerriero difficilmente distinguibile da Asherat e Astarte. ῾A. compare in un poema mitologico trovato a Ugarit, dove è sorella di ῾Aliyan Ba῾al; ma si trova talvolta a fianco di Reshef. Fu venerata dagli Egiziani, sotto il nome di Anta, come dea guerriera; in un iscrizione bilingue di Cipro è chiamata σώτειρα. In epoca tarda il suo culto e il suo stesso nome si fusero con quelli di Astarte, dando luogo ad una nuova divinità, Atargatis (il cui nome è costituito dalle forme ridotte di Astarte e ῾A.), chiamata dai Greci Dea Siria (v. figura a p. 345).

῾A. è raffigurata in numerosi rilievi egiziani, fra i quali è notevole per la sua bellezza un esemplare conservato al British Museum; in esso la dea è vista di fronte, nuda, con fiori nella destra e serpenti nella sinistra; l'acconciatura dei capelli è del tipo ḥatḥorico.

῾A. penetra in Egitto con il Nuovo Regno e vi diviene assai popolare. Nell'arte egizia è rappresentata con un'alta tiara fiancheggiata da penne, con ureo e disco solare, e armata di lancia e di scudo, secondo una tipologia completamente egittizzata. A Tanis le è dedicato un tempio che risale a Ramesses II, fedele della dea, e che fu poi ricostruito, su scala più ridotta, alla XXI dinastia da Psusennes e Siamun, e, infine, fornito di un chiosco in bassa epoca. L'esplorazione ne è ancora assai limitata.

Bibl: A. Alt, in M. Ebert, Reallex. d. Vorgesch., I, 1924, pp. 165-166; R. Dussaud, Les religions des Hittites et des Hourrites, des Phéniciens et des Syriens, Parigi 1945, p. 365; I. E. S. Edwards, in Journ. Near Eastern Stud., XIV, 1955, pp. 49-51; B. Grdseloff, Les débuts du culte de Rechef en Egypte, Il Cairo 1942, pp. 20-39; P. Montet, Tanis, Parigi 1942, pp. 187-195.